MADE IN ATHENS

Made in Athens
Catalogo Padiglione della Grecia
Biennale d'Architettura di Venezia 2012
a cura di Panos Dragonas e Anna Skiada





Può un paese in crisi riflettere sulla sua condizione attraverso la voce degli architetti? Può l'architettura e un gruppo di architetti che con grande passione si dedicano alla ricerca e al progetto fornire delle risposte plausibili, se non una via d'uscita alla condizione del momento?
Se avete avuto occasione di andare alla Biennale di Venezia o se non avete intenzione di andarci, alcune risposte le trovate nel catalogo del padiglione della Grecia. Non sempre i padiglioni nazionali sono in sintonia con il tema generale, di solito i commissari  sono nominati ben prima di quanto la lenta macchina organizzativa riesca a nominare il direttore della biennale stessa. 
Il padiglione greco, è un eccezione, in perfetta sintonia con le linee guida stabilite da David Chipperfield. E il catalogo che lo accompagna ne è la prova. Un libro prezioso, che ci fa riflettere, provate infatti a ripensare i singoli capitoli, i temi le problematiche, la crescita immobiliare gonfiata da un mercato oramai incontrollabile,  e vedete se tutto questo non rispecchia la realtà di tante altre città di paesi in crisi, l'Italia davanti a tutti. Leggo Atene ma non posso non pensare a Roma, a quanto sia difficile viverla nei suoi spazi pubblici oramai scomparsi, un centro storico consumato da un turismo esasperato, ed una classe politica non più capace di qualsiasi discorso sulla città. 
L'architettura, ad Atene come a Roma ha perso ogni valore politico sostituito dall'utilizzo, di pura propaganda, delle immagini e dei progetti da proporre come bonus elettorali.









Ma la città con i suoi spazi continua ad essere sempre di più teatro e sfondo di manifestazioni e proteste, il rumore di fondo della politica cerca di cancellare il valore dello spazio pubblico. Ma la città risponde reinventandolo dove prima non esisteva. La crisi, gli scontri, l'arte di strada, la condivisione, le molteplici identità, l'architettura spontanea, la politica, il desiderio di democrazia non sono solo i temi dei primi capitoli del libro, ma anche una riflessione più generale sulla città contemporanea. La risposta non è nei progetti costruiti, ma in una serie di narrazioni di architettura, storie nelle quali l'architettura definisce degli scenari all'interno dei quali i temi possono rappresentare la soluzione. Soluzioni non imposte ma guidate da chi crede che l'architettura non sia fatta solo di oggetti ma di spazi da vivere.
Gli architetti creano il palinsesto, la città ne assorbe le potenzialità. Otto narrazioni, 4 dei progetti presentati indagano nuove strategie di intervento sugli spazi urbani di Atene. Yannis Aesopos riflette sul rapporto centro periferia e presenta un nuovo modello di sviluppo per l'area di Eleonas, densitá urbana che si misura con le piantumazioni urbane. Aristide Antonas immagina di rivitalizzare aree abbandonate. Area propone azioni urbane per spazi pubblici. Andreas Angelidakis narra la storia recente della città attraverso la storia di due edifici simbolo di Atene. Point supreme offre visioni alterando le immagini consolidate della città, la loro è una ricerca densa di possibilità reali. E. Baraona Pohl inquadra gli esperimenti attuali degli architetti Greci dentro un contesto storico, insomma non una ricerca esasperata su nuovi linguaggi, ma un attenta lettura del reale, cercando le risposte che solo l'architettura, in alcuni momenti, può offrire alla crisi del sistema.