WATER AND ASPHALT
WATER AND ASPHALT
The Project of Isotropy
Living and working, water and asphalt: the 21st century's urban challenges
UFO 5
di Luca Montuori
Il libro raccoglie in maniera sistematica i diversi contributi per la ricerca “The project of Isotropy” condotto da Bernardo Secchi e Paola Viganò e presentato già nella Biennale di Venezia del 2006. Fino ad oggi l’intero lavoro, che ha per oggetto l’area metropolitana di Venezia, era stato presentato in vari articoli e pubblicazioni, ma ne mancava una sua edizione organica che permettesse una lettura dalle tesi alle conclusioni passando per un apparato di materiali fotografici, cartografici e progettuali veramente notevoli.
La sostenibilità è oggi un tema troppo spesso affrontato con ricette universali, applicazione sistematica di soluzioni standard scambiate per assiomi scientifici: raccolgo e riciclo acqua (ma quanta acqua si ricicla su una terrazza condominiale?), riempio gli edifici esistenti di pannelli isolanti (ma che impatto ha la loro produzione e il loro smaltimento?), copro intere pianure di pannelli solari, cambio infissi. In Sicilia, a Bolzano, a Brasilia, in Cina, ogni concorso, ogni progetto, ci propone lo stesso catalogo di soluzioni. Una rappresentazione etica del ruolo del progetto che dimentica la specificità dei territori, delle ragioni storiche, dei paesaggi, delle economie che li hanno generati.
Al contrario il tema dell’Isotropia viene in questo caso utilizzato come elemento specifico di un territorio e quale strumento per il progetto in grado di coniugare i diversi aspetti che hanno dato forma al territorio stesso definendone l’immagine attuale. Due sono gli elementi che hanno contribuito in maniera decisiva alla creazione di questa immagine: acqua e asfalto. Da questi il progetto riparte: la natura del terreno da un lato, con i suoi aspetti più evidenti, la presenza dell’acqua e della laguna, ma anche con la natura intrinseca dei suoi suoli, la sua fragilità, elementi che hanno influenzato l’insediamento degli uomini fin dal progetto della centuriazione romana. Dall’altra parte l’asfalto, inteso come rete di infrastrutture artificiali che con il dato naturale hanno dovuto fare i conti modificandolo, utilizzandolo come parte di un sistema insediativo che sintetizza nella sua forma dati politici ed economici.
La ricerca parte da due ipotesi: la prima riguarda la crisi del rapporto tra questi due elementi che si traduce in una crisi del rapporto tra contesto e società da cui hanno origine una serie di paradossi con cui il progetto deve fare i conti. La seconda riguarda la necessità di una trasformazione radicale del metodo progettuale alla scala del territorio. Analizzare, mappare, rinominare, ma non solo come operazione conclusa in se stessa quanto piuttosto come base di partenza per ridisegnare, ridefinire i sistemi spaziali e comprendere l’impatto che avranno sul paesaggio.
Intorno a queste due ipotesi di partenza il volume procede mappando ridefinendo alcune categorie di analisi, individuando le criticità e i punti forti che un tale sviluppo territoriale ha determinato, definendo i possibili strumenti del progetto derivati da nuove chiavi di lettura. Il libro è corredato da mappe, schemi e plastici di progetto, tentativi di catalogazione fotografica, salti di scala, diagrammi e dettagli. Il libro propone un importante problema di scala del progetto come strumento per sintetizzare interventi locali e territoriali, un dato della contemporaneità che non permette di ignorare, neanche nei piccoli interventi puntuali, il territorio, la sua forma, il suo paesaggio come sistema in grado di tenere insieme il dato geologico e l’oggetto di design. Sembra solo un problema terminologico ma oggi si pone come un problema culturale che guarda il problema dal punto di vista della complessità contro la semplificazione e la schematizzazione del dato quantificabile e misurabile, anzi “certificabile”.