DOGMA Una mostra, un libro, un'idea di architettura in sei brevi capitoli e alcune note

Una lettura del lavoro di Dogma prima della presentazione del libro 11 projects  il 28 giugno a Roma.
Forse un pò lungo come post, ma come sostiene il critico James Wood ''cercate di scrivere articoli lunghi ogni volta che potete. Rispetto all'epoca in cui ho incominciato a scrivere, una cosa che è cambiata è lo spazio che si può avere in rete per recensioni più ampie'' (grazie a Porzia Bergamasco per il suggerimento)

Quindi se non avete tempo scegliete un solo paragrafo e leggete quello....li ho scritti in modo che possano funzionare separati l' uno dall'altro. Buona lettura. 













DOGMA
11 projects
AA PUBLISHER 2013



Premessa 
All'Architectural Association di Londra è in corso una mostra sullo studio italiano Dogma, formato da Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara, accompagnata da un bel catalogo con testi di Brett Steel, Gabriele Mastrigli e degli stessi Aureli e Tattara.
Dogma negli ultimi anni si è fatto conoscere attraverso premi,  riconoscimenti e partecipazioni a mostre e pubblicazioni internazionali, nel 2006 ha ottenuto il Chernikov Prize come miglior studio emergente. Partecipa alla Biennale di Venezia in diverse occasioni: tra gli architetti invitati al Padiglione Italiano curato da Franco Purini nel 2006 e nell'ultima edizione 2010 insieme a Peter Eisenman e Jeff Kipnis, con un progetto interpretativo del Campo Marzio di Piranesi.
Il loro lavoro si arricchisce di una fase di ricerca portata avanti attraverso l'insegnamento che integra e completa quella dello studio di architettura. Nel loro profilo si definiscono educatori prima che architetti, insegnano ed hanno tenuto corsi nelle più prestigiose scuole di architettura del mondo, Berlage Institute, Yale, Harvard, ETH, Architecural Association.
Il loro programma su Capital Cities al Berlage Istitute è forse una delle migliori ricerche sulla città degli ultimi anni, Bruxelles, Tirana, Roma, Atene (1) sono solo alcune delle capitali di cui si sono occupati. La città per loro è il campo dazione ma anche lo strumento attraverso il quale interpretare i cambiamenti politici e sociali del contemporaneo, un testo da leggere e riscrivere di continuo. (2)
Lo dico subito perché non voglio nasconderlo tra le righe,  alcuni dei loro progetti potranno non convincervi del tutto, alcuni dei loro testi dovrete rileggerli più di una volta per coglierne i veri significati, ma anche quando non sarete in linea con loro, Dogma vi lascerà qualcosa dentro. Era da tempo infatti che mancava nell'architettura italiana unopera così completa, uno spazio tra teoria e progetto, ed un desiderio di dare ancora una volta valore all'architettura. 

11 Projects AA  londra 2013


1. istruzioni d'uso per una corretta lettura dei progetti in mostra
La mostra va letta come rappresentazione di un modo di operare  che vede il progetto come atto fondativo, perché delimitare un intervento significa prima di tutto trovare i suoi confini, la linea lungo la quale  le cose accadono.
Per Dogma questo avviene attraverso la forma più semplice possibile, quella del recinto.
Tuttavia l'immagine del recinto non è usata nel senso dell'origine, dell'atto di fondazione, del temenos. Al contrario il limite agisce in un contesto attivo e implica una certa precarietà. (3)

2. la mostra
La mostra ha un allestimento essenziale e allo stesso tempo molto chiaro. Al centro dello spazio troviamo 11 supporti sui quali poggiano 11 volumi che descrivono altrettanti progetti.
I libri quadrati di grande formato raccolgono il racconto dell'architettura: testi, disegni e immagini.  Sulle due pareti contrapposte: la rappresentazione dellarchitettura da una parte,ve dall'altra il disegno realizzato a mano, utilizzato per riflettere sul progetto nella sua fase embrionale.
Un dialogo tra la carta (la rappresentazione) e il territorio (il paesaggio come spazio urbano).



