ALLA RICERCA DEL NUOVO MONDO
Il Mondo Nuovo
Guida Tascabile
#design#social media#alterazioni
Stefano Mirti
WHOAMI
Postmedia 2013
Caro Stefano
Mi sono dato una regola semplice x scrivere questo post, simulare con un tempo lungo la comunicazione veloce dei social network.
Leggerò un fascicolo a sera forse due, e invece di una recensione classica, proverò a reagire alla tua scrittura con un commento immediato, ricordi, giudizi, parole per restituire le impressioni su questo tuo lavoro. Non so che verrà fuori, io ci provo a capire il mondo nuovo. Comincio:
Leggerò un fascicolo a sera forse due, e invece di una recensione classica, proverò a reagire alla tua scrittura con un commento immediato, ricordi, giudizi, parole per restituire le impressioni su questo tuo lavoro. Non so che verrà fuori, io ci provo a capire il mondo nuovo. Comincio:
A volte capita, che
un libro appare subito come qualcosa di importante, e questo di Stefano
Mirti lo è sicuramente per ragioni diverse, la prima delle quali è
dichiarata nella prima pagina.
Forse può essere utile intendere il design in altro modo. Il design come attitudine, il design come occhiali speciali attraverso i quali guardare al mondo, alla vita, a noi stessi.
Forse può essere utile intendere il design in altro modo. Il design come attitudine, il design come occhiali speciali attraverso i quali guardare al mondo, alla vita, a noi stessi.
Il libro ha una forma diversa, una busta trasparente contiene sette fascicoli,
nessuna figura, un linguaggio asciutto e preciso, che mi ha incuriosito
subito, mi ha fatto tornare in mente i libri di Munari, che con
semplicità guardavano al mondo come oggetto di Design.
Poi in questo libro ci sono tanti frammenti di scrittori, usati per mettere in moto il pensiero, testi scritti ieri ma che raccontano il domani. Questi testi diventano la metafora del cambiamento immaginato, delle parole liberate dal loro significato più evidente, gli scrittori che sono stati designer più dei designer.
Poi c'è il mondo nuovo, che cambia, c'è il social che trasforma il virtuale in reale e sempre di più genera possibilità.
Non ci sono figure evviva (queste le ho prese dalla tua pagina FB così per creare un testo parallelo), in un mondo di immagini, torna il coraggio delle parole che ci fanno immaginare.
Ecco ho deciso di non trattare questo libro come un libro, ho deciso di cercare di capire il nuovo, con strumenti più tradizionali.
Se il libro si può destrutturare, non è più un libro o meglio è metafora di un mondo che cambia perché reinventa oggetti conosciuti.
Poi in questo libro ci sono tanti frammenti di scrittori, usati per mettere in moto il pensiero, testi scritti ieri ma che raccontano il domani. Questi testi diventano la metafora del cambiamento immaginato, delle parole liberate dal loro significato più evidente, gli scrittori che sono stati designer più dei designer.
Poi c'è il mondo nuovo, che cambia, c'è il social che trasforma il virtuale in reale e sempre di più genera possibilità.
Non ci sono figure evviva (queste le ho prese dalla tua pagina FB così per creare un testo parallelo), in un mondo di immagini, torna il coraggio delle parole che ci fanno immaginare.
Ecco ho deciso di non trattare questo libro come un libro, ho deciso di cercare di capire il nuovo, con strumenti più tradizionali.
Se il libro si può destrutturare, non è più un libro o meglio è metafora di un mondo che cambia perché reinventa oggetti conosciuti.
Fascicolo Uno
Ho dei dubbi, a me l'idea The comunity is the message mi spaventa parecchio, perché come dice proprio l'autore esiste la regola dell'1%. Nei mondi del web, esiste questa formuletta molto semplice: 90/9/1.
Cento utenti, ne abbiamo novanta che utilizzano il medium in maniera passiva, nove sono sporadicamente attivi e uno genera la quasi totalità dei contenuti.
In questa regola c'è tutta la mia paura, la costante paura del consumo delle idee, della loro banalizzazione, allora la cosa difficile è isolare questo uno per cento. E seguirlo, il lavoro da fare con Mirti è proprio questo seguirlo con attenzione perchè lui produce contenuti.
Ho dei dubbi, a me l'idea The comunity is the message mi spaventa parecchio, perché come dice proprio l'autore esiste la regola dell'1%. Nei mondi del web, esiste questa formuletta molto semplice: 90/9/1.
Cento utenti, ne abbiamo novanta che utilizzano il medium in maniera passiva, nove sono sporadicamente attivi e uno genera la quasi totalità dei contenuti.
In questa regola c'è tutta la mia paura, la costante paura del consumo delle idee, della loro banalizzazione, allora la cosa difficile è isolare questo uno per cento. E seguirlo, il lavoro da fare con Mirti è proprio questo seguirlo con attenzione perchè lui produce contenuti.
