JANUARY LIST
Daido Moriyama
Visioni del Mondo
Skira 2014
Considerato uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea giapponese, Daido Moriyama è un fotografo “on the road”, un viaggiatore solitario che nelle sue immagini in bianco e nero racconta visioni e mondi appena nascosti dietro la realtà apparente. Nel volume Visioni del Mondo, 250 immagini realizzate dagli anni sessanta a oggi si susseguono in un flusso continuo, spesso incalzante, a tratti improvvisamente sospeso, che ricalca il ritmo stesso di una vita libera, certamente inquieta, vissuta in cammino sulle strade del mondo.L’esperienza (sia essa di un luogo, di una persona, di una situazione come di un’atmosfera) è il fulcro della fotografia di Moriyama, che prende le distanze tanto dal tradizionale approccio reportagistico, quanto da forme di espressione intimistiche. Tale distacco avviene in modo forte, provocatorio, ben evidente nel processo che adotta, definito dal termine giapponese “Sakka” che vuol dire graffiare, lacerare, grattare via. Le fotografie di Moriyama sono sporche, sfocate, sovraesposte, graffiate, sembrano essere il suo unico mezzo, il più autentico, per avvicinarsi alla realtà, a quell’unica verità possibile che esiste solo nel punto in cui il senso del tempo del fotografo e la natura frammentaria del mondo si incontrano.È una ricerca quotidiana senza fine quella che spinge Moriyama a realizzare migliaia e migliaia di scatti, per anni, per una vita. Nel suo costante interrogarsi sulla fotografia sembra giungere alla conclusione che tutto ciò che lo sguardo incontra sia degno di essere fotografato. Non è importante il soggetto o l’autore, perché non c’è distinzione tra la realtà vissuta e la realtà nell’immagine (spesso fotografie di fotografie tratte da magazine, poster, pubblicità, televisione si mischiano a quelle scattate dal vivo). Ciò che conta è il frammento di esperienza, parziale e permanente, che la fotografia può trovare.Daido Moriyama è un fotografo-cacciatore che, libero da legami con un luogo d’origine o da vincoli dettati dalle convenzioni sociali, percorre le strade della vita aperto all’esperienza, pronto a filtrare attraverso i suoi occhi il mondo che incontra. Per questo motivo il suo lavoro, oltre a coinvolgere emotivamente lo spettatore nella narrazione di situazioni specifiche, offre un’immagine estremamente lucida di un paese, della sua storia, delle trasformazioni politiche, economiche, culturali e sociali che hanno dato forma all’attuale società giapponese.
Aristide Antonas
curated by Luca galofaro
Libria 2014
It is very difficult for me to write a text about Aristide Antonas that can follow a straight line; I could have been eased with the tools provided by the network, creating a hypertext with many links, redirecting to his website, his blog, his Flickr page, to his projects posted on some of the most important web magazines, to his many open dialogs with critics and colleagues. Even if it has been pretty difficult translating all this expressive complexity into a book, now I can say I found it very useful; following all these tracks I was able to find many common ideas and projects that brought me back to various investigations carried out with my office. In a way, I found myself lying on a couch for a psychoanalytic session dealing also with my work as a designer. This is very important for my writing: an exercise I need to understand how architecture can be a metaphor and a tool for political, social and economic change within our contemporary world. The idea was to put together a few housing projects, “always conceived as a flatten experience related to a concept of interface where living is projected to a bare experience of self in an invisible – un-existing reality. The dwelling projects give different answers to the same question: where is dwelling driven nowadays?” Through these projects, and the conversations with Aristide Antonas and Antonio Carbone (the publisher) we meant to design an Atlas that could embrace an imaginary where each part is directly linked to another, a map to read architecture in a different way.
