QUANDO DISEGNARE SIGNIFICA ABITARE LO SPAZIO

Sei lezioni di disegno
William Kentridge
Johan & Levi editore 2016

Ecco un libro interessante, perché il tema del disegno è solo una metafora per raccontare la vita di un artista, e specialmente per spiegare il rapporto fondamentale con lo spazio di lavoro.
Lo studio, luogo primario dove si svolge la vera creazione di significato, solo qui la forma, il materiale, il disegno assumono un ruolo, non solo nella creazione di un' opera ma di un immaginario.
Lo studio diventa una camera di compressione per immagini, idee, collegamenti storici.
È questo che fa l'artista. Prendi i frammenti, i cocci, e li mette insieme. Da rottame di bicicletta, manubrio sella, ricava un toro. Questo è il progetto dell'artista: aver bisogno dei frammenti, Addirittura divertirci sì, divertirsi al progetto di cavar fuori un significato da essi. Il significato è sempre una ricostruzione, una proiezione, non è un edificio, è qualcosa che va fatto, non solo trovato. 

In una delle lezioni in cui l'autore mette in scena il processo di attivazione della sua memoria dichiara
penso a me stesso come un artista che fa disegni, anche quando il carboncino si sostituisce una parola scritta inchiostro. Il lavoro nello studio è uno scavare nella memoria ma anche un'azione fisica che coinvolge lo spazio nella realizzazione dei segni che poi sono prima di tutto narrazioni.
Una geografia personale che partendo dai luoghi di origine incontra città e storie, immagini famose o segni della tradizione che sovrapponendosi tra di loro disegnano una diversa mappa della creatività. In cui il segno e la parola spesso si confondono. 

Kentridge scrive una sorta di sceneggiatura fatta di accostamenti stravaganti, in cui le ombre sono più importanti delle cose stesse. Un disegnare che aiuta a guardare il mondo, un disegnare come rilettura del reale che è un abitare una terra di mezzo, dove lo spazio tra ciò che vediamo sul muro e la forma che inventiamo dietro la retina non sempre coincidono, e dove il tempo serve a misurare lo spazio. Anche in un unico disegno si può saltare con lo sguardo da una sezione all'altra pur mantenendo la visione d'insieme. Girare a vuoto per lo studio significaevocare immagini anche decidere il destino, decidere quale deve avere la precedenza, da dove iniziare. Obiettivo è mostrare la complessità, e attraverso questa complessità, la cacofonia dell'eccesso, noi riusciamo a distillare un significato. In queste sei lezioni non impariamo a disegnare ma sicuramente impariamo a capire come si forma l'idea dentro la mente dell'artista e come solo in questo tempo lungo la mente disegna un altro spazio per comprendere. Mi piace pensare a questo libro come ad un'autobiografia ad uno scrivere capace di mettere in scena l'azione del creare un disegno, un progetto, un opera. Un libro che è un unico disegno che racconta lo spazio.