UN' UNICA OPERA
I LIBRI DI ETTORE SOTTSASS
A cura di Giorgio Maffei – Bruno Tonini
Corraini editore 2011 Mantova
T
utti abbiamo bisogno di nasconderci, abbiamo bisogno di avere amici sorridenti, abbiamo bisogno di guardare gente che mangia e che canta. Abbiamo un estremo bisogno di calma. E.S.
Forse è proprio come un'unica opera che si può considerare la grande quantità di libri scritti, pensati e disegnati da Ettore Sottsass, tutti raccontano storie, momenti particolari raccolti e selezionati durante una vita intensa, in cui ogni istante diventa un occasione da registrare e da usare come momento creativo.
Gli esordi con la rivista Room East 128. Chronicle nata nel periodo del ricovero di Sottsass in California, dove per lunghi mesi, la degenza forzata, gli lascia il tempo per inventare un modo per continuare a creare, ed allo stesso tempo, tenere informati gli amici sullo stato della sua salute. Il diario si fonde con il collage di estratti da riviste e giornali, in una sorta di lettura pop della realtà Americana. Questa lettura è fatta attraverso notizie reali, testi di amici scrittori e disegni. Stampata con un ciclostile in poche copie diventa lo strumento attraverso il quale cominciare un avventura che non abbandonerà mai, la realizzazione di opere tipografiche.
La carta stampata nelle mani di Sottsass è uno strumento unico capace semplicemente di re inventare il mondo, questa massa di informazioni raccolte non produce una memoria organizzata, ma per usare le parole di Andrea Branzi,
alimenta una sorta di amnesia perenne, fresca, felice, che rinnova continuamente il suo modo di lavorare e il suo modo di progettare, senza mai ripetersi.
Le pagine infatti danno una luce completamente diversa ai suoi progetti e alle sue scelte, in cui non esiste un linguaggio prefissato, ma tante lingue diverse che sembrano comporre un’atlante coloratissimo di oggetti e spazi differenti.
Certo non è un caso che la passione per il libri sia stata condivisa, in gran parte con Fernanda Pivano, con la quale frequenta i giovani scrittori beat americani che compongono i testi dei fascicoli pubblicati tra 1963 e il 1970 per le edizioni East 128, evoluzione naturale della rivista. In questi nuovi libri, alle preziose serigrafie che accompagnano i testi, si affiancano i ritratti fotografici dello stesso Sottsass.
Queste edizioni rappresentano una finestra su quella che diventerà presto la sua ricerca sul design e l' architettura.
Non ricordo di averlo mai visto senza qualche libretto, opuscolo, fascicolo in corso di progettazione o pubblicazione.
(Barabara Radice)
Per Sottsass, quella dei libri, è quasi una passione compulsiva, che lo porta a fermare sulla carta stampata le proprie riflessioni,
compilando negli anni
una sorta di enciclopedia del reale. I libri come spazi del progetto sono nelle mani dell'architetto, uno strumento indispensabile.
L’architetto infatti
non deve soltanto costruire, ma deve saper pensare, guardare e comunicare
le proprie idee
, (Andrea Branzi) definendo un percorso preciso, fatto di sensazioni quotidiane arricchite delle possibilità offerte dall'essere spettatore prima che attore dell'azione progettuale.
Sottsass
non aveva bisogno di oro e pietre preziose per costruire ricchezza
(Michele de Lucchi) perchè la ricchezza nasceva da un esigenza interiore tipica del progettista disincantato, capace di rafforzare se stesso attraverso una riflessione ininterrotta.
Tra le opere migliori la rivista Terrazzo, dove non c'è spazio per il marketing e per gli strilli, ma per un'architettura che contiene al suo interno un' intera esistenza.
Terrazzo cambia le regole delle riviste di progetto tradizionali, ogni suddivisione disciplinare è cancellata, i confini tra arte, architettura e scrittura letteraria sono per la prima volta sfocati.
La riconoscibilità è data dalla copertina nella quale sono completamente assenti le immagini. All'interno, disegni e fotografie definiscono il campo d'azione principale dell'architetto, che utilizza il reportage di viaggio come strumento di conoscenza di oggetti luoghi e persone.
Uno stile unico, che non può non farci pensare alle esperienze precedenti, trasformate però in un racconto di matrice jazzistica dove all'improvvisazione si contrappone un idea estremamente lucida di architettura, fatta di relazioni. Monumenti e edifici spontanei creano tra di loro un cortocircuito che non vuole scandalizzare ma rasserenare gli animi.
Una rivista che non parla di cronaca, non commenta, non media, ma invece presenta qualità originali accostate da un comune sentire e vedere, una vera rivista nel senso etimologico del termine.
Nel corso degli anni alterna, opere autoprodotte, riviste raffinate, libri d'artista non rinuncia nemmeno alla sperimentazione con i libri a basso costo di stampa alternativa, famosa alla fine degli anni ottanta per i libretti a millelire. Per Millelire firma una serie di piccoli volumi, tra i quali:
paesaggio urbano
e
il pensiero generale alla fine del secondo millennio,
perfettamente in linea con le sue passioni più intense, la fotografia e le parole, pensate e a volte rubate dai media.
I libri di Ettore ci insegnano a educare lo sguardo, a raccogliere con pazienza segni eterogenei e occasionali per poi ricomporli in categorie fisiche e mentali.
(
Franco Raggi)
Sono queste categorie a segnare la strada per i suoi progetti, a definire la sua lingua sempre più realista, ironica e a suo modo iconica. Usa forme archetipe reinventandole di continuo in un gioco di rimandi, tra ciò che ognuno di noi desidera e ciò che invece già ci appartiene.
Sottsass riesce là dove la più parte degli scrittori fallisce: il farsi da parte intanto che si racconta o racconta.
(
Lea vergine)
Ho lasciato alla fine la cosa più importante che emerge dallo sfogliare questi libri, la forza della sua scrittura, che mescola secondo uno stile tutto suo ironia, memoria e ricordo, allegria e tristezza, disincanto e stupore propri di una mente sempre giovane, una scrittura non da architetto, mai involuta e difficile che fino alla fine ci regala speranza e illusioni.