REM





REM
magazine 2014
MinKyung Han -Marco Belloni


Una nuova rivista concepita come un ring, così lo definiscono i due autori, in cui si sono affrontate coppie di architetti in attesa della 14th Biennale di Venezia. Ne parlo solo ora perchè mi è sembrato giusto aspettare che la Biennale chiudesse per valutare questi confronti. I numeri fino ad oggi sono 5 e io spero che l'avventura continui, con altri incontri e forse con altre modalità. Lette dopo la biennale queste interviste contribuiscono a definire ed affrontare il tema scelto dal Rem curatore, con un distacco maggiore rispetto ai commenti scambiati subito dopo l'inaugurazione. L'intuizione di prepare il discorso sui fondamentali, piuttosto che commentare dopo mi sembra molto interessante. In un mondo in cui la realtà è gestita e descritta dai commenti a ciò che accade, piuttosto che ai fatti che li provocano, fare una rivista che gioca d'anticipo è una bella scelta.
Gli architetti invitati, rispondono con serentità, definiscono i loro fondamentali senza influenze se non sicuri dei propri pensieri, non si possono allineare ad una o l'altra fazione, insomma si sono sentiti liberi di esprimere un opinione. Anche le scelte editoriali del gioco delle coppie è ben riuscita. La forma grafica semplice ed elegante riporta alle esperienze delle riviste autoprodotte degli anni settanta, ma con le possibilità del digitale l'esperienza  non ha nulla a che invidiare alle riviste stampate in tipografia. Ho scelto la forma dell'intervista agli autori per rovesciare i ruoli almeno una volta e per dare la possibilità ai due studenti d'architettura che l'hanno ideata e prodotta di raccontarcela salendo loro sul ring.
La rivista è arrivata al n.5 stampata in 50 copie numerate spedite per posta, su richiesta. 
Io incoraggio gli autori a continuare, e a far evolvere questo progetto, perchè facendo una rivista, scrivendo, selezionando temi e materiali si definisce e si capisce meglio l'architettura.







1. Nel nuovo mondo fatto commenti che seguono gli eventi ritrasmessi dai social network, voi fate una rivista che precede i contenuti della biennale di Venezia, anticipandone temi ed interpretazioni, perché avete iniziato questa rivista e perché così?

REM: nasce in occasione della 14a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, è stampato in 50 copie e viene distribuita gratuitamente. Ogni numero si concentra su ‘Fundamentals‘, tema scelto da Rem Koolhaas per la Biennale appena terminata. Non abbiamo nessuno sponsor e la rivista è finanziata interamente da noi stessi. L’idea di realizzare un magazine è venuta dal momento in cui il tema della Biennale di Venezia è stato presentato. Quando abbiamo iniziato questo progetto, non ci aspettavamo nulla, c’era la nostra passione per le fanzine e per l’architettura, sentivamo il bisogno di fare qualcosa che combinasse queste due passioni, ed ecco che è nata l’archizine REM. 
REM nasce anche dal desiderio diffuso, sopratutto nel mondo dell’architettura di interagire, dialogare e condividere idee con i ‘maestri’ a cui il mondo del progetto può fare riferimento.





2. La pratica dell'intervista o meglio del dialogo a distanza tra coppie di progettisti, è una formula che continuerete a proporre anche su altri temi?


REM: Gli architetti che scegliamo sono quelli che abbiamo conosciuto nella nostra esperienza università, dai professori e dai molti riferimenti segnalateci durante i nostri studi. Alcuni di loro sono i nostri preferiti altri i nostri idoli.
REM non è tanto un dialogo a distanza tra coppie di progettisti ma è da considerarsi più come un ring su cui si scontrano le visioni di due architetti alla volta con temi e caratteristiche comuni. Ciascuna delle 5 uscite previste mette a confronto, attraverso una coppia di interviste parallele, il pensiero, il lavoro ed il background, le aspirazioni, le ansie e gli interessi di ciascun architetto, designer o di chi in generale indaga lo spazio fisico.
REM attraverso le interviste non analizza, mette gli architetti uno contro l'altro sul ring da pugilato di Koolhaas.
Infine noi pensiamo che ogni progetto, ogni tema è un esperienza a se e va trattata con una formula, con un atteggiamento preciso, quindi non possiamo dire se riutilizzeremo ancora questo format.





