FEBRUARY LIST
JEFF WALL
GESTUS
scritti su arte e fotografia
A cura di Stefano Graziani
Quodilibet 2013
«Non sono sicuro l’arte sia qualcosa che facciamo per la conoscenza; come per le scienze, la storia o il giornalismo, l’arte ha a che fare con l’esperienza». Jeff Wall
Profondo conoscitore della storia dell’arte, Jeff Wall è noto per aver utilizzato la tecnica del light-box, tratta dall’architettura commerciale e vernacolare americana, ma soprattutto per le sue mise en scene, ovvero la creazione di set di carattere cinematografico con veri e propri attori sulla scena. Le sue opere, al di là del loro forte impatto sul mercato dell’arte, hanno suscitato l’attenzione di grandi critici come Susan Sontag o Jean-François Chevrier, e sono state elette a decisiva fonte d’ispirazione da alcuni fra i maggiori fotografi contemporanei, da Andreas Gursky a Thomas Ruff. Nel caso di Wall, inoltre, all’attività di artista si affianca una notevole produzione di saggi critici e teorici, qui raccolti secondo una selezione studiata esclusivamente per questa edizione e suddivisi in due gruppi: da un lato le riflessioni sulla propria opera di fotografo, dall’altro gli scritti dedicati ad alcuni artisti come Roy Arden, Rodney Graham, Steven Balkenhol, On Kawara, ma anche a un pittore impressionista come Manet. È un doppio registro da cui emerge una acuta e competente riconsiderazione del mezzo espressivo grazie anche a una minuziosa riflessione sulle tecniche e i materiali, ma non mancano lucide digressioni speculative in filosofia o in architettura (come quando, solo per fare un esempio, Wall mette a confronto il lavoro di Dan Graham con quello di Philip Johnson e Aldo Rossi). La forza di questi scritti nel loro insieme sta nel ricavare un alveo rigoroso e stabile, nell’ambito della storia dell’arte, non solo all’opera stessa dell’autore, ma soprattutto alla fotografia in generale: l’arte più massificata e più soggetta alle minacce dell’impostura.
La lunga strada di sabbia
di Philippe Séclier
Contrasto 2011
Estate 1959. Per la rivista "Successo", Pasolini percorre la costa italiana al volante di una Fiat Millecento per realizzare La lunga strada di sabbia, un reportage sull'Italia tra cambiamento e tradizione, vacanza borghese e residui di un dopoguerra difficile. Un testo di grande bellezza che continua a colpire per la sua profondità e poesia. A quarant'anni di distanza, il fotografo Philippe Séclier ha ripercorso lo stesso itinerario, ritrovando tracce, immagini e memoria del grande scrittore e del suo memorabile ritratto dell'Italia. Il testo completo de La lunga strada di sabbia è stato pubblicato da Contrasto, insieme all'intero dattiloscritto originale di Pier Paolo Pasolini e alle fotografie di Séclier. Un documento unico per tornare a conoscere l'arte di un grande scrittore e intellettuale e riscoprire il forte legame che lo univa al nostro Paese.
Solo in Italia
fotografie di Francesco Cocco, Lorenzo Cicconi Massi, Daniele Dainelli e Massimo Siragusa
testi di Antonio Pascale
Contrasto 2009
C’è un’Italia che non appare troppo, non arriva sulle prime pagine, non occupa la cronaca. Un’Italia che se non fa notizia (almeno non sempre) è comunque attuale e forte e ha bisogno di una sua voce partecipe e chiara. Le immagini di Francesco Cocco, Lorenzo Cicconi Massi, Daniele Dainelli e Massimo Siragusa, accompagnano i racconti di Antonio Pascale e, in una serie di reportage dall’Italia profonda, ci raccontano quattro diversi momenti del nostro paese, quattro stagioni diverse della nostra vita. L’estate delle grandi fabbriche del Nordest deserte per le vacanze, come per un’improvvisa dismissione; l’autunno delle piazze e dei tanti paesi dell’Italia di provincia; l’inverno delle nuove comunità etniche e religiose; la primavera del mediterraneo e la nuova ricerca di una radice di vita come un’identità da rigenerare. L’Italia delle quattro stagioni rinnova e conferma la grande tradizione del reportage in immagini e parole, come chiave unica e privilegiata per conoscere il nostro tempo.