11 Projects AA  londra 2013



11 Projects AA  londra 2013



11 Projects AA  londra 2013




3. i libri come strumenti di pensiero 
I libri  in mostra non sono solo il racconto teorico del progetto, ma assumono un significato fondamentale perché sono proprio i testi che accompagnano lopera a creare un percorso parallelo nel quale le ricerche personali di Tattara e Aureli si fondono in unidea comune di architettura. 
Il libro come strumento operativo del mestiere dell'architetto.
Aureli, come pochi altri architetti della sua generazione, sembra accettare l'idea di poter fare più di un mestiere, di poter essere un critico, un saggista, un progettista, un educatore.
Ma dopo aver letto The possibility of an Absolute Architecture e The project of Autonomy (4) possiamo tranquillamente costatare che questi libri non sarebbero stati scritti se in qualche modo il contenuto di quei saggi non avesse avuto una relazione con gli aspetti interiori del lavoro del progettista. La scrittura per entrambi i componenti di Dogma è sempre determinata dall'evoluzione del  progetto  nel suo insieme.
I saggi come i libri si situano in una terra di confine tra azione, ricerca storica e sua interpretazione. La storia assume attraverso il testo nuovi significati e il lettore, anche quando in disaccordo, raccoglie la sfida e formula un pensiero sempre nuovo e stimolante. I saggi raggiungono così il loro scopo non attraverso l'accettazione da parte dell'autore della sua identità o del suo ruolo di critico, ma piuttosto attraverso l'elusione di tale ruolo. La loro è una scrittura politica che ha come fine ultimo la costruzione di un idea di città.


11 Projects AA  londra 2013




11 Projects AA  londra 2013




4. il catalogo 
Il libro legato alla mostra (5) (chiamarlo catalogo sarebbe riduttivo) rispecchia con forza l'idea di architettura di Dogma, nessuna parte prevale sull'altra, e tutto appare più chiaro dopo la lettura critico-biografica contenuta nel saggio di Gabriele Mastrigli che risulta molto più forte ed incisiva di quello  di Bret Steel. Il direttore dell'AA infatti non riesce a decodificare la ricerca di Dogma perché forse un po' troppo lontana dalla propria.
Per Mastrigli il discorso è completamente diverso, lui è il contrappunto esterno allo studio, con loro condivide idee e riflessioni, quindi ne racconta le visioni senza filtri e senza doversi confrontare con pregiudizi dettati da questioni meramente linguistiche ed accademiche. 
Due i testi di Aureli e Tattara che guidano il lettore nellapprofondimento dei singoli progetti e che ne inquadrano la scala: A limit to the urban: notes on large scale design e Barbarism begins at home: notes on housing. Città e Architettura sono la coppia dialettica attraverso la quale il discorso politico sulla città prende forma. In tutti i progetti questo dialogo è aperto e ognuno delinea un manifesto, un procedere per passi successivi dei due architetti che cercano continuamente la soluzione migliore attraverso le tensioni che si creano tra le scale diverse.
Le loro opere generano unapparente opposizione dialettica tra natura e forma architettonica prodotta dall'uomo. In realtà la rappresentazione dello spazio (la carta) costruisce un dispositivo dinamico sul territorio capace di generare spazio urbano attraverso la natura del paesaggio.


5. i progetti (6)
Gli 11 progetti possono essere considerati come 11 capitoli di un discorso in continua evoluzione, ogni progetto è la diretta conseguenza dell'altro e sottolinea il carattere evolutivo dell'opera di Dogma.
Al contrario di quello che si potrebbe pensare dopo un'analisi superficiale, l'architettura per loro non è puro linguaggio, ma una reiterata indagine sulle possibilità del progetto, che nasce dal dialogo continuo tra critica operativa, politica e architettura. Il nesso tra le parti  va ricercato nella possibilità di definire forme e riferimenti che pur nel loro ambito specifico contribuiscono a portare avanti un discorso teorico sulla città. (7)
Spesso Dogma viene attaccato dalla critica nostrana perché apparentemente ripropone come modello architetture del recente passato, ma la sua lettura è sempre frutto di uninterpretazione che il più delle volte attualizza i contenuti  trasformandoli  in possibilità e forme urbane di carattere completamente diverso dai modelli citati. La stessa scelta a priori del quadrato come forma semplice per eccellenza è la prova del loro rifiuto per la forma come risultato compositivo ed è invece il trionfo dell'uso del modello come macchina astratta capace di generare il progetto della città.
Tra i progetti che derivano dallidea interpretativa:  Stop City (2007), A Simple Heart (2002-2010) e Locomotiva 3 (2010).
Il progetto più innovativo invece, City Walls (2005), che risulta vincitore del concorso per una nuova città in Corea.
Seguono una serie di progetti di concorsi sullhousing che sono in un certo senso figli del progetto di matrice totalmente teorica A Field of Walls (2012). O forse questultimo è la materializzazione concettuale dei progetti che investono più di altri il campo del reale come Frame(s) (2011), Gardens (2012), Gardens, Fields and Workshops (2011).
Ma andiamo con ordine.


