UTOPIA e/o RIVOLUZIONE

















UTOPIA e/o RIVOLUZIONE
editrice magma 1969
Note a margine di due convegni sullutopia 1969/2013



Nell'aprile del 2013 a Genova viene Organizzato un convegno dal titolo Radicals Matters, che si pone l'obiettivo di indagare la posizione critica dellarchitettura contemporanea, partendo da un presupposto:
Larchitettura è stata spesso considerata come una delle espressioni più aderenti al carattere di una società; tuttavia in alcuni casi intellettuali, artisti e architetti hanno proposto iniziative di rottura con lesistente per porsi come guida di una trasformazione. Proporsi come avanguardia di una nuova epoca, esprimere in modo radicale le istanze di una parte ancora minoritaria sono state espressioni di unarchitettura che intendeva ribellarsi allesistente piuttosto che descriverlo. Partire da questa consapevolezza può consentire di indagare se vi sia ancora spazio per la ribellione in architettura.
Per riflettere sui significati di questa premessa ho cercato nella mia biblioteca un volume dell'editrice Magma dal titolo Utopia e/o Rivoluzione datato aprile  1969, che in un certo senso aveva gli stessi presupposti.


archigram


archizoom

archizoom



  
 In quellanno al Politecnico di Torino viene organizzato in maniera autonoma da un gruppo di assistenti, senza nessun contributo di idee e di mezzi  da parte della Facoltà di Architettura  di Torino tranne che per la concessione di uno spazio, un convegno a cui prendevano parte: Gruppo u e/o r, Giurgola, Soleri, Architecture Principe, Archigram, Yona Friedman, Gruppo Utopie, Archizoom.

ronaldo giurgola


Le premesse degli organizzatori erano le stesse, capire il significato della ricerca in architettura e di come le visione radicali di alcuni gruppi erano lo specchio di un periodo storico molto particolare. Il momento era completamente diverso da quello che stiamo vivendo, anche se oggi la crisi del sistema è molto più critica ed endemica. 


archigram


Gli architetti, sentivano l'esigenza di un confronto con chi a livello internazionale portava avanti ricerche dello stesso tipo, ma con una visione utopica e una speranza completamente diversa. Anche a Genova si è tentato di mettere a sistema ricerche accademiche ed indipendenti, ma qualcosa mancava, l'architettura è cambiata.
Rispetto al 69, oggi la crisi economica, politica e ideologica è forse più forte, ma larchitettura ha perso qualcosa perché ha smesso di guardare al futuro.
A distanza  di 44 anni le dichiarazioni del gruppo U e/o R restano attuali:
Il rifiuto di considerare l'Universitá come momento propedeutico ad un lavoro professionale acritico, condizionato dalle regole di un sistema economico generale e dal mercato dell'edilizia in particolare, conduce alla definizione dei metodi e dei mezzi per portare, nel quadro generale delle lotte contro lo sfruttamento connesso alla logica capitalistica, un contributo specifico all'interno della problematica del mondo dell'architettura. Le azioni pratiche condotte nel perseguire questa ricerca hanno portato nell'ottica sensoriale diversi atteggiamenti, che vanno dal rifiuto di qualsiasi azione autonoma disciplinare, all'uso anomalo di analisi e strumenti pur nati all'interno della problematica tradizionale dell'architettura.
Oggi qualcosa è cambiato, nell’architettura e nella società, ma specialmente negli architetti. La fine delle grandi narrazioni ideologiche ha tolto ogni significato ad un certo tipo di ricerca e  pare aver privato i movimenti  artistici di quel carattere politico che ne costituiva la cifra dominante.
 Non si può più parlare di radicalità, perché l’architettura ha un nuovo ruolo, significati diversi legati non alla società ma all’economia.
L’architettura oggi sostiene ed alimenta un sistema, e non può prescindere da esso, non è più attenta a creare visioni urbane, ma definisce realtà aumentate, omologa ogni tipo di ricerca mascherandola sotto linguaggi. Oggi si parla sempre di meno della qualità dello spazio e sempre di più delle caratteristiche formali di un determinato edificio. Da che parte stai, chiede la critica, invece di riflettere su quali cambiamenti urbani sono determinati da un  progetto. Virilio lo sapeva quando riscriveva le regole classiche immaginando le possibilità spaziali del piano inclinato (la sua funzione obliqua). 


architecture principle




architecture priciple
Lo sguardo di Virilio a Torino nel 1969 (architecture principe) era prima di tutto uno sguardo politico la rivoluzione sociale che finora poteva essere contenuta all’interno e per mezzo della rivoluzione industriale, sarà contenuta ormai all’interno e per mezzo della rivoluzione urbana. Per questi architetti il fatto urbano  rinnovava e sostituiva il potere industriale, la città era al centro del discorso.
Oggi la città fa paura.



yona friedman


Yona Friedman  sosteneva che gli architetti non sarebbero stati indispensabili, nel momento in cui la società avesse trovato il suo assetto, le sue visioni riscrivevano una grammatica urbana. Oggi non esiste una grammatica.  Solo Soleri  considerava inutile abbandonarsi a concezioni puramente sociali e rivendicava strutture architettoniche che avrebbero supportato le idee di trasformazione sociale.
Forse essere radicali oggi, significa riuscire a controllare le proprie visioni, significa mettersi in gioco nel quotidiano, ricominciando a guardare la città come un corpo unico, nel quale intervenire attraverso lindividuazione di temi di lavoro capaci di reinventare la realtà senza stravolgerla.  Bisogna solo stare attenti a rappresentarla perché la rappresentazione a volte può coincidere o superare la realtà stessa, e in questo modo cancellarla.


paolo soleri