NOTE SU LE CORBUSIER
L'Italia di Le Corbusier
Catalogo mostra MAXXI
Electa 2012
a cura di Marida Talamona
Mise au point
Le Corbusier
edizione italiana a cura di Bruno Messina
La Morte di Le Corbusier
Romanzo non Romanzo
Carlo Bassi
Jaca BOOK 1992
Une petite maison
Le Corbusier
Biblioteca del cenide 2004
edizione italiana a cura di Bruno Messina
Non è mai tardi per Le Corbusier
Naturalmente questo non è un saggio su Le Corbusier, dopo aver visitato la mostra al Maxxi, sono tornato a studio ho cercato alcuni
libri che mi sono tornati in mente durante la visita, che secondo me sono utili per integrare la lettura del catalogo.
Ma andiamo con ordine cominciamo
dall'inizio.
Tra i tanti commenti che ho letto
alla mostra al Maxxi, i più
stupidi sono stati: ma a cosa serve una mostra di Le Corbusier oggi, oppure un
giovane architetto al Maxxi Le Corbusier.
La risposta, ad entrambe le questioni è semplice, vedere l'Italia di Le Corbusier serve a capire un'idea di Architettura. Serve a capire che un paese, con la sua cultura può raccontare storie, serve a capire che un architetto queste storie le può interpretare ed usare in tanti modi. Può capitare ed è capitato che l'Italia ha avuto un influenza particolare sul maestro svizzero. E che tutto questo ancora oggi può essere utile per uno studente, per un architetto, insomma per chi è interessato all'architettura e non solo.
La mostra racconta i viaggi in Italia di Le
Corbusier, l'influenza che le diverse città
hanno sull'architetto svizzero, ma anche i ripetuti tentativi, di convincere e
di vendere i suoi progetti al potere, che lo rende anche in questo un
precursore di un attitudine molto contemporanea, l'architetto al servizio del
potere qualsiasi esso sia.
Per i diversi tentativi utilizza idee
e progetti già sperimentati
e riutilizzati per l'occasione sotto forma di schizzo ma senza nessun tipo di
rapporto con il contesto, come se la sua idea di architettura fosse pronta
all'uso in ogni circostanza.
Ma c'è
anche il Le Corbusier affascinato dalla storia e dalla pittura, ci sono i
progetti italiani l'ospedale
di Venezia, la chiesa di Bologna e il centro Olivetti di Rho.
Ci sono i Taccuini di viaggio, la
lezione di Roma, disegni, progetti, lettere tutti usati per raccontare la
storia, da un punto di vista specifico. Tutto il materiale in mostra è ben riprodotto e raccontato nel
catalogo curato da Marida
Talamona, che ospita autori illustri, Jacques Lucan, Jean Louise Cohen, Giorgio
Ciucci, Bruno Reichlin, solo per citarne alcuni.
La cosa migliore sono le sei tavole,
di grande formato, redatte dall'architetto svizzero in occasione
della conferenza di Milano del 19 giugno 1934, le conferenze all'epoca erano
parole e per raccontare
l'architetto aveva solo uno strumento a disposizione il disegno, realizzato sul
momento, schizzi pieni energia che insieme sullo stesso foglio prendono quasi
una forma pittorica. Un dripping di linee e concetti puri. Nella conferenza è prodigo di apprezzamenti per
alcune realizzazioni della Fiat e illustra la sua proposta per la campagna
romana. Più che cercare
consensi tra il pubblico è
interessato a conquistare le autorità
politiche.
Il catalogo, ripeto, è molto bello però da solo non basta per raccontare il suo immaginario, le pubblicazioni, le monografie i libri a firma del maestro svizzero sono infiniti. Ma tra le infinite combinazioni, per parlare di Le Corbusier e della recente mostra al MAXXI, ne ho scelti alcuni molto diversi tra loro che come il catalogo hanno tutti al centro l'uomo e non solo l'architetto e vi dico perché.
Comincio dal meno conosciuto, dubito che si riesca a trovare con facilità, non lo vedo in libreria da anni, è un libro affascinante perché utilizza uno strumento narrativo non proprio vicino all'architettura. Il romanzo. È uscito nel 1992 per Jaca book e si intitola, la morte di le corbusier, romanzo non romanzo.
