I RACCONTI DEL PALAZZO ENCICLOPEDICO
















Il Palazzo Enciclopedico

guida breve alla Biennale di Venezia 2013
a cura di Massimiliano Gioni
ricerca e testi: Chris Wiley
testi: Shira Baker
Sam Korman
John Arthur
Rachel Wetzler



Della biennale di Venezia è stato scritto tanto io non farei altro che aggiungere la mia voce al coro dei commenti positivi. Quindi parlerò come al solito di libri, sono stato indeciso fino all'ultimo se prendere o no il catalogo ufficiale, ben fatto in due volumi, forse un po' caro (90 euro), ma presto si troverà scontato in qualche libreria dell'usato mi sono detto, a volte bisogna saper aspettare per godersi un bel libro.
Poi però ho sfogliato la guida breve e sono rimasto folgorato, perché questo piccolo volume ad un prezzo accessibile (15 euro), racconta si la biennale ma in realtà mi ha svelato subito una chiave di lettura diversa, perché non è un libro d'arte, le immagini sono piccolissime e servono solo per un link mentale veloce con quello che si è visto.




Questo libro invece é una raccolta di racconti, storie fantastiche in cui l'arte succede per caso, a volte è protagonista delle atre appare solo come sfondo.
Tornando a casa ti viene voglia di leggere una pagina al giorno, farla durare nel tempo questa sensazione qui, perché anche la scelta stilistica della scrittura non è propria dell'arte, ha una componente narrativa forte e sensuale, sembra di vedere i luoghi descritti, gli spazi di lavoro degli artisti, la necessità a volte incalzante del dipingere, del cercare un linguaggio, o solo di scattare fotografie per passare il tempo.
Mi viene in mente un altro libro che mi aveva fatto lo stesso effetto, scusate la divagazione, un libro che ne conteneva infiniti, che raccoglieva quasi con fare enciclopedico tutte le storie più starne del mondo. Ho pensato che mio padre fosse dio (storie dal cuore dell'America raccolte e riscritte da Paul Auster) nel 1999 lo scrittore americano chiese agli ascoltatori della radio NPR di raccontargli delle storie, narrate in forma breve, non c'era nessun limite preciso, nessuna richiesta di stile, potevano essere tragiche, comiche oppure narrare eventi o piccole cose quotidiane.
Allo scrittore arrivano più di 4000 storie, e lui le ricompone con grande sensibilità, le selezione e le organizza in un libro. Ogni storia porta la firma di chi l'ha scritta e il luogo, tutte quante restano con noi anche dopo che abbiamo concluso la lettura del libro... Le immagini si mantengono vivide, intense, eppure quasi senza peso...
Ecco penso che la guida breve al Palazzo Enciclopedico sia un libro come questo, mette in scena una serie di cosmologie personali (ma che in fondo raccontano le ossessioni e i desideri di tutti noi) i tempi sono diversi dilatanti in un infinito istante, non c'è distinzione tra linguaggi, periodi storici, tra antico, moderno o contemporaneo, si spazia dall'inizio del secolo ad oggi.
Sfumando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, l'esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandosi in particolare sulle funzioni dell'immaginazione e sul dominio dell'immaginario.
Quale spazio è concesso all'immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un'epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un'immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?














L'incipit è tra quelli che non si dimenticano la storia di Marino Auriti mette da subito in scena la figura centrale di questa biennale tagliata su quei personaggi, artisti, scrittori, scienziati, profeti o persone semplicemente il cui fare si discosta da quella che è considerata la normalità. Tutti hanno cercato, e cercano, perché il mondo è pieno di persone così, individui capaci di costruire un'immagine del mondo capace sintesi infinita di varietà e ricchezza.
In mostra arte contemporanea si, ma anche mondi nascosti, reperti storici, oggetti trovati artefatti, passioni ed ossessioni.
Ma torniamo alla storia che raccoglie tutte le storie, Mario Auriti deposita nel 1955 presso l'ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare il sapere dell'umanità.
Auriti chiuso nel suo garage lavora per anni alla costruzione di un modello dell'edificio che avrebbe ospitato questo museo del l'immaginazione.
Ecco sarebbe bello lasciare la biennale e immergersi nella vota di questo personaggio, che ne racchiude infiniti, una bella storia, che per intuizione del direttore di questa biennale, si realizza anni dopo quasi per caso e da forma fisica a quest'esposizione immaginaria.
Continuando la lettura, le storie aumentano e si susseguono incalzanti, quasi le opere hanno un importanza secondaria, anche quelle di artisti importanti. Perché c'è in questa ricerca la voglia di sperimentare e capire prima di tutto di cosa si alimenta l'immaginazione umana. L'arte come chiave di lettura del mondo. 
Ma anche una mostra che celebra i libri come strumenti di pensiero ...questo oggetto ormai a rischio di estinzione-come spazio rifugio, luogo della conoscenza, strumento di auto-esplorazione e via di fuga nel dominio del fantastico.