City Walls (2005)



City Walls (2005)


City Walls è uno dei primi progetti di concorso in ordine cronologico, raccoglie tutti i temi che poi verranno sviluppati nel corso degli anni da Dogma, è un intervento a larga scala in cui l'architettura ha un ruolo fondamentale, è un progetto sui limiti e su come questi diano forma alla città. Ed è un progetto sul vuoto, vera e propria matrice dello spazio urbano. È una città di stanze invece di una città di strade, una città di muri invece che una città di edifici iconici. (8)
È il vuoto a dare la forma urbana e non com è successo fino ad oggi il costruito. (9)



A Simple Heart




A Simple Heart



A Simple Heart



A Simple Heart raccoglie idee e riflessioni fatte durante un lungo periodo e completa l'idea di lavoro a larga scala. La parte nord-ovest del continente europeo si riorganizza come una grande industria dell'educazione.(10) 22 learning centers formati da grandi recinti di 800x800 metri localizzati lungo il sistema ferroviario, ognuno concepito come una struttura residenziale minima, un grande albergo-casa, che contiene allinterno del suo perimetro parte della città esistente, coperta  e così trasformata in un grande interno. (11)


Stop City




Stop City


In Stop City comincia a prendere forma unidea di architettura non figurativa, uno spazio astratto concettualmente neutro, che fa da sfondo al paesaggio. 
Unarchitettura liberata dall'immagine e dallo stile. (12)
Si tratta di un arcipelago di isole urbane pensate per 500.000 abitanti, una serie di edifici lamellari che creano ancora una volta un recinto attorno ad una porzione di territorio.
Il passaggio dalla grande scala all'abitazione è affrontato in modo brillante con tre progetti, ognuno dei quali si occupa di ripensare non tanto la tipologia ma la struttura dei quartieri residenziali che affrontano prima di tutto gli aspetti della nuova condizione contemporanea.
L'approccio di Dogma è sempre lo stesso, si parte da unanalisi teorica, per riflettere poi sulle condizioni legate al vivere associati, cercando gli strumenti operativi capaci di generare le possibilità di trasformare la società e lo spazio abitato.(13)
Le case non dovranno più essere macchine per abitare che ottimizzano la dimensione di una cellula base, ma vengono ripensate come uno spazio fluido, continuo. Per farlo Dogma elimina ogni costrizione al movimento ripartendo dai fondamentali sistemi di definizione dello spazio domestico, lo spazio da abitare è lo spazio tra i muri, ed il muro non è unicamente una separazione ma un dispositivo attraverso il quale creare delle connessioni in essence, the house can be built as a single room a long tunnel room running through the building. All services are incorporated in the walls........

Se si osservano con attenzione: City Walls e Frames,  due progetti a scala completamente diversa si può comprende come entrambi usino larchitettura come strumento per disegnare la città, lidea stessa di scala viene annullata dal valore dato allelemento base del progetto, il muro,  che struttura lo spazio urbano o lo spazio dellabitare allo stesso modo. Lo spazio urbano diventa un interno, lo spazio dell'abitare uno spazio proiettato all'esterno Larchitettura agisce sia come Infrastruttura che come Microinfrastruttura (14) e la vera forma dellarchitettura si svelerà nel momento esatto in cui questi progetti entreranno a far parte della scena urbana, e in quel preciso momento si potrà capire molto di più dellarchitettura di Dogma.

6. l'immagine non è rappresentazione di una realtà oggettiva ma è essa stessa il progetto
Oggi all'immagine è demandato il valore che un tempo era dell'architettura, cerca di riprodurre il reale sostituendosi ad esso.
Dogma considera l'immagine come un progetto a se, e non come suo simulacro, l'immagine non riproduce ma è l'essenza stessa dell'architettura, non si discosta dal testo ma è un suo naturale completamento. Nella mostra e nel catalogo questo è evidente, l'uso dell'immagine svela due aspetti fondamentali degli  autori. 
La loro immensa cultura artistica e la volontà di considerare l'immagine stessa come un fatto compiuto, unazione concettuale che diventa modello della realtà e non sua mera riproduzione.
La loro produzione  ha radici profonde nella storia dell'arte e della fotografia, da Manet (15) e Gerard Richter a fotografi come Lewis Baltz, artisti che non cercano una forma espressiva per riprodurre il reale ma un agire che sia esso stesso realtà.


7. un'idea di architettura assoluta 
La ricerca di un'architettura assoluta è quasi una provocazione, in realtà Dogma sfrutta un momento critico della contemporaneità per riportare l'attenzione sull'importanza dell'architettura come disciplina autonoma capace di diventare strumento di azione politica sulla città, dove la politica non deve essere confusa con la propaganda e l'architettura non deve essere utilizzata solo per creare consenso.(16) 
Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara hanno linteligenza e il talento per gettare le basi per un nuovo dibattito sul ruolo dellarchitettura nella città contemporanea, hanno la capacità di mettersi in discussione di continuo, non sono accademici, ma amano insegnare, perché sono architetti appassionati. Peccato che se ne siano accorti solo allestero e in Italia siano ancora guardati con sospetto da critici e architetti. Questo significa che non tutti sono pronti a riprendere a discutere darchitettura confrontandosi con idee diverse dalla propria. Io sono sempre stato convinto del contrario: è attraverso il confronto che si continua a crescere e a comprendere la propria posizione culturale.



