DECEMBER LIST
La lista di questo mese mette insieme alcuni volumi selezionati dagli ultimi eventi sui libri a Roma, la PHOTOBOOKS AREA, al Macro in occasione dell'apertura del Festival della Fotografia
curata da Alessandro Dandini de Sylva e Saverio Verini, con case editrici,
editori indipendenti, autori di pubblicazioni self-published e librerie
internazionali che si sono distinte in questi anni per l’elevata qualità
delle produzioni nell’ambito dell’editoria fotografica. Qui ho selezionato una monografia di un Fotografo Paolo Pellegrin, ed il lavoro di sperimentazione di due editori.
Poi l'appuntamento annuale di Più libri più liberi, da questo evento riporto a casa il libro Sacro Romano GRA, il film mi ha messo dei dubbi, il libro spero me li toglierà attraverso la percorrenza reale delle nuove mura di Roma.
Su The Booklist comincerà presto un viaggio attraverso le case editrici Italiane, che con fatica continuano a proporre titoli interessanti, traduzioni eccellenti e sperimentazioni artistiche, il prossimo mese mi soffermerò sui titoli di Postmedia cominciando da quello che mi incuriosisce di più, e che sta confermando le aspettative durante al lettura, Il Mondo Nuovo di Stefano Mirti.
Carlottà Darò ha scritto un libro interessante sull'architettura sonora, è bello quando quando si pubblica il primo libro per un editore straniero, ora lo sarebbe di più se qualcuno ne curasse l'edizione italiana.
Ecco poi ho deciso di aggiungere ad ogni lista una storia, un romanzo, perchè sempre alterno alla lettura di saggi specialistici, la scrittura pura, i romanzi, magari poi saranno più utili questi di consigli.
Questo libro di Butlin mi fa pensare ad alcune foto di Paolo Pellegrin, ad una realtà cupa ma allo stesso tempo ad una normalità di segni, luci e ombre. Se visti in questo modo il primo titolo della lista dialoga con l'ultimo.
Carlottà Darò ha scritto un libro interessante sull'architettura sonora, è bello quando quando si pubblica il primo libro per un editore straniero, ora lo sarebbe di più se qualcuno ne curasse l'edizione italiana.
Ecco poi ho deciso di aggiungere ad ogni lista una storia, un romanzo, perchè sempre alterno alla lettura di saggi specialistici, la scrittura pura, i romanzi, magari poi saranno più utili questi di consigli.
Questo libro di Butlin mi fa pensare ad alcune foto di Paolo Pellegrin, ad una realtà cupa ma allo stesso tempo ad una normalità di segni, luci e ombre. Se visti in questo modo il primo titolo della lista dialoga con l'ultimo.
Dies Irae
Paolo Pellegrin
Contrasto, 2011
Dies irae is the first retrospective publication about the Italian
photojournalist Paolo Pellegrin.
“There are photographs that take on a life of their own in the pages of a magazine, or framed and hung on a white wall, or hanging around on the Internet. They have their own life, they convey their own intentions, the questions that first animated them have set a new life in motion. They are fragments of a conversation, endowed with a voice and an energy that doesn’t expire instantly, but gets stronger and more defined, along with other voices, in the course of conversation with the viewer. Indeed, it’s like when you plant a seed that grows in the viewer, and the viewer completes it. In my work, I present questions and concerns. This is the active, dynamic kind of photography that transforms in the eyes of the viewer. The opportunity to put a system of antibodies into circulation, without any pretense of making the world a better place, but to start a conversation with the world.”
“There are photographs that take on a life of their own in the pages of a magazine, or framed and hung on a white wall, or hanging around on the Internet. They have their own life, they convey their own intentions, the questions that first animated them have set a new life in motion. They are fragments of a conversation, endowed with a voice and an energy that doesn’t expire instantly, but gets stronger and more defined, along with other voices, in the course of conversation with the viewer. Indeed, it’s like when you plant a seed that grows in the viewer, and the viewer completes it. In my work, I present questions and concerns. This is the active, dynamic kind of photography that transforms in the eyes of the viewer. The opportunity to put a system of antibodies into circulation, without any pretense of making the world a better place, but to start a conversation with the world.”
Monospace
Press
Monospace
Press is a publishing studio focused on emerging publishing practices
in photography, art and graphic design and their confluence. Founded in
2009 by Delphine Bedel, the studio works with international graphic
designers and institutions to produce unique artists and photo books,
from concept, design to the manufacturing process and distribution. The
fifty award winning editions are part of museum and private collections
and are exhibited internationaly, including the ICP Triennial New York
in May-Sept. 2013.
MP works range from editorial projects and custom publishing, research and lectures, education and events.
Chopped Liver Press
Publishes limited edition books and posters by Adam Broomberg and Oliver Chanarin and other specially commissioned artists books.
