APRIL LIST




Hans Dieter Schaal
Mengels 2013




From the 1970s to the present day there is scarcely an architect who has produced such pioneering work as a creative explorer of limits, lateral thinker and stimulating inspirational figure than Hans Dieter Schaal. With a high level of professionalism Schaal has regularly provided us with essential food for thought and hypotheses as an architect, painter, sculptor, draughtsman, designer, garden and stage designer, Utopian, philosopher and author. His work has always been driven not by superficial effects, but by existential statement on what surrounds us in terms of facts and things that are concealed or suppressed. Schaals artistic statements have elicited responses at home and abroad and have influenced whole generations of younger designers to a considerable extent. 



Artist book / Limited edition of 99 copies numbered & signed by the artist Box-set containing 3 books: 
Sober Days
 Drinking from a Broken Glass 
 Marseille – Amman 
by Rafik Majzoub 
edited by Plan BEY. 


A set of 3 artist book It all started with a notebook drawn with ink and coffee by artist Rafik Majzoub, in 2009, during an alcohol rehab, and our will to reproduce the overwhelming emotion we had during our first contact with this notebook.What followed is a challenge to traditional publishing and a long research process for new printing and binding techniques that would allow us to reproduce the coffee and ink that show through the pages, the versos that tell as many stories as the rectos, the crossing outs, the pen strokes, the collages, and all the details that make the authentic charm of an artist book!Without falling into facsimile and mechanical reproduction, this edition is all about the right format, printing technique, feel of paper inside and fabric outside, and the handwritten title on pieces of masking tape… All those small details that are overlooked by traditional book printing, and that are an important part of the experience of contact with an artist book.It is also a questioning of the traditional process of book production, in all its stages, and a first adventure in the seldom-charted territories of artist books production in Lebanon.Rafik’s love for the bottle being what it is, the release of the book is accompanied by a limited edition of 9 coasters especially printed for the occasion, as well as a series of posters.






Peter Eisenman
Inside out 
Scritti 1963-1988
Quodlibet Abitare, 2014
Con un saggio di Roberto Damiani


Da oltre cinquant’anni e come un fiume carsico Peter Eisenman spesso, dopo un’eclisse all'apparenza irreversibile, è risalito alla ribalta, grazie soprattutto a una incessante attività di scrittura. Costantemente in preda a una «ansia teorica» in un’epoca più votata alla prassi, l’architetto americano non ha mai smesso di riflettere sulla propria disciplina riservando sempre un posto privilegiato all’Italia, visitata per la prima volta nel 1961 insieme con il suo mentore Colin Rowe, scoprendovi le proprie stelle fisse da Alberti, Palladio e Piranesi fino a Luigi Moretti e Giuseppe Terragni - l’autore più amato e il più studiato. Questa antologia, ampiamente illustrata, spazia dunque da alcune approfondite analisi teoriche come le pioneristiche indagini sulla dimensione concettuale e formale dell’architettura per arrivare infine a interpretazioni - o misinterpretazioni - ravvicinate delle opere di alcuni maestri del ’900 come Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Alison e Peter Smithson, James Stirling, Philip Johnson, Michael Graves, Aldo Rossi, John Hejduk, molti dei quali sono stati interlocutori diretti e talvolta amici personali dell'autore.
Rileggendo oggi questi saggi ci accorgiamo che, scomponendo e ridisegnando le loro opere, Eisenman ha costantemente riflettuto anche su se stesso usando quei maestri e amici alla maniera di maschere veneziane che, come insegna Hugo von Hofmannsthal, sono anzitutto libertà di esprimersi e polemizzare sotto un velo.