E in quel sottotitolo c'é tutta la drammaticità degli ultimi giorni di vita
dell'architetto, ovvio non é
la realtà quella descritta
da Carlo Bassi, ma una sua libera interpretazione che utilizza materiali
elaborati sotto il profilo storico-critico e suggestioni esistenziali.
L'inevitabile angoscia di fronte alla
morte, e dal lascito di un pensiero che deve comunque sopravvivere alla sua
esistenza. Il libro rispecchia perfettamente la citazione di Marguerite
Yourcenar che lo apre......cogliere il momento in cui l'uomo che ha vissuto
questa esistenza la pesa, la esamina e, per un istante, é in grado di
giudicarla...
Bassi diventa Le Corbusier, il suo pensiero da voce al maestro svizzero, per capire tirare le fila e riflettere sulla sua poetica. Un modo diverso intimo di raccontare l'uomo, invece che l'architetto.
Le Corbusier attraverso tanti forse
troppi testi ha sempre delineato un suo pensiero su ogni argomento, forse con
troppo distacco e freddezza, Le Corbusier ha avuto sempre una posizione precisa
delineando in modo troppo
esplicito un'idea di architettura.
Bassi inverte questa realtà cerca di scardinarla per
capire, senza dare giudizi ed interpretazioni, lasciando al lettore il pensiero
finale. Così
dati e notizie reali si mescolano e si confondono con elementi di fantasia.
È
fantasia che L.C. Alla vigilia del 27 agosto 1965 giorno della sua morte, sia
tornato da un viaggio in India, come è
fantasia la polemica che segue l'incontro con gli studenti.
Ma sono vere tante posizioni ed
interpretazioni, riportate indirettamente ma contenute in molta letteratura che
ne analizza l'opera. Un libro scientificamente debole ma
coraggiosamente forte, per la scelta stilistica e l'originalità.
Ecco se poi si vuole giudicare e
capire questo libro se si vuole in un certo senso avere un eco delle parole
dette ed immaginate da Bassi, è
importante leggere l'ultimo testo scritto da Le Corbusier la cui ultima stesura
precede di circa un mese la sua scomparsa.
È
un piccolo libro pubblicato in Italiano da letteraVentidue a cura di Bruno
Messina, Mise au point, un vero e proprio
testamento spirituale.
Nel corso del suo ragionamento Le
Corbusier mette in atto un ribaltamento dell'idea romantica dell'artista: la
creazione è
regola, perseveranza ricerca di punti fissi nelle osillazioni continue del
mondo. L'architetto attraverso il suo paziente, quotidiano lavoro può e deve restituire
all'uomo una condizione etica del vivere, una dimensione sacra dell'abitare. Il
suo lavoro, lento e duro, misura il peso della materia; i suoi occhi, le sue
mani sono strumenti di una ricerca plastica tesa verso la poesia che si trova
nel cuore dell'uomo.
P.S.
Ne ho trovato un altro, La Petit Maison, un piccolo libro che racconta la storia della casa che Le Corbusier ha costruito nel 1923 ai bordi del lago Léman, vicino a Vevey, per sua madre. I testi e l'impaginazione sono dell'architetto, questa in italiano è una bellissima edizione, che riproduce fedelmente l'originale.
Un vero gioiello, per il gusto della stampa, i disegni, la storia di storie…che Brunetto de Battè sintetizza così:
Questo edificio, questa casa, è fatta con pochi poveri materiali, ma con una finezza di spazio che ancora oggi ci possiamo riconoscere, e persino un muratore ritrova il filo poetico della ragione che le cose sono al lor posto tanto da divenire vero luogo.
Nota: Mi è stata consigliata una biografia di Le Corbusier
A Life di Nicholas Fox Weber, l'ho ordinata e spero di inserirla presto nel blog, mi è stato descritto come un libro imperdibile, e forse può essere il tassello che manca a questa lista, per ricostruire non solo il pensiero di un grande architetto.