UN SAGGIO SU ROSSI


Due Saggi sull' Architettura 
baukuh
sagep edizioni 2012


















In due testi, Le promesse non mantenute di L´architettura della città e Affinità / divergenze fra il compagno Grassi e noi
Il collettivo baukuh affronta il proprio rapporto con la generazione che ha voluto porre l´architettura come segno concreto della trasformazione della città. "Il tempo trascorso con un libro non è mai del tutto sprecato, nemmeno se l’esperienza non è stata felice: qualcosa da imparare c’è sempre."           
Qui almeno la metà del tempo è stato prezioso, perché di questo libro doppio, due saggi, uno su Giorgio Grassi l'altro su Aldo Rossi, quello su Rossi è davvero bello.
Rossi è riletto con la giusta distanza, la giusta curiosità, e con una gran voglia di rimettere in gioco le idee, attualizzandole naturalmente.










Il pezzo su Grassi, di lettura al limite del comprensibile, sembra la trascrizione di  una seduta psicanalitica. Manca la distanza manca il confronto, tutto si riduce ad un'analisi filologica di testi e pensieri Grassiani. Certo non avendo mai amato o meglio capito Grassi, per me il compito della lettura non è stato facile.
Nonostante la buona volontà non sono riuscito a concluderlo. E l'ho lasciato lì.
Quindi preferisco tornare alla parte che sia a livello di contenuti che di scrittura mi ha interessato di più il saggio sull'Architettura della città.


L'architettura della città è secondo me la cosa migliore prodotta da Rossi, proprio per le contraddizioni contenute al suo interno ed anche perché molto lontano da ciò che in seguito ha prodotto Rossi come architetto.
Un libro pieno di contraddizioni, l'ho sempre considerato tale, e leggerlo su uno scritto attento come questo di baukuh, mi ha fatto sentire bene fin dalle prime righe, mi sono detto, allora qualcosa l'avevo capita.
L'architettura della città è uno strano libro: certo non ci si può leggere quello che si vuole, ma allo stesso tempo non è facile mettere assieme tutti i pezzi. Il libro definisce così un paesaggio in cui si combinano imprecisione e nettezza; si potrebbe essere tentati di dire che L'architettura della città è un libro urbano, fatto di regioni imprecise, anche piuttosto mediocri, e di veri e propri monumenti.










Dopo questa premessa il percorso è stato facile perchè gli autori ci prendono per  mano e ci guidano attraverso questi territori fragili, ci mostrano le debolezze, ma anche i punti forti di una teoria apparentemente confusa, che nella storia ha acquistato valore e significato, anche per le interpretazioni che gli sono state attribuite.
In questo viaggio i baukuh sono bravi davvero, perchè con una scrittura fluida, ironica e profonda, non si perdono attorno a questioni di principio, citazioni, ed interpretazioni riportate. 
Ci raccontano il loro Aldo Rossi, ci raccontano la loro visione. 
E questo è il miglior modo di raccontare un libro di teoria, lo fanno con leggerezza e questo non è una cosa troppo normale oggi.
Critici, intellettuali, professori universitari, tracciano una linea e prendono posizione decidono da che parte stare. I bravi architetti camminano su questa linea, non possono e non devono definire la posizione devono saper guardare entrambi i lati e da li attraverso il proprio lavoro trovare il giusto sguardo, che può anche cambiare nel corso del tempo.
Baukhu, non interpreta, viviseziona,  o meglio scompone il testo secondo un indice preciso. Isola dei temi, non legge ma ci aiuta a rileggere Rossi e questo è un bel modo di affrontare la sfida con un caposaldo della Teoria Architettonica.
Come ho detto questo scritto traccia una linea ma prima di farlo segna i punti, ogni punto è un capitolo ogni capitolo, un frammento una dichiarazione, una sfida, un nuovo punto di partenza.
 Il  saggio del gruppo milanese  viene costruito come un legal thriller, un pubblico ministero indaga su un crimine e cerca lentamente di arrivare ad una soluzione del caso senza colpi di scena, elencando i fatti o meglio quello che i fatti sembrano descrivere, e dai fatti che la storia prende forma.
E' difficile per me rendere con un commento l'esattezza e la leggerezza (leggerezza non intesa come superficialità ma come capacità di sintesi profonda) di molti pensieri racchiusi in questo saggio, io cerco di spiegare i motivi che mi hanno portato a scegliere dei libri invece di altri, quindi spero che gli autori non se ne abbiano a male se per farlo uso le loro parole, la loro divisione in frammenti per dare un'idea del libro.
Basteranno poche frasi scelte a caso per darne l'idea e per convincervi a leggerlo.

Condizioni del libro: Milano 60
Rossi è completamente e serenamente moderno
Condizioni del libro: Italia 60
Vede la ricostruzione ottimista
Coraggio di Aldo Rossi
Ambizione e innocenza coincidono in un progetto del tutto consapevole dei suoi rischi
Fonti del Libro: Le Corbusier
Rossi riconosce nell'ultimo Le Corbusier un problema e riconosce la necessità di una revisione dei pricipi del movimento moderno.
Fonti del Libro: Loos + Levi-Strauss
Offrono a Rossi un modello di scrittura
Fonti del Libro: Loos
Per Rossi il caso Loos espone chiaramente come un cambiamento di paradigma nella lettura della società possa diventare il presupposto di una nuova architettura.
Fonti del Libro: Levi-Strauss
Consente a Rossi di rileggere il racconto delle origini di Loos da un punto di vista razionalista
Titolo del libro, oggetto del libro
Parla di architettura, non di città. ma parla di architettura a partire dal fatto che l'architettura presuppone la città.
Obbiettivo del libro
L'autonomia che Rossi rivendica per la disciplina è semplicemente la conclusione di un discorso interdisciplinare che produce anzitutto una immagine più complessa dell'architettura.
Contro il funzionalismo ingenuo
Una polemica contro ciò che Rossi definisce funzionalismo ingenuo.
Natura, Città, Architettura
Il paesaggio artificiale della città deve essere capito e trasformato, non certo negato.
Errori di Aldo Rossi
L'alleanza di Rossi con Boullè e Durand è un errore strategico, non tattico.
Tipo
Il tipo diventa così per Rossi, lo strumento per esporre in architettura un significato.
Boullè
Il saggio su Boullè uccide definitavamente le promesse di un'architettura della città.
Luogo
La lettura della città che Rossi propone richiede un'architettura molto più distaccata e molto più silenziosa di quella di Boullè, un'architettura in cui materialità ed astrazione coincidano.

Ecco che una volta sezionato il libro assume un significato completamente nuovo, perchè le parti funzionano anche isolate una dall'altra, perché non si fermano solo al racconto dell'opera, ma descrivono l' anima di Rossi, la situazione culturale in cui il libro è nato i suoi riferimenti.  Così facendo contribuiscono a ri-costruire un pensiero teorico, ancora da scoprire e chissà magari oltre le intenzioni volute dall'autore. Baukhu rilegge Rossi, re-inventandolo.
Ringrazio tutte le mani che lo hanno scritto, delle promesse non mantenute da Rossi ho adesso un' idea molto più chiara, e forse qualcuna Rossi l'ha mantenuta nonostante tutto, anche se proprio non ha mai capito Louis Kahn, oggi mi sta un po' più simpatico.
Grazie ad un gruppo di architetti milanesi che non hanno avuto paura del confronto con la storia.