Andrea Branzi
Una generazione esagerata
Dai radical italiani alla crisi della globalizzazione
Baldini & Castoldi 2014

L'Italia è l'unico Paese europeo che non ha mai fatto una Rivoluzione: per questo motivo ha maturato una grande abilità nell'arte di gestire le proprie contraddizioni, senza risolverle mai completamente: così la categoria dell'esagerazione è diventata una strategia utile a dilatare, senza arrivare mai al punto di rottura, la convivenza conflittuale tra le parti sociali, tra la propria storia e il proprio presente": inizia così il nuovo lavoro di Andrea Branzi, il racconto di un'intera generazione di esagerati formatasi durante gli anni Sessanta, con un mondo schiacciato tra la Guerra Fredda e il Miracolo Economico. Una piccola minoranza prese il nome di radicai, iniziando a usare il conflitto non in chiave ideologica ma come tema figurativo: descrivendone gli effetti sulla cultura del progetto, Branzi giunge infine a una nuova definizione di progetto contemporaneo, spazio attivo e complesso che ci connette al mondo esterno.




Albert Plècy
Grammaire élémentaire de l'Image
marabout université 1971

L'oeil photographique et sese possibilités (photo stop, fluo photo, photo doublage, ciné-photo, photo zoom, photo vibration). La photo témoin. L'art photographique. La photo langage. La lecture de l'image. L'image synthèse.




Carver Country
Contrasto 2010 - Einaudi 2013

Il risultato è Carver Country, l’alfabeto carveriano in immagini, lettere inedite, testimonianze uniche (magnifica la postfazione di Tess Gallagher): uscì in Italia nel 2006 per Contrasto (curato da Sara Antonelli), ora Einaudi lo riporta in libreria. È l’eredità intima dello sguardo di Ray Carver, e del cosmo che l’ha generato. Senza abbellimenti o patina, senza trucchi da quattro soldi.




Vivian Maier
Street Photographer

A good street photographer must be possessed of many talents: an eye for detail, light, and composition; impeccable timing; a populist or humanitarian outlook; and a tireless ability to constantly shoot, shoot, shoot, shoot and never miss a moment. It is hard enough to find these qualities in trained photographers with the benefit of schooling and mentors and a community of fellow artists and aficionados supporting and rewarding their efforts. It is incredibly rare to find it in someone with no formal training and no network of peers.Yet Vivian Maier is all of these things, a professional nanny, who from the 1950s until the 1990s took over 100,000 photographs worldwide— from France to New York City to Chicago and dozens of other countries—and yet showed the results to no one. The photos are amazing both for the breadth of the work and for the high quality of the humorous, moving, beautiful, and raw images of all facets of city life in America’s post-war golden age.It wasn’t until local historian John Maloof purchased a box of Maier’s negatives from a Chicago auction house and began collecting and championing her marvelous work just a few years ago that any of it saw the light of day. Presented here for the first time in print, Vivian Maier: Street Photographer collects the best of her incredible, unseen body of work.




Choay
La Città 
Utopie e realtà
Einaudi


Nel momento stesso in cui la città del secolo XIX comincia ad assumere una propria fisionomia, si apre un nuovo procedimento di osservazione e di riflessione. La città appare ad un tratto come un fenomeno estraneo agli individui che la abitano e che nei suoi confronti si trovano come di fronte ad un fatto non familiare, straordinario. Lo studio della città assume allora due aspetti assai differenti. Nel primo caso è uno studio descrittivo: si osservano i fatti con distacco, si cerca di ordianrli secondo criteri quantitativi. 
A questa presa di posizione scientifica e distaccata si oppone l'atteggiamento di quanti si sentono urtati dalla realtà delle grandi città industriali. Per questi ultimi, l'informazione si integra nel quadro di una polemica e l'osservazione non può che essere critica e normativa poichè la grande città viene subita come un processo patologico. 
Fraçoise Choay, studiosa di urbanistica e critico d'arte dagli interessi filosofici e sociologici, ripercorre, attraverso una documentazione straordinariamente ricca e avvincente, questa duplice e contrastante reazione, che coinvolge pensatori politici, utopisti, architetti urbanisti, sociologi, filosofi, dalle metropoli della rivoluzione industriale alle città del futuro dei progettisti contemporanei. L'analisi strutturale e semiologica del quadro urbano è condotta attraverso i testi - spesso rari o introvabili - di trentasette autori: da Fourier a Wright, da Marx a Jane Jacobs, da Ruskin a Xenakis, da Gropius a Simmel. 