Narciso nelle colonie
Un altro viaggio in Etiopia
Vincenzo Latronico - Armin Linke
Quodlibet-Humboldt 2013
Vincenzo Latronico - Armin Linke
Quodlibet-Humboldt 2013
Nei
primi mesi del 2012 Vincenzo Latronico e Armin Linke arrivano a Gibuti
col progett o di raggiungere Addis Abeba utilizzando la ferrovia che
costruirono gli ingegneri italiani tra i quali un romanzesco antenato
dello scritt ore. Latronico, cresciuto ascoltando i racconti familiari,
ha intenzione di ripercorre le labili tracce dell’Etiopia fascista e di
Hailé Selassié; Linke invece vorrebbe interpretare una terra dai confini
indefiniti, illuminata da una luce assoluta, ma difficile da
racchiudere in uno scatt o. Come accade nelle migliori avventure di
viaggio, una volta scoperto di non poter utilizzare la ferrovia, i due
troveranno altre cose: la casa di Rimbaud ad Harar, imprese cinesi che
costruiscono imponenti autostrade, una linea aerea privata in mano a una
misteriosa signora che esporta il chad, l’oppiaceo diffuso nel Corno
d’Africa. E poi c’è l’impatto con una popolazione sospesa tra il
vitalissimo caos di Addis Abeba e il silenzio degli altipiani dove la
natura sovrasta l’uomo. Ne viene fuori un diario di viaggio in cui
scritt ura e fotografia si completano, offrendo al le ttore l’idea di un
mondo forse non più esotico, tu ttavia lontano dal nostro:
un’esperienza che non si consuma facilmente, anzi destinata a perdurare.
Sacro Romano GRA
Persone, luoghi, paesaggi lungo il Grande Raccordo Anulare
Nicolò Bassetti Sapo Matteucci
Persone, luoghi, paesaggi lungo il Grande Raccordo Anulare
Nicolò Bassetti Sapo Matteucci
Con uno scritto di Renato Nicolini
Postfazione di Gianfranco Rosi
Postfazione di Gianfranco Rosi
Quodlibet-Humboldt 2013
A piedi e con altri mezzi (autobus, metropolitana, treno) alla scoperta del territorio lungo il Grande Raccordo Anulare.
Le cave romane di tufo rosso che hanno ospitato carnevali ottocenteschi; il mondo lunare di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa; la fattoria modello di Mussolini; i piccoli e grandi accampamenti; le tombe pop del Cimitero Laurentino; la guerra per le anguille sul Tevere; le vecchie borgate dei braccianti e le gigantesche architetture sociali; le transumanze dei pastori e le oasi equatoriali.
Un lento viaggio in una Roma sconosciuta e contemporanea, fatta di esperimenti, abbandoni, peripezie, fallimenti e riscatti.
Le cave romane di tufo rosso che hanno ospitato carnevali ottocenteschi; il mondo lunare di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa; la fattoria modello di Mussolini; i piccoli e grandi accampamenti; le tombe pop del Cimitero Laurentino; la guerra per le anguille sul Tevere; le vecchie borgate dei braccianti e le gigantesche architetture sociali; le transumanze dei pastori e le oasi equatoriali.
Un lento viaggio in una Roma sconosciuta e contemporanea, fatta di esperimenti, abbandoni, peripezie, fallimenti e riscatti.
guida tascabile
#design #socialmedia #alterazioni
Stefano Mirti
postmedia books 2013
In italiano siamo abituati a utilizzare il termine "design" per qualificare sostantivi (un oggetto di design, una lampada di design), mentre in inglese, to design è in prima istanza un verbo: progettare. Si può progettare un edificio, una mostra, un viaggio, la propria vita. "Il mondo nuovo" è una breve guida ad una società in continuo mutamento nel momento in cui la tecnologia influenza le nostre abitudini, un periodo in cui forse può essere utile intendere il design in un altro modo: design come attitudine, design come occhiali speciali attraverso i quali guardare al mondo, alla vita, a noi stessi. Il design diventa linguaggio e arriva a trasformare il mondo perchè trasforma in prima istanza noi stessi. Tutto questo nell'era dei social media. Ovvero in un mondo dove il design é diventato #design. Detto altrimenti, il "progetto" al tempo di Twitter e Facebook.
