UNA NUOVA DIMENSIONE URBANA
Spazi d’artificio
Dialoghi sulla città temporanea
A cura di Luca Reale, Federica Fava e Juan López Cano
DIAP PRINT
Quodlibet 2015
Questo libro cerca di definire attraverso l’analisi delle varie visioni teoriche un percorso che presenti il leisure time come un concetto complesso e problematico, (analizzandolo appunto attraverso testi opposti), mentre i progetti architettonici utopici o realizzati, concreti o del tutto aleatori- interpretano in modi diversi tale complessità. Il leisure time è presentato non secondo il significato che nel corso della storia viene attribuito al termine, ma secondo una lettura che gli attribuisce un valore spaziale capace di rivitalizzare lo sviluppo urbano delle nostre città. Per questo motivo i progetti presentati appartengono ad una dimensione teorica e sperimentale o sono frutto di letture interpretative di fenomeni sociali in atto nel periodo stesso in cui vengono formulate. L’unica certezza è che nello stesso momento in cui il sistema capitalistico fondato sulla certezza del lavoro comincia il suo lento declino è necessario immaginare delle alternative per le nostre città. Il progetto architettonico può interpretare le possibilità e le problematiche offerte dalla disponibilità di leisure time e prefigurare una nuova dimensione urbana.
Il leisure secondo questa interpretazione definisce un campo d’azione attraverso il quale creare un alternativa allo sviluppo sociale, creativo ed economico delle nostre città. E l’architettura definendo questo campo determina un modello di crescita.
Il concetto di leisure time nasce come contraltare al tempo del lavoro, è considerato nel linguaggio comune come un tempo di risulta, un avanzo da riempire o semplicemente un intervallo utile a concedersi una pausa dalla routine quotidiana per ricaricarsi. Il Leisure è un tempo impiegato attraverso l'autodeterminazione, che escluderebbe, per definizione, le attività legate al lavoro o all'autosostentamento (nutrimento, riposo, educazione). In realtà la definizione risulta problematica, dal momento che il confine tra leisure e attività inevitabili resta sfumato. (Spesso si lavora anche per leisure). Inoltre la distinzione tra leisure e tempo libero è oggetto di interpretazione, se si considera ad esempio, la tesi situazionista per cui il tempo libero è illusorio e privato all'uomo dalle forze economiche e sociali, che glielo rivendono come leisure, o tempo mercificato.
Leisure will never be life's primary activity, because labour remains the source of all value. However, leisure is the means through which cultural, political, ethical and spiritual existence can be enhanced and refined for the betterment of life in general. We believe that the study of leisure should be guided by this ambition. It is the best reason one can give for doing Leisure Studies in the complex, challenging, difficult, but always exciting, ‘local–global balance' of the world in which we live today. What we mean by leisure today is essentially and negatively “un-business.” “Free time” connotes only time free from the world of affairs; like a day “off” in the working week, the meaning depends on, and the value is restricted by, the temporal frame of reference. We have “time on our hands” and “time to kill”, but we have no locution to indicate time free for its own sake, time not as escape, but as fulfillment .
[1]
La disponibilità di tempo libero è rispetto al passato, in seguito alla diffusione delle nuove tecnologie e della crisi economica, questo tempo è consumato troppo velocemente secondo riti urbani che si ripetono trascurando i valori dell’esperienza, della memoria e della tradizione. I riti urbani ( consumo, turismo, sport) che si sono sviluppati sulle esigenze capitalistiche, hanno funzionato fino al momento in cui il sistema non è entrato in crisi, oggi tutto sta cambiando. Il tempo libero non è più una necessità ma sta diventando un problema, una possibilità, una risorsa. I riti urbani possono essere riconvertiti in nuovi programmi funzionali che rispettino i luoghi e le comunità insediate. Nelle città si sono create delle contingenze secondo le quali l’industria del tempo libero consuma i luoghi (il turismo veloce ne è un’esemplificazione) senza che avvenga alcun tipo di crescita spaziale controllato sul piano qualitativo, e senza che sui luoghi intervengano tutte le energie culturali della società. Il leisure può invertire la tendenza al consumo.
[2 ]
Rojek, Chris, Susan M. Shaw, and A.J. Veal (Eds.) (2006) A Handbook of Leisure Studies. Houndmills, UK: Huzinga, Johannes. Homo Ludens, Peter Borsay, A History of Leisure: The British Experience since 1500, Palgrave Macmillan, 2006