Fascicolo Due
Il secondo fascicolo inizia con una cosa buona e giusta, un inversione, ciò che in un libro si trova alla fine nel nuovo mondo si trova all'inizio. Non si chiama più bibliografia, ma playlist, la differenza è sostanziale.
La bibliografia è un elenco, ha bisogno di attenzione per essere utile, arriva alla fine, nel vecchio mondo dopo il libro si va verso un approfondimento. Con la playlist è tutto diverso, perché i frammenti possono essere ricampionati, possono essere assimilati reinterpretati, possono essere cambiati di senso ed usati in modo diverso, nuovo. Poi i libri vengono citati nel momento esatto che entrano a far parte di un discorso, l'autore nel momento stesso che compila la sua lista è un interprete, commenta, riassume deve essere utile a quel 90% di lettori distratti, consumatori di idee e sensazioni. Allora che queste sensazioni siano buone.
Già una cosa l'ho capita tra Orwell e Huxley, il secondo ci aveva visto lungo nessuno ci ha vietato qualcosa, ma sono state le tante informazioni a ridurci alla passività e all'egotismo.
Il saggio di Stuart McMillen è illuminante, la playlist funziona, il nuovo mondo comincia a piacermi.
Una delle regole fondamentali è sempre mischiare, digitale e analogico, usare i social ma imparare a non lasciarsi prendere troppo, tornando sempre al proprio medium espressivo. Insomma Istagram è importante per condividere ma poi continuate a fotografare per voi stessi, non dico in pellicola, ma almeno con una macchina che richieda un'altro tempo.
Il secondo fascicolo inizia con una cosa buona e giusta, un inversione, ciò che in un libro si trova alla fine nel nuovo mondo si trova all'inizio. Non si chiama più bibliografia, ma playlist, la differenza è sostanziale.
La bibliografia è un elenco, ha bisogno di attenzione per essere utile, arriva alla fine, nel vecchio mondo dopo il libro si va verso un approfondimento. Con la playlist è tutto diverso, perché i frammenti possono essere ricampionati, possono essere assimilati reinterpretati, possono essere cambiati di senso ed usati in modo diverso, nuovo. Poi i libri vengono citati nel momento esatto che entrano a far parte di un discorso, l'autore nel momento stesso che compila la sua lista è un interprete, commenta, riassume deve essere utile a quel 90% di lettori distratti, consumatori di idee e sensazioni. Allora che queste sensazioni siano buone.
Già una cosa l'ho capita tra Orwell e Huxley, il secondo ci aveva visto lungo nessuno ci ha vietato qualcosa, ma sono state le tante informazioni a ridurci alla passività e all'egotismo.
Il saggio di Stuart McMillen è illuminante, la playlist funziona, il nuovo mondo comincia a piacermi.
Una delle regole fondamentali è sempre mischiare, digitale e analogico, usare i social ma imparare a non lasciarsi prendere troppo, tornando sempre al proprio medium espressivo. Insomma Istagram è importante per condividere ma poi continuate a fotografare per voi stessi, non dico in pellicola, ma almeno con una macchina che richieda un'altro tempo.
Fascicolo Tre
Hai ragione Stefano tutto andrà perduto, recentemente durante il trasloco del mio studio ho intravisto in fondo ad un ripiano una cartella in plastica nera dalla quale sbucava della carta da fax. Mi sono ricordato ho sorriso, era il 1993, ero negli Stati Uniti ha fare il mio Master, le mail esistevano ma nessuno di quelli che conoscevo a Roma la possedeva, sei mesi erano più lunghi qualche anno fa, la mail la usavo per conversare con un amico con cui pranzavo ogni giorno all'università, invece l'Italia era lontana, scherzi del nuovo mondo, dove le distanze cambiano, i tempi si contraggono. Mi sono ricordato quei fax erano di una ragazza che tutte le mattine mi scriveva, era bello percorre la strada tra la mia camera fino al negozio interno al campus, per prendere il mio messaggio quotidiano. Ho sorriso di nuovo ho preso la cartellina ho sospirato, mi considero l'ultimo dei romantici, ho aperto la cartellina perché volevo rileggere una frase in particolare, la ricordavo benissimo e rileggerla in quel preciso momento mi avrebbe fatto molto piacere. Ho trovato una risma di fogli bianchi, tutto perduto (è successo pure con i rotoli gran turistaS presi alla biennale confessa l'hai fatto apposta), il segno dei fax termici non dura i segni evaporano lentamente. Ecco però quella frase è rimasta nella mia memoria, perfetta scolpita, ho sorriso comunque tanto la ricordavo.