11 Projects AA  londra 2013







(1) arte e critica ottobre 2011
(2)La mostra A vision for Bruxelles: imagining the capital of Europe è stata presentata per la prima volta al Bozar di Bruxelles nel marzo del 2007, ed è curata da Pier Vittorio Aureli e Joachim Delclerk. La mostra è stata accompagnata dal volume Brussels a Manifesto: Towards the Capital of Europe pubblicato da Nai Publisher, Rotterdam nel 2007. Il progetto, oggetto della mostra, e la pubblicazione sono stati sviluppati all'interno del programa Capital Cities: City as Political Form diretto da Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara presso il Berlage Institute.
Gli altri volumi della serie Capital cities: Rome The Cetre(s) Elsewhere Skira 2010  a cura di Pier Vittorio Aurei – Martino Tattara – Gabriele Mastrigli – Athens Labour City Architecture  thesis studio at the Berlage Institute 2010-2011

(3) Il progetto pur nella sua forma assoluta è instabile perchè non è unicamente frutto di una scrittura architettonica, ma prodotto di un pensiero complesso sulla città che ha lo scopo di costruire, attraverso l'opera, uno spazio di osservazione, che fornisca una chiave di lettura della realtà.
(4)Pier Vittorio Aureli The possibility of an Absolute Architecture the Mitt Press Cambridge,   Massachusetts 2011
  Pier Vittorio Aureli The project of autonomy Politics and architecture within and against Capitalism Princeton Architectural Press New York 2008
(5) DOGMA 11 PROJECTS Architectural Association London 2013
(6) Per progetto sintende una pratica fondata sullideazione di qualcosa a venire, cioè sulla previsione e, soprattutto, sullo sforzo programmatico di elaborare i mezzi e le forme attraverso cui rendere effettiva lideazione stessa. Il progetto non è solo lidea, esso è la messa a fuoco di un apparato di strumenti, di forme e di figure in grado di rendere intelligibile e, dunque, pubblica ed effettiva, lidea. È lintelligibilità lobbiettivo più concreto del progetto perché il suo scopo non è quello di essere una semplice istanza di cambiamento, ma listanza di cambiamento che più si vuole potente quanto più si deve concepire come programmaticamente analizzabile...
(7) Con le armi della Teoria. Architettura come progetto politico
Pier Vittorio Aureli, Gabriele Mastrigli:  http://architettura.it/files/20070411/index.htm

(8) Op. cit dal testo del progetto pubblicato sul catalogo
(9) The city will be perceived as a sequence of rooms in which content is staged as furniture and further development inside the urban rooms will be visible, avaiable and playful, but also overwhelmed by its captive condition. Aureli-Tattara  Questo progetto secondo me è in continuità con l’interpretazione che Aureli fa del Campo Marzio di piramesi  e della Pianta nel Nolli in un capitolo del suo The possibility of an Absolute Architecture.
(10)Architecture is completely liberated from any functionalist or programmatic  duty, and it serves production only by means of being there as framework, as place. Qui il riferimento e la reinterpretazione di un bellissimo progetto di Cedric Price, si fa strumento operativo, Labor and Architecture: Revisiting Cedric Price's Potteries Thinkbelt; Pier Vittorio Aureli, December 2011, Log 23, Fall 2011  A fundamental aspect of Price's work was his concern with the possibility of "enabling" human creativity through an environment devoid of the usual spatial constraints of traditional architecture…
(11) Citazione della grande cupola geodetica di Fuller che trasforma parte dell'isola di Manhatthan in un grande spazio interno le cui regole d'uso cambiano completamente rispetto al resto della cittá.
(12) Commanders of the field: Notes on the architecture of dogma Gabriele Mastrigli  Op Cit 5
(13)These inventions make it clear that housing is always a historically constructed form whose purpose is to manipulate the most basic aspect of life.
(14) Per una definizione di Microinfrastruttura rimando alla definizione data nel libro IaN+ Modelli  Carmelo Baglivo - Luca Galofaro edizioni Libria 2010
(15) Manet: Images for a World Without People Pier Vittorio Aureli on Scapegoat Issue 03 2012
un testo in cui Aureli riflette sul ruolo che oggi ha l’imagine nel fare architettura, attraverso un discorso critico sul lavoro  del pittore Edouard Manet…….which I belive offer an engaging understanding of the production of images as materials entities liberated from they role as mere simulacra of reality. PVA
(16) Forse l’unico rischio lo corre chi non comprendendo la ricerca, l’accetta acriticamente e la riproduce come una lingua. Il rischio esiste, specialmente nelle scuole, e questo è quello che Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara devono assolutamente evitare.