Una volta
Wim Wenders
Edizioni Socrates 1993
(fuori catalogo) disponibile in versione inglese
Oltre 60 "storie" raccontate attraverso l'alternarsi dinamico di parola e immagine. Una lettura avvincente e un'avventura visuale esaltante che non escludono un successivo desiderio di tornare a rileggere la prosa singolare di questo "regista intellettuale" e di godere di ciascuna fotografia (il Beaubourg di Parigi, la Biennale di Venezia, il Guggenheim di New York hanno già ampiamente celebrato l'"occhio fotografico" di Wenders). Le 60 "storie", introdotte dalla formula conciliatrice della memoria "Una volta", che è anche titolo del libro, sono un viaggio straordinario attraverso i paesi più distanti e un incontro vivo con personaggi del calibro di Godard, Kurosawa, Handke, Scorsese, Coppola.
Vedere i luoghi dell’anima con Wim Wenders
di Carlo Truppi
Electa 2013
21 immagini dell’America contemporanea, 21 luoghi dell’anima.Wim Wenders, regista “visionario”, imbraccia l’obbiettivo della macchina fotografica e ritrae squarci di città polverose, strade scoscese, paesaggi sconfinati, negozi abbandonati, motel di periferia. Luoghi dunque, che parlano il linguaggio del mito: pochissime le persone riprese nell’opera. Il New Mexico, il Montana, la California, il Texas e alcune fotografie realizzate durante le riprese di “Non bussare alla mia porta” (Don’t Come Knocking,
2005) il film più dichiaratamente ispirato ai dipinti di Edward Hopper.
THE BARTLETT
school of architecture UCL 2012
Raccolta di progetti e ricerche di un anno della prestigiosa scuola londinese. Il volume raccoglie il meglio dei diversi dipartimenti, tra master e corsi di laurea.
FABIO MAURI
IDEOLOGIA E MEMORIA
A cura dello dello STUDIO FABIO MAURI
Prefazione di Umberto Erco
Bollati e Boringhieri 2012
Questa pubblicazione ripercorre l'opera dell'artista Fabio Mauri (1926 - 2009) attraverso un'attenta e non facile selezione dettata della volontà di realizzare un volume che permetta di esplorare la sua costante ricerca artistica. Ci fanno da guida in questo percorso alcune tappe essenziali: dai prototipi Disegni e Schermi, passando per l’installazione Luna e le performance Che cosa è il fascismo, Ebrea, Gran Serata Futurista 1909-1930, Che cosa è la filosofia . Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, e ancora le Proiezioni, la conferenza-performace Ricostruzione della memoria a percezione spenta e in ultimo gli Zerbini. Dieci testimonianze altamente rappresentative e ricche di spunti e di novità che non hanno mancato di influenzare gli esiti successivi delle arti figurative. Il volume, curato dallo Studio Fabio Mauri, è introdotto da Umberto Eco.
Città Autografica
Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni
a cura di Antonello Russo
introduzione di Laura Thermes
Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale promossa, organizzata e allestita da Grafite, associazione culturale con sede a Messina.
La mostra percorre, in diciassette opere originali realizzate da progettisti, esponenti emergenti dell'architettura italiana, una riflessione critica sulla città e sulla evoluzione della sua immagine nella condizione contemporanea. Gli studi, selezionati su tutto il territorio nazionale, sono stati chiamati a sintetizzare un personale punto di vista sulle molteplici tematiche che attraversano l'universo urbano contemporaneo mediante la redazione di un elaborato originale autografo con gli strumenti propri del progetto di architettura. L'esposizione, nel proporre un quadro seppur parziale di un profilo generazionale, pone le premesse per una sintesi sulla evoluzione dell'organismo città sollecitando un dibattito sulle tematiche connesse al disegno e alla rappresentazione come luogo del pensiero progettuale con, al centro, la posizione della generazione oggetto di indagine.