3. Perché è una rivista a tempo?  e quale sarà il suo tempo secondo voi?

Il magazine è a breve termine, 5 issue, 10 interviste e 25 Elementi. Ma grazie alle numerose interviste, pensavamo di mantenere la pubblicazione fino alla fine di esse.
Abbiamo contattato 91 architetti di tutto il mondo, e abbiamo ricevuto 44 risposte, alcune positive altre negativi ma ugualmente interessanti, il totale è di 16 interviste, stiamo discutendo come continuare la pubblicazione, potrebbero essere pubblicate solo sul nostro blog, o potremmo continuare a stampare REM, non sappiamo con precisione, la certezza è che pubblicheremo tutte le interviste raccolte.
Si potrebbe considerare REM, (come scrive Amelia Taylor-Hochberg, editor di Archinect) anche come una performance, piuttosto che una pubblicazione, mettendo così i piedi saldamente a fianco ad altre manifestazioni satellite che si svolte durante la Biennale.





4. Trovo molto interessante anche il fatto di aver deciso di uscire su carta, con un oggetto artigianale, ma molto curato. Non rilegando le vs idee alla rete e alla forma del blog che differenza c'è secondo voi tra il blog e la vostra rivista stampata?

Mentre le riviste d'architettura italiane sono in crisi, noi intervistiamo, impaginiamo, stampiamo, pieghiamo e distribuiamo le 50 copie numerate del nostro magazine autoprodotto.
Nella versione cartacea i contenuti e la forma si fondono in un unico prodotto dando vita ad un nuovo periodico da collezione, stampato in tiratura limitata.
Per lottima riuscita di questo progetto dobbiamo ringraziare molto Davide Rapp, Architetto, Vide Maker e amico, dispensatore di ottimi consigli e Matteo Poli gentile supervisore del tutto. 





5. Il fatto di avere un nome così evocativo REM per gli architetti, è una scelta molto interessante, nasconde una componente umoristica e dissacratoria, a mio avviso nonostante i tanti significati che la parola può assumere il lettore pensa solo ad uno. Che effetto volevate ottenere?

REM non è un tributo a Koolhaas, infatti come suggerisce Wikipedia essa può assumere molti significati, ovviamente il lettore pensa solo ad uno, ma in realtà ne esistono molti. Per noi è fondamentale la componente dissacratoria e sopratutto umoristica per una buona riuscita di qualsiasi progetto.
Tony Fretton infatti scrive: “Is there no escape from Rem? Please also rename your magazine Alvaro”





6. Un gruppo romano i 2a+p hanno cominciato con una rivista quando erano studenti, e nel tempo l'hanno trasformata in uno studio d'architettura, avete in programma un evoluzione del gruppo 


REM: Il duo REM è formato da due amici, studenti con molti interessi in comune. E’ stata una bella esperienza e sicuramente non sarà l’unica. Ammiriamo molto SO-IL e Herzog e De Meuron, quindi perché non pensare in grande.




(1)

REM, according to Wikipedia
- a unit of radiation dose equivalent
- an Egyptian fish god
- an american rock band
- an EP by Green
- a Canadian real estate trade journal
- an inline comment in BASIC and some other computer languages
- illustrator and comic book artist
- rapid eye movement sleep
- rare earth metal
- reflection electron microscope
- Reichserziehungsministerium. Reich Ministry of Education in Nazi Germany
- Reticular erythematous mucinosis, a skin disease
- Rosicrucian Egyptian Museum
- REM island, home of 1964 pirate stations Radio and TV Noordzee
- REM World, a fantasy/science fiction novel by Rodman Philbrick
- a Shinigami character in ‘Death Note’
- an android character in ‘Logan’s Run’
- a character in ‘Trigun’
- Jacob Rem, an Austrian Jesuit
- Rem Koolhaas, a Dutch architect