Mario de Quarto
Speravamo nei Miracoli
Marsilio 2014

Il microcosmo di un quartiere di Roma per spiegare il macrocosmo del nostro paese nel corso di un periodo per noi cruciale, la modernizzazione.Qui si raccontano storie che si sono svolte circa cinquanta anni fa nel cuore di Roma, nei rioni Ponte e Parione, tra piazza Navona e Castel Sant’Angelo.Storie vere che hanno per protagonisti artigiani e “stracciaroli”, preti e assistenti sociali, osti e maestri di scuola, nobili e malavitosi. E soprattutto una famiglia povera come tante: un padre imbianchino, una madre sballottata dagli eventi, una bambina che sogna svezzando i fratellini, la realtà che incombe. Soprattutto attraverso gli occhi dei fanciulli rivive un paesaggio che nel 1954 era fatto di edifici cadenti, muri scrostati, vicoli umidi e maleodoranti. Un mondo misero dove l’unico riferimento erano le parrocchie. La speranza era fede religiosa, l’assistenza era opera di carità. Ma attraverso gli stessi occhi vediamo cambiare molte cose nel giro di pochi anni: arrivano la tv, la plastica, l’automobile per (quasi) tutti. A via dei Coronari e dintorni il boom economico prende la forma dell’antiquariato. Spuntano decine di negozi di mobili antichi, e altrettante botteghe di restauratori. Si arriva così al 1965: siamo ormai nella società dei consumi. Le chiese cominciano a svuotarsi, i vecchi abitanti emigrano nei quartieri moderni, quelli con l’acqua calda nelle case. Tutto questo è raccontato miscelando storie orali, ricerche sui giornali, documenti originali, frammenti di antiche emozioni. Ne è venuto fuori qualcosa che non è romanzo né saggio né semplice cronaca. È, semplicemente, l’eco della vita di un popolo che non c’è più.


InK
postmedia 2014

Una rivista di testi inediti, arte, architettura, fotografia. Postmedia presenta il numero zero di INK, una pubblicazione (in edizione cartacea e digitale) che si propone come nuova piattaforma di comunicazione a disposizione della comunità scientifica dedicata alla cultura visiva contemporanea, soprattutto per le aree di arte e architettura. INK è una rivista nella quale gli studiosi possono presentare saggi, working paper, preprint o riproporre in italiano testi pubblicati all'estero, nasce con l'obiettivo di colmare un'assenza ma anche di dimostrare che si può uscire dalle logiche di chiusura che purtroppo troppo spesso dominano i nostri centri di ricerca. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito in tempi da record a questo numero zero e aspetto con curiosità i contributi di docenti e ricercatori che vorranno accompagnarci in questa nuova iniziativa editoriale.





Zeuler R. M. de A. Lima
Lina Bo Bardi
YALE University press




Lina Bo Bardi (1914–1992), one of the most important architects working in Latin America in the 20th century, was remarkably prolific and intriguingly idiosyncratic. A participant in the efforts to reshape Italian culture in her youth, Bo Bardi immigrated to Brazil with her husband in 1946. In Brazil, her practice evolved within the social and cultural realities of her adopted country. While she continued to work with industrial materials like concrete and glass, she added popular building materials and naturalistic forms to her design palette, striving to create large, multiuse spaces that welcomed public life.
Lina Bo Bardi is the first comprehensive study of Bo Bardi’s career and showcases author Zeuler Lima’s extensive archival work in Italy and Brazil. The leading authority on Bo Bardi, Lima frames the architect’s activities on two continents and in five cities. The book examines how considerations of ethics, politics, and social inclusiveness influenced Bo Bardi’s intellectual engagement with modern architecture and provides an authoritative guide to her experimental, ephemeral, and iconic works of design.