The Letters of Colin Rowe: Five Decades of Correspondence
Daniel Naegele and Anthony Eardley
Artifice, 2014
Daniel Naegele and Anthony Eardley
Artifice, 2014
This book brings together 260 letters written by legendary architectural historian and critic Colin Rowe to family, friends, and esteemed colleagues. Spanning a period of over half a century, from the early 1940's until his death in 1999, Rowe's letters are to, among many, his parents in England and to friends Henry Russell Hitchcock and Ernst Gombrich; to colleagues Robert Maxwell, Judy Di Maio, Alan Colquhoun, Joan Ockman, Alvin Boyarsky, Phyllis Lambert, John Miller; to architects Louis Kahn and Peter Eisenman; and most intimately and candidly, to his brother, sister–in–law, and nephews in Oxford, England. Informal and elegant ruminations, they detail Rowe's life in Austin, Ithaca, Rome, and Washington addressing a wide range of subjects from furniture, landscapes, politics, history, education, and aging to architecture and the urban condition. Resounding with wit and wisdom, each is written in the incomparable style for which Rowe is justifiably famous. Letters are annotated and a chronology of Rowe's life is provided. Anthony Eardley coedits the book.
Neubau Forst Catalogue
Stefan Gandl
Lars Muller 2014
‘Neubau Forst Catalogue’ is a collection of detailed silhouettes of urban trees and separate tree sculptures. In years of manual work, using a method developed especially for this project, these details have been digitally removed from their original urban surroundings in Berlin.
The materials are distinguished by their extent, outstanding quality of detail, and excellent resolution of the usual autotraced digital tree library.
RAISONS D’ÉCRIRE. LIVRES D’ARCHITECTES, 1945-1999
Pierre chabard et Marilena Kourniati
La question de l'architecture réside-t-elle exclusivement dans l'oeuvre bâtie ? D'aucuns pourraient le penser, mais l'intérêt que les architectes ont toujours manifesté pour concevoir des livres surprend et interroge. Ainsi, l'étude des ouvrages écrits et lus par eux forme un champ de recherche tout à fait privilégié dont l'enjeu est de renouveler l'historiographie de l'architecture ; d'où cette série d'enquêtes rassemblées dans un livre portant sur sept publications cultes de la seconde moitié du XXe siècle, traitant toutes de la condition urbaine. Le questionnement commun de ces contributions porte sur ce qu'est un livre d'architecte : Relève-t-il d'une forme spécifique ? Qu'est-ce qui le singularise au regard de toute autre catégorie d'ouvrage ? Quelles sont les raisons d'écrire des architectes ? De Le Corbusier à MVRDV, les textes retenus n'ont pas simplement été considérés en tant que classiques mais comme de véritables instruments d'action qui redéfinissent les relations entre théorie et pratique de l'architecture. Ils ont été analysés tout à la fois comme des objets en tant que tels mais aussi comme participant d'un espace inscrit socialement. Ainsi font-ils partie d'une histoire sociale et matérielle de la culture architecturale, combinant l'étude des acteurs et des milieux intellectuels ou professionnels avec l'analyse de la matérialité des livres et de leur circulation.
Food Experience
Design e architettura d'interniTiziano Aglieri Rinella
postmedia books 2014
Se Ernesto Nathan Rogers esortava a progettare "dal cucchiaio alla città", oggi una nuova generazione di architetti e designer sembra voler partire non più dal cucchiaio, ma direttamente dal suo contenuto, il cibo, per progettare l'insieme delle esperienze ad esso correlate. Con il termine Food Design, secondo una recente definizione, si intende la progettazione del complesso insieme degli atti alimentari. Riconosciuti studi scientifici hanno dimostrato come l'ambiente all'interno del quale il cibo viene consumato abbia un impatto considerevole sulla nostra percezione del gusto. Questo implica un rapporto con lo spazio in cui l'azione si compie, in una complessa interazione tra cibo, uomo e ambiente. È fondamentale pertanto che il processo di progettazione prenda in considerazione tutti i livelli che concorrono nel definire l'esperienza del consumatore. L'intento del libro è quello di fornire una panoramica generale delle esperienze recenti in questo campo, fornendo indicazioni utili per l'attività progettuale, in un settore finora non sufficientemente esplorato nella ricerca e nella didattica.
