HAUS RUCKER CO

Haus - Rucker - Co 1967 - 1977
Architectural utopia reloded
Walther Konig 2014
Architectural utopia reloded
Walther Konig 2014
Il movimento Radicale, per un lungo periodo, ha condiviso in tutta Europa una ricerca costante basata sul tentativo di rendere reale la visione del futuro. Ogni gruppo aveva la sua ricerca, che indagava il limite tra architettura, tecnologia e arte e interpretava la contemporaneità in modo diverso, ma sempre attraverso una forma narrativa demandata ad immagini che fondevano assieme disegno e collage.
Questa narrazione attraversava le discipline, arte, architettura e design e le faceva dialogare o tra di loro prefigurando spazi radicalmente innovativi, che concludevano bruscamente le pratiche avviate dal movimento moderno. Il loro lavoro disturbante e profetico, immaginava un futuro liberato dai dogmi di una disciplina come la’rchettura, incapace di fornire da sola soluzioni rassicuranti. Nel farlo ponevano questioni fondamentali sull'abitare e sulle ragioni più profonde del progetto. Il gruppo Austriaco Haus -Rucker - Co attraverso questi progetti cerca di espandere il campo della percezione, immaginando un mondo fatto di strutture temporanee che colonizzano i luoghi e ne amplificano le possibilità d'uso, una sorta di sovrapposizione dialettica tra presente e futuro dove la cosa importante non era tanto la forma della tecnologia ma la forma d’uso degli spazi.
Questa ricerca oggi trova riflessi diversissimi tra di loro e la cosa interessante di questa mostra è segnalarli non per i contenuti formali ma per le possibilità spaziali che queste ricerche recenti propongono, artisti come Tomas Saraceno che con In Orbit si rifà a Haus Rucker Co's cover (1971) e Olafur Eliasson, designer come Hussein Chalayan che con Place to Passage si rifà a Yellow Heart (1967) o gli architetti del collettvo Raumlaborberlin che con kitchen monument omaggiano direttamente Baloon for 2 e indagano quel confine tra le discipline che il gruppo austriaco aveva delineato con estrema chiarezza, attraverso forme di rappresentazione legate alla stratificazione di segni diversi.
L’architettura del gruppo nasce per vestire il corpo e poi, con il passaggio
alle strutture pneumatiche entra in contatto con l’architettura, esasperando l'instabilità del provvisorio.
The city begins to familiarize with
an alienating aesthetic out of keeping with itself. Foor it is made up of
simultaneous stories, reflecting an already existing, boundless and relentless
polycentric circulation. This imposes a revision of the relations between
nature and the articificial, between the artificial and the artificial, between
man and man.
L'architettura si presta ad un gioco
di interpretazioni e sovrapposizioni funzionali, dove la componente ludica e
sociale supera ogni forma prestabilità a priori.
Nella mostra, come nel catalogo, si
sovrappongono plastici e collage che utilizzano la città come sfondo al proliferare di
strutture pneumatiche, capaci di
reinventarsi di continuo e cambiare la forma stessa della città. Le strutture temporanee demarcano il
confine tra pubblico e privato generando spazi di relazione capaci di
trasformare la città stessa attraverso eventi straordinari.
Un'idea di abitare nomade che gioca
con le possibilità
della tecnica, se per un altro architetto Radicale come Hans Hollein tutto è architettura per il gruppo Haus -Rucker - Co l'architettura nasce
dalle relazioni tra gli abitanti. La città è un campo d'azione,
terreno fertile per dar modo ai loro progetti di crescere meglio che in ogni
altro laboratorio.
Cinquanta anni dopo se ne comprende
appieno il carattere innovativo. Il futuro è diventato presente. In questo
presente l’architettura
temporanea resiste al passare del tempo, e con il tempo stabilisce finalmente
un rapporto evolutivo.
Il libro, oltre a collezionare spazi,
presenta una selezione di disegni e collage dove città ed architettura si confrontano in un
dialogo ininterrotto. E dove è proprio il collage a stabilire un legame diretto tra realtà e visione, tra tessuto e frammento
capace di esaltare e coltivare l'immaginazione. Ai testi dei curatori si
contrappongono le parole dei componenti del gruppo raccolte in una serie di
interviste. Il libro si conclude con altre immagini dal futuro, o meglio con
una serie di istallazioni che hanno origine dalla poetica del gruppo radicale,
che come altri contemporanei ha saputo anticipare le possibilità dello spazio urbano, con leggerezza
ed ironia, segnando il punto di partenza di un’architettura in piena evoluzione.
Questo testo è stato pubblicato sul numero di Marzo 2015 di Arte e Critica