L'architettura del fallimento
Douglas Murphy
postmedia 2013
Con la sua critica informata e incisiva Douglas Murphy affronta alcune debolezze ricorrenti nella letteratura sull'architettura contemporanea dimostrando come la storia dell'architettura del 900 sia indissolubilmente legata ai concetti di fallimento e rovina. L'autore legge in modo originale le origini del modernismo, ripercorrendo l'eredità culturale dei suoi palazzi espositivi in ferro e vetro, strane strutture da sogno che mostravano già i segni del proprio destino, quasi tutte ormai perdute o che sopravvivono solo come frammenti di un malinconico archivio. La seconda parte del libro è un assalto ai recenti movimenti in architettura (high-tech, decostruzionismo, architettura iconica e parametrica) la cui ingenua fede nel nuovo e nella tecnologia ci ha allontanato da preoccupazioni sociali e politiche più ampie, senza trarre vantaggio dalla lezione modernista. Il modo in cui Murphy discute le adesioni modaiole alla teoria critica e alle false promesse dei profeti dell'architettura digitale è soprendente e persino divertente.
Il cinema come happening
Il primitivismo pasoliniano e
la scena artistica italiana degli anni Sessanta
di Luca Caminati
postmedia 2010
Il cinema di Pasolini fu sin dall’inizio coinvolto in un intenso dialogo con le altre arti visive (pittura, fotografia, performance). I seminari di Roberto Longhi all’Università di Bologna furono la fonte della sua ‘fulgorazione figurativa’ che avrebbe influenzato il suo modo "di vedere ed inquadrare il mondo attraverso la cinepresa". Eppure, quando si guarda al vivace panorama artistico degli anni della Guerra Fredda, troviamo poco su e di Pasolini e i suoi testi sono sorprendentemente silenziosi sull'arte a lui contemporanea, oppure, quando ne prendeva atto, poteva risultare piuttosto velenoso, come nei suoi commenti su ogni forma di avanguardia.
"È questo il background sullo sfondo del quale vorrei offrire una lettura sintomatica della teoria e della pratica filmica pasoliniana nella misura in cui questa esprime una particolare ansia nei confronti del panorama artistico contemporaneo, anche quando Pasolini condivide aspetti in comune con esso". (Luca Caminati)
Autorotella
Autobiografia di un artista
Mimmo Rotella
postmedia 2011
Autobiografia di un artista
Mimmo Rotella
postmedia 2011
Questa non è precisamente la classica autobiografia di un maestro, ma la precisa volontà di Mimmo Rotella di annotare su pagina (lui che pure era conosciuto per un'incredibile memoria) pochi anni di una vita che per un po' gli è sembrata scorrere troppo in fretta: dalla metà degli anni Sessanta (quando già è riconosciuto tra i grandi del Nouveau Réalisme) alle ultime pagine scritte a Milano durante la preparazione del festival organizzato in occasione del decimo anniversario del Nouveau Réalisme (novembre 1970). In mezzo c'è tutto il suo mondo, le sue donne, i suoi pensieri, le distrazioni, le amicizie di un giorno e quelle di una vita, galleristi e artisti, le serate a Saint-Germain e quelle nello studio di Rue Clément, le incursioni a Milano, i ricordi romani, qualche visita nella natia Calabria e i viaggi a New York, Londra, Tunisia, India, Nepal... L'edizione è identica alla prima edizione Sugar del 1972, ma rivista graficamente e arricchita di una novantina d'immagini dall'archivio della Fondazione Mimmo Rotella che riguardano il periodo narrato nel libro.
La società dei makers
La creatività dal fai da te al Web 2.0
David Gauntlett
prefazione di Stefano Micelli
Marsilio 2013
Chi sono i makers e in che modo le loro attività contribuiscono a trasformare la nostra economia e la nostra società? Cosa lega l’artigianato e il Web 2.0 nel ventunesimo secolo? Online, così come nel mondo reale, tutti vogliono lasciare una traccia di sé. Se in passato la produzione di cultura era però riservata a una ristretta élite di professionisti, oggi moltissima gente si dedica al lavoro creativo e condivide sul Web idee, video e tutto quanto è frutto della creatività. Stiamo assistendo - sostiene David Gauntlett - al passaggio da una cultura del «mettiti comodo e ascolta» a una del «fare e creare». I tradizionali modelli educativi e le forme di intrattenimento come la televisione non convincono più, e le persone preferiscono fare da sé anche per quanto riguarda l’istruzione e il divertimento. In un percorso appassionante tra psicologia e politica, filosofia ed economia - in cui le idee di John Ruskin si collegano ai video di YouTube e quelle di William Morris all’etica della condivisione al tempo del Web 2.0 e di Wikipedia - Gauntlett mostra come questo passaggio sia fondamentale per la felicità e la sopravvivenza stessa delle nostre società.
www.makingisconnecting.org
Una storia, marginale o sconosciuta, dei rapporti tra l’architettura e lo spazio sonoro, delle origini della problematica della dimensione sonora dell’architettura nell’antichità alle numerose questioni culturali, tecniche, artistiche e sociali attualmente stabilite dalle esperienze legate ai “paesaggi sonori”, passando per le avanguardie musicali ( e certe produzioni della cultura popolare) del XX secolo.