Scarcity
why Having too Little Means So Much
Sendhil Mullainathan - Eldar Shafir
Scarcity
il Saggiatore 2014
In this exclusive excerpt of
Scarcity, Harvard economist Sendhil Mullainathan and Princeton
psychologist Eldar Shafir explore the concept of scarcity: its ubiquity,
its challenges, and its silver lining.
Scarcity
il Saggiatore 2014
Perché la povertà è così difficile da sradicare? E perché i piani per contrastarla si rivelano quasi sempre inefficaci? Per combattere la povertà – la scarsità cronica di denaro – occorre cogliere il filo che la lega a tanti altri esempi di scarsità: dalla mancanza di tempo di chi è oberato dagli impegni lavorativi alla solitudine di chi si trasferisce in una nuova città. Sendhil Mullainathan e Eldar Shafir dimostrano che tutte le forme di scarsità creano uno stato mentale simile. La scarsità influenza, a un livello subconscio, incontrollabile, le capacità cognitive e i comportamenti individuali e collettivi. Concentra tutte le energie intellettuali sulle risorse che mancano, migliorando la prontezza e l’efficienza nel rispondere alle esigenze più pressanti. Ma così facendo «cattura» la mente: se siamo preoccupati per la scarsità, abbiamo meno attenzione da dedicare a tutto il resto. Diventiamo meno intuitivi, meno lungimiranti, meno controllati: affrontare ristrettezze economiche riduce le capacità cognitive di una persona più di un’intera notte insonne. In quest’ottica non solo la povertà globale, ma anche i problemi della nostra vita quotidiana acquistano nuova luce. La psicologia della scarsità accomuna i venditori indiani di frutta e verdura caduti nella trappola dell’indebitamento e gli uomini d’affari superoccupati che faticano a prendersi cura dei figli, i coltivatori di canna da zucchero, chi affronta una dieta e chi gestisce ospedali sovraffollati. Se è vero che una scienza della scarsità c’è già, ed è – per definizione – l’economia, gli aneddoti, le ricerche e gli esperimenti sociali di Scarcity sono un invito a ripensare l’economia tenendo conto degli effetti cognitivi, e non solo quantitativi, della scarsità. Una prospettiva che può avere applicazioni innovative per i sistemi di welfare e le politiche di sviluppo globale, oltre che per orientare scelte e comportamenti di tutti i giorni, migliorando la qualità della nostra vita.
THE DESIGN OF SCARCITY
by Jon Goodbun, Micheal Klein, Andreas Rumpfhuber, jeremy Till
Strelka 2014
Luca Trevisani
Water Ikebana. Stories About Solid and Liquid Things
Humboldt 2014
Luca Trevisani ci guida nei luoghi di Glaucocamaleo, lungometraggio presentato al Festival Internazionale del Film di Roma (2013), e dell’omonima mostra al Museo Marino Marini di Firenze (2014). L’artista ci trasporta nel libero fluire del suo pensiero, ci narra incontri e scoperte, fatti e invenzioni, in un continuo gioco di rimandi tra scienza e arte. Attraverso undici racconti l’acqua è protagonista di questo originale diario di viaggio tra montagna e pianura. Pioggia o ghiaccio, grandine o soffice neve, è l’incessante passaggio di stato dell’acqua a mostrarci la vera natura delle cose, la loro eterna metamorfosi. Per Trevisani la natura altro non è che lo specchio in cui l’uomo vede la propria immagine e, riconoscendola, costruisce la propria storia. L’artista così riflette sull’origine dei luoghi, alla ricerca degli indizi di un futuro che cerca la sua forma.
Luce Attesa
Marco Delogu
Punctum 2015
"He wakes from a dream, disoriented, agitated. His wife is by his side.
She was next to him in the dream as well. And in it, too, he was agitated and out of sorts. They were driving together down a country road lined with trees and shrubs. There was an uncertain light. It may have been dawn, or after sunset. The sky was pale with a touch of red.
The landscape reminded him of an old oil painting, a rural scene, dark and desolate. The foliage of the trees loomed like clouds while the trunks threw thin shadows that accompanied them along one side of the road. [...]