SEMPLICEMENTE ARCHITETTURA








Architettura Simplex
Beniamino Servino
LetteraVentidue Palermo 2012






















Aspettando Monumental Need, ho trovato Architettura Simplex, due libri che escono in contemporanea non è cosa da poco, comincio dal più piccolo, non so cosa sia arrivato prima, come l'ideazione Serviniana proceda, quali linee sono state  tracciate per prime. So invece che Servino non dice, ma suggerisce, non cita ma definisce, sono  sempre i lettori che devono trovare le risposte. Perché le risposte, se si cerca bene ci sono. Ci sono naturalmente a suo modo,  aforismi, rebus, domande, titoli, mai parole fluide ma sempre presenti precise, a naturale completamento delle visioni, non scritte ma disegnate al tratto, intagliate su carta, esteticamente perfette ripetono all'infinito la stessa  cosa, la necessità dell'architettura, la necessita che la forma cresca dalla semplicità del reale, perché nella sua visione l'architettura non é monumento anche se monumento vuole sembrare. La sua architettura non é disegnata, perché esiste, nella memoria e nella sua terra.
Certo le cose che non dice, le disegna, anche se nel tempo la tecnica sembra aver preso il sopravvento, e la ripetizione del gesto diventa barocca. I disegni si ripetono di continuo le differenze sono minime, sono i colori e la mano a farli vibrare, solo una nota stonata quando l'uso del digitale li rende impersonali, qui la foto ha il sopravvento, il gesto scompare, Servino si dilegua, e la tecnica con la sua riproduzione di segni è a servizio degli imitatori, e qui che il pensiero si indebolisce, diventando linguaggio.
Quindi meglio tornare a guardare il colore che si scioglie e si fonde con le linee precise dei suoi gesti formali, che scandiscono il tempo del pensiero.
La cosa che mi colpisce invece è un'altra, sfogliavo il libro aspettando che le mie figlie uscissero dalla piscina, seduto su una gradinata mi si è avvicinato un bambino e mi ha chiesto cosa stavo leggendo, io con leggerezza ho risposto un libro di architettura, mi ha chiesto posso guardarlo anche io? Certo. Lui subito mi corregge dicendo,  ma è un libro di disegni.
Così ho fatto un gioco, ho chiesto a luca, si chiama anche lui così, di commentarmi quello che vedeva in queste pagine ...ecco la scoperta, il linguaggio di  Servino parla ai bambini, e ho capito che anche quando si rivolge a noi cerca qualcosa di nascosto coperto da tante altre cose, pensieri, forme, luoghi comuni, archetipi.
L'elenco di luca mentre sfogliavo le pagine:

Casette
Castelli
Paesaggi
Tetti
Scale da scendere
Case in cui non abita nessuno  
Ancora Paesaggi
Quanto verde

Ecco avete capito che Disegnare per un architetto alla fine é un po' scrivere storie, e qui di storie ce ne sono tante, come De Lucchi con le sue casette, intaglia il legno,  Servino intaglia e ritaglia la nostra memoria.















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