ARCHITETTURA ITALIANA 1965-1985

LA TENDENZA. ARCHITECTURES ITALIENNES 1965-1985

Edited by Frédéric Migayrou 23 x 30 cm 160 pages, 214 colour illustrations Paperback, French/English 

La prima domanda che mi viene spontanea dopo aver visitato la mostra sulla tendenza al centro Pompidou di Parigi

è

: una mostra di architettura deve sempre dare delle risposte e perch

é

queste risposte devono per forza fornire una chiave interpretativa di ci

ò

che si va a raccontare?

A me

è

bastato osservare i disegni con attenzione per farmi un idea diversa, mi sembra pi

ù

interessante usare una cos

ì

ricca selezione di architetture per creare una propria linea interpretativa e per riaprire un dibattito su un periodo molto intenso della storia dell'architettura italiana (1965-1985). 

Mi sono formato a Roma nel periodo in cui tutto il materiale presente al Pompidou era ci

ò

che veniva dato in pasto agli studenti, molti disegni e poco costruito, quindi

è

evidente che la mostra

è

per me una sorta di viaggio nel tempo, utile per ripensare alcune direzioni intraprese durante il mio lavoro di architetto. Apprezzare una

mostra di architettura

è

possibile anche se il materiale presentato non rispecchia le proprie attitudini ed i propri linguaggi, anzi

è

proprio dal confronto critico che possono nascere interferenze preziose per il proprio lavoro.

Non si deve aver paura di un periodo storico invece che di un altro, si deve saper costruire un sistema di visione obbiettivo.

Se devo trovare un difetto, lo individuo

nel titolo che in un certo senso distrae dal reale contenuto, la tendenza infatti

è

legata al lavoro di un ristretto gruppo di architetti non tutti presenti nella collezione del Pompidou, e non sempre per scelta curatoriale, ma perch

è

sono stati gli architetti stessi a negare la propria presenza.

La gran parte dei visitatori illustri e meno illustri si

è

soffermata a commentare, attraverso recensioni e social network, la corenza curatoriale, gli accostamenti tra personaggi troppo diversi tra loro, perdendo di vista il reale contenuto di una stagione dell'architettura italiana caratterizzata da un rifiuto del moderno o meglio dall'esigenza di una generazione che cerca di segnarne il superamento e cos

ì

facendo pone le basi al postmodernismo, nel senso stilistico del termine.

Si pu

ò

parlare di tendenza senza mettere a sistema il lavoro di Aldo Rossi con quello di Giorgio Grassi e Massimo Scolari?

Si pu

ò

parlare di tendenza inserendo accanto a Monestiroli una grande quantit

à

di disegni e progetti dei gruppi GRAU Labirinto Metaphor ?

La risposta non

è

difficile lo hanno capito tutti, ma qui in gioco c'

è

ben altro, l'omaggio indiscusso di un istituzione straniera che accoglie come sempre a braccia aperte l'architettura italiana.

È

successo alla fine degli anni 90 con i Radicali succede oggi con una stagione meno felice e visionaria forse, succeder

à

domani, e l'architettura Italiana nonostante la sua crisi radicata, continuer

à

a vivere e far parlare di se non attraverso il contemporaneo ma attraverso il suo passato recente.

Tutto questo accadr

à

finch

é

ci sar

à

il rispetto di personaggi controversi come Frederic Mygairou.

Lavoro da collezionista, il suo, pi

ù

che da curatore critico, un collezionista infatti, assecondando la sua passione mette assieme opere che hanno lo scopo, una volta raccolte, di essere oggetto di interpretazione.

È

gi

à

successo, come ho accennato, per l'architettura radicale quando migayrou ha guardato al passato, o per l'architettura non standard quando guarda al presente.

E non si pu

ò

non essere d'accordo con Manuel Orazi quando scrve nella sua recensione alla mostra (

www.abitare.it

)

si

è

lusingati dall

importanza riconosciuta alla cultura architettonica italiana recente ed

è

un piacere guardare una ricca mostra vecchio stile, fatta cio

è

di centinaia di progetti e disegni appesi alle pareti, di decine di plastici e modelli e giusto un paio di proiettori di immagini, come avveniva appunto in quegli anni.