INSIDE LAS VEGAS

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INSIDE LAS VEGAS
Mario Puzo
Dall’Oglio editore, 1977


Se Robert Venturi e Denis Scott Brown ci hanno insegnato a guardare una città come Las Vegas dall’esterno con il loro Learning from Las Vegas, nessuno aveva provato a raccontarla dall’interno così come ha fatto nel 1977 con il suo Inside Las Vegas Mario Puzo.
La grande differenza la fa naturalmente la scrittura, didattica quella di Venturi, coinvolgente e incredibilmente reale quella di Puzo.
Il motivo è semplice Mario Puzo non è un architetto di passaggio che guarda la città cercando di dare un significato al paesaggio che l’avvolge, è un giocatore incallito fin dalla gioventù che ci racconta l’essenza di questo luogo. Las Vegas è un interno senza fine. E Mario Puzo ne da un’immagine indimenticabile, piena del fascino decadente che negli anni ha costruito il pathos di questa città.
Nessuno va a Las Vegas per visitare la città, per camminare nelle sue strade, chi arriva, ha un solo scopo vivere lo spazio dei casinò aperti 24 ore al giorno.
Nello spazio Interno di questa città il tempo sembra fermarsi, il giorno e la notte si confondono in un tempo dilatato.


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I casinò di Las Vegas hanno un’atmosfera irreale, dal racconto di fiaba, scrive Puzo. L’aria e la luce naturale sono schermate affinché i giocatori non vengano distratti. Il tempo è bandito. Da nessuna parte sono in mostra orologi. In questo lungo racconto è celata tutta la forza di un giornalismo capace di trasformare qualsiasi storia in un racconto epico.
La città di Las Vegas è lo spazio del gioco, e Puzo conosce come pochi l’argomento, perché è stato sempre un giocatore. E proprio dal conflitto di interessi tra narratore e giocatore incallito che nasce questa descrizione unica del mondo del gioco d’azzardo e della città che è nata per questa unica funzione.
Dalla descrizione degli spazi del gioco e degli hotel dove si prende fiato prima di ricominciare, si passa ai personaggi che costruiscono i caratteri di questa città, giocatori, croupier, ballerine, e tanti altri personaggi che costruiscono lo spazio della città, perché la città è di chi la abita, con i gesti sempre uguali e misurati.
Alla pura descrizione si sovrappongono aneddoti e storie.
Una parte essenziale del libro è un racconto per immagini appositamente scattate per questo libro da tre grandi fotografi americani, John Launois, Michael Abramson e Susan Fowler-Gallagher: molte delle quali scattate di nascosto dove non era possibile farlo.

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L’immagine della città descritta da Puzo è un’immagine diversa da quella che di solito viene data, Vegas opera onestamente, I casinò non spezzano le braccia ai debitori incalliti come molti hanno sempre sostenuto, è una città pulita, perché poca gente se ne va in giro, troppo impegnata a vivere la città all’interno. Nell’idea romantica di Puzo è anche la città dell’amore incondizionato per le storie che nascono tra i tavoli da gioco.

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Las Vegas è uno spazio interno senza fine, climatizzato e illuminato artificialmente, in cui l’unica attività il gioco, nutre tutti gli altri bisogni dell’uomo, una Non stop City che nemmeno gli architetti radicali hanno saputo rendere reale con la loro immaginazione.

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