GAE AULENTI

Omaggio a Gae Aulenti
a cura di Nina Artioli
Corraini 2016

Non sono una collezionista ma ho raccolto negli anni le cose che mi incuriosivano .....

 Questo è un libro che racconta una casa, un rifugio forse, dal quale intraprendere un viaggio dentro l'immaginario di un architetto.
Certo non è una monografia, è un piccolo libro, solo un omaggio di una donna che guarda indietro al lavoro di un'altra donna. Due figure particolari una nonna e una nipote, che per proteggersi a vicenda si sono confrontate a distanza, si sono sicuramente guardate per anni, una crescendo l'altra invecchiando, due percorsi paralleli le cui direzioni si incontrano forse solo oggi. 

Con il filtro dell'affetto ed una complicità speciale che un architetto sente di avere quando ad un certo punto scopre nella sua vita che quella bambina con il capottino rosso che visitava con lei il cantiere della Gare d'Orsay di Parigi diventerà anche lei un architetto.
Ora per quanto Nina Artioli sia stata attenta a mantenere una distanza dall'ingombrante figura della nonna Gae, è stata brava a ridurla nel momento in cui è troppo importante per tutti gli altri architetti guardare indietro al lavoro di un maestro come é stata l' Aulenti.
Lo ha fatto con discrezione, raccontando prima di tutto il luogo che rappresenta alla perfezione la personalità poliedrica di un grandissimo architetto, il suo studio. Mettendolo in mostra come fosse un opera aperta, quello che è appeso alle pareti, gli oggetti, i disegni, le immagini,  tutti i progetti hanno prendono di nuovo forma da un unico spazio che è la sintesi di tanti luoghi diversi. 

Il libro é concepito come un opera teatrale in più atti e in cui l'unica protagonista è l'architettura, il progetto si ripete a scale diverse sempre uguale, ma sempre diverso, un' unica matrice mette in scena l'abitare.
Un grande museo, una scenografia, un oggetto di design per Gae Aulenti erano legati sempre all'idea di abitare il mondo, di sentirsi a casa nel mondo, che fosse la sua Milano o la lontana Tokyo.
Un opera in 5 atti, 5 spazi autonomi ma collegati tra di loro da un filo rosso, un'immaginario che guarda il reale con ironia e semplicità.
Ogni atto ha una breve introduzione una testimonianza di chi l'ha conosciuta di chi ha provato a guardare il mondo attraverso i suoi occhi. 

I luoghi di Gae
lo studio, la casa di milano e il rifugio estivo.

Il design e gli showroom,
con i frammenti che raccolti assieme compongono la geometria dello spazio.

Gli allestimenti,
che servono a chiarirsi l'idea di come saper narrare sia essenziale per un progettista.

Il Teatro
grande passione che l'ha aiutata a contenere le sue narrazioni in uno spazio tempo unico, rappresenta la capacità di Gae di sintetizzare un'idea in un luogo e in uno spazio delimitato che ogni spettatore guarda e sente in modo diverso.

I musei
spazi dell'immaginario comune, conservano la memoria e trasfigurano il futuro.

Infine semplicemente

l'architettura
che mette in scena il dialogo tra luoghi, città oggetti e sguardi.
Ogni luogo riporta i segni, le immagini i frammenti di una storia unica.

L'architettura nella quale mi piacerebbe riconoscermi deriva da tre capacità fondamentali di ordine estetico e non morale. La prima è quella analitica, nel senso che dobbiamo sapere riconoscere la continuità delle tracce urbane e geografiche sia concettuali che fisiche, come essenze specifiche dell'architettura. La seconda è quella sintetica, cioè quella di saper operare le sintesi necessarie a rendere prioritari ed evidenti i principi dell'architettura. La terza è quella profetica, propria degli artisti, dei poeti, degli inventori. 

 Questo è quello che dovrebbero essere gli archivi, grazie alla collaborazione di Nina Artioli e Francesco Samassa, il lavoro dell'Aulenti ci parla una lingua semplice, patrimonio comune da reinventare attraverso la nostra memoria.

It emerged as a form of dialectics attempting to bridge the seen and the unseen, the known an the unknown.

Gae Aulenti con la sua Architettura ha inventato spazi da vivere quotidianamente così come ha vissuto la sua casa studio, attraverso questo piccolo libro ci prende tutti per mano e ci fa guardare avanti come ha fatto con Nina molti anni fa, facendoci tornare bambini curiosi, ancora una volta.