Lo studio delle nozioni così come l’ambiente e il soundscape tocca delle problematiche che prendono in esame una parte della “materialità“ del suono, e anche gli effetti atmosferici nell’architettura. Il progresso delle tecnologie elettroacustiche e del controllo ambientale sono alla base di queste trasformazioni nella percezione classica del suono e dello spazio costruito. De Adolf Loos ad Archigram in architettura, da Erik Satie a R. Murray Schafer in musica, passando per Nicolas Schoffer e Esperimenti nell’arte e nella tecnologia. Le riflessioni e le ricerche sperimentali dell’avanguardia hanno spesso preceduto gli effetti della tecnologia stessa, e preparato il terreno per cambiamenti culturali profondi.
Il suono della mia voce, l’asciutta e diretta confessione di un uomo che combatte ogni giorno la sottile angoscia del vivere quotidiano. Morris Magellan si sveglia ogni mattina pronto ad interpretare la parte che gli è stata affidata dalla vita: product manager di una ditta di biscotti, marito affettuoso di una moglie molto comprensiva e padre di due bambini. Per affrontare però le quotidiane attività ha bisogno di un bicchiere di qualsiasi cosa gli tolga dalla testa la sensazione di affogare in un oceano di oscurità e fango.
Con una narrazione lucida e minimale Ron Butlin non ci presenta solo la storia di un alcolista, ma mette a nudo la strisciante insoddisfazione di una vita “normale”, nella quale l’alcool non rappresenta il problema, ma una soluzione estrema ed assurda al disagio interiore. In una sorta di sdoppiamento Morris si rivolge a se stesso in seconda persona, in un dialogo fatto di ricordi, bicchieri di brandy scolati senza neanche accorgersene e rovesciamento della realtà; quei figli e quella moglie che dovevano costituire la solidità, lo scoglio a cui aggrapparsi quando la marea dell’angoscia sale, diventano gli “accusatori”, di fronte ai quali finge che tutto vada bene mentre si guarda sorridere, parlare, preparare la colazione, come in una vera, bella, perfetta famiglia felice.
www.makingisconnecting.org
Una storia, marginale o sconosciuta, dei rapporti tra l’architettura e lo spazio sonoro, delle origini della problematica della dimensione sonora dell’architettura nell’antichità alle numerose questioni culturali, tecniche, artistiche e sociali attualmente stabilite dalle esperienze legate ai “paesaggi sonori”, passando per le avanguardie musicali ( e certe produzioni della cultura popolare) del XX secolo.
Lo studio delle nozioni così come l’ambiente e il soundscape tocca delle problematiche che prendono in esame una parte della “materialità“ del suono, e anche gli effetti atmosferici nell’architettura. Il progresso delle tecnologie elettroacustiche e del controllo ambientale sono alla base di queste trasformazioni nella percezione classica del suono e dello spazio costruito. De Adolf Loos ad Archigram in architettura, da Erik Satie a R. Murray Schafer in musica, passando per Nicolas Schoffer e Esperimenti nell’arte e nella tecnologia. Le riflessioni e le ricerche sperimentali dell’avanguardia hanno spesso preceduto gli effetti della tecnologia stessa, e preparato il terreno per cambiamenti culturali profondi.
Il suono della mia voce
Ron Butlin
Edizioni Socrates
Dicembre 2004
Ron Butlin
Edizioni Socrates
Dicembre 2004
Il suono della mia voce, l’asciutta e diretta confessione di un uomo che combatte ogni giorno la sottile angoscia del vivere quotidiano. Morris Magellan si sveglia ogni mattina pronto ad interpretare la parte che gli è stata affidata dalla vita: product manager di una ditta di biscotti, marito affettuoso di una moglie molto comprensiva e padre di due bambini. Per affrontare però le quotidiane attività ha bisogno di un bicchiere di qualsiasi cosa gli tolga dalla testa la sensazione di affogare in un oceano di oscurità e fango.
Con una narrazione lucida e minimale Ron Butlin non ci presenta solo la storia di un alcolista, ma mette a nudo la strisciante insoddisfazione di una vita “normale”, nella quale l’alcool non rappresenta il problema, ma una soluzione estrema ed assurda al disagio interiore. In una sorta di sdoppiamento Morris si rivolge a se stesso in seconda persona, in un dialogo fatto di ricordi, bicchieri di brandy scolati senza neanche accorgersene e rovesciamento della realtà; quei figli e quella moglie che dovevano costituire la solidità, lo scoglio a cui aggrapparsi quando la marea dell’angoscia sale, diventano gli “accusatori”, di fronte ai quali finge che tutto vada bene mentre si guarda sorridere, parlare, preparare la colazione, come in una vera, bella, perfetta famiglia felice.