LA CITTA' NUOVA .










La città nuova oltre Sant'Elia
Silvana editoriale Milano 2013
a cura di Marco De Michelis












Il catalogo della mostra curata da Marco De Michelis presenta una raccolta di progetti molto diversi tra loro, Antonio Sant'Elia, Umberto Boccioni, Fernand Léger, Mario Sironi, Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Fritz Lang, Yona Friedman, Archizoom, Superstudio, Chris Burden, Carsten Höller e altri.










Tutto ha origine dai disegni di Sant’Elia ma il vero inizio e nel 1922 con il progetto per La città contemporanea per tre milioni di abitanti di Le Corbusier, primo  progetto organico di città che prefigura un domani senza nessuna utopia.  Anche  tutti gli altri progetti in mostra non sono da considerare utopici o radicali, devono essere guardati come riflessioni sulle possibilità di un progetto urbano. Ci sono le raffigurazioni pittoriche, i bozzetti per il film Metropolis di Friz Lang, Broadacre City, la città ideale americana fondata sulla casa d'abitazione unifamiliare e sull'automobile come mezzo di trasporto individuale, disegnata da Wright, che ha dato corpo al sogno americano e alla sua lenta realizzazione.
Ogni progetto per la sua coerenza e realtà oggettiva è uno spunto di discussione sulla storia della città contemporanea, non deve essere giudicato ma analizzato per capire non tanto la città futura ma la città del presente.








La parte più interessante del libro  è rappresentata dall’antologia di saggi critici sui protagonisti, De Michelis nel comporre questa storia non convenzionale, chiama attorno a se critici e storici dell'architettura, ognuno con la sua specificità da forma scritta alle immagini che appartengono oramai alla nostra memoria, un libro importante che non è solo un catalogo ma l’inizio di una riflessione più ampia  sul contemporaneo e sulla capacità di artisti ed architetti di anticiparne luci e ombre.
Il futuro della città era rimasto un protagonista cruciale delle discussioni e degli interrogativi che avevano agitato le neoavanguardie europee, ma anche americane e giapponesi, fino all'inizio degli anni Settanta, tutto affrontato con realismo, poi i gruppi radicali italiani, come Archizoom o Superstudio,  riazzerano l’idea stessa di visione, perché con loro la città diventa rappresentazione di una società in contino cambiamento la loro era una critica senza compromessi della città capitalistica, che ne metteva  in discussione struttura e significato. Oggi le conclusioni e quindi le riflessioni sono sotto gli occhi di tutti e va dato merito a De Michelis di averlo fatto molto bene utilizzando strumenti  diversi per il suo racconto, la  mostra appunto, ma anche questo piccolo libro pieno di significati.