Dei Twitter però non resterà nulla, perché non hanno tempo, sono troppi, oggi in questo nuovo mondo non abbiamo tempo di mandare tutto a a memoria le frasi non restano. (a me è capitato ancora quell'anno in cui trascrivevo gli sms perchè avevo paura di perderli) Infatti quel telefono è andato perduto così anche tutti i messaggi che conteneva, resta però la trascrizione, come restano del mio archivio le foto che amo di più perché continuo a stampare e ad accumulare carta. Ecco forse se oggi mi dovessi innamorare di nuovo cancellerei tutti i messaggi, non la fotograferei nemmeno questa donna perché tanto lo so resterebbe, è comunque dentro di me.
Per questo non uso Twitter perché alla fine sono un romantico. Nel nuovo mondo alla fine Twitter non ci sarà più, verrà sostituito da qualcosa di diverso, di questo sono convinto, proprio perché non conosce il passato e non pensa il futuro.
Poi tu caro Stefano per fortuna questo capitolo su Twitter lo hai passato su carta (un po' stai barando lo sai? dici che ami Twitter perché non conserva per il futuro e tu la tua Tweetville te la sei trascritta) e hai fatto bene, perché mi è piaciuta molto.
A chi scrive bene e ha il dono della sintesi va bene anche scrivere su un foglietto di carta, magari piccolo così sai che non puoi esagerare.
Prima di chiudere questo paragrafo, è tardi ti scrivo di notte, voglio segnalare che in questo tuo libro, sono nascosti tanti libri, film, storie e citazioni, un altro motivo per comprarlo perché porta in tanti luoghi reali e immaginari.
Allora proprio in questo paragrafo ne aggiungo un anche io di libro, è perfetto per commentare la tua riflessione su Twitter, e dopotutto questo è un blog di libri.
Jennifer Egan a vinto il pulittzer con il suo Il tempo è un bastardo ed ora ha completato il suo nuovo romanzo, frutto di un curioso esperimento, nato sui social network. Scatola Nera è infatti stato realizzato su Twitter: l’autrice ha pubblicato, per dieci giorni consecutivi, un tweet al minuto per un’ora al giorno.
Il limite dei 140 caratteri imposto da Twitter per ogni post ha dato al romanzo un ritmo serrato, dinamico, dandogli quasi l’aspetto di una raccolta di aforismi.
Certo non è bello come il primo ma è un ottimo esperimento ti piacerà.
Hai ragione Stefano tutto andrà perduto, recentemente durante il trasloco del mio studio ho intravisto in fondo ad un ripiano una cartella in plastica nera dalla quale sbucava della carta da fax. Mi sono ricordato ho sorriso, era il 1993, ero negli Stati Uniti ha fare il mio Master, le mail esistevano ma nessuno di quelli che conoscevo a Roma la possedeva, sei mesi erano più lunghi qualche anno fa, la mail la usavo per conversare con un amico con cui pranzavo ogni giorno all'università, invece l'Italia era lontana, scherzi del nuovo mondo, dove le distanze cambiano, i tempi si contraggono. Mi sono ricordato quei fax erano di una ragazza che tutte le mattine mi scriveva, era bello percorre la strada tra la mia camera fino al negozio interno al campus, per prendere il mio messaggio quotidiano. Ho sorriso di nuovo ho preso la cartellina ho sospirato, mi considero l'ultimo dei romantici, ho aperto la cartellina perché volevo rileggere una frase in particolare, la ricordavo benissimo e rileggerla in quel preciso momento mi avrebbe fatto molto piacere. Ho trovato una risma di fogli bianchi, tutto perduto (è successo pure con i rotoli gran turistaS presi alla biennale confessa l'hai fatto apposta), il segno dei fax termici non dura i segni evaporano lentamente. Ecco però quella frase è rimasta nella mia memoria, perfetta scolpita, ho sorriso comunque tanto la ricordavo.
Dei Twitter però non resterà nulla, perché non hanno tempo, sono troppi, oggi in questo nuovo mondo non abbiamo tempo di mandare tutto a a memoria le frasi non restano. (a me è capitato ancora quell'anno in cui trascrivevo gli sms perchè avevo paura di perderli) Infatti quel telefono è andato perduto così anche tutti i messaggi che conteneva, resta però la trascrizione, come restano del mio archivio le foto che amo di più perché continuo a stampare e ad accumulare carta. Ecco forse se oggi mi dovessi innamorare di nuovo cancellerei tutti i messaggi, non la fotograferei nemmeno questa donna perché tanto lo so resterebbe, è comunque dentro di me.
Per questo non uso Twitter perché alla fine sono un romantico. Nel nuovo mondo alla fine Twitter non ci sarà più, verrà sostituito da qualcosa di diverso, di questo sono convinto, proprio perché non conosce il passato e non pensa il futuro.
Poi tu caro Stefano per fortuna questo capitolo su Twitter lo hai passato su carta (un po' stai barando lo sai? dici che ami Twitter perché non conserva per il futuro e tu la tua Tweetville te la sei trascritta) e hai fatto bene, perché mi è piaciuta molto.
A chi scrive bene e ha il dono della sintesi va bene anche scrivere su un foglietto di carta, magari piccolo così sai che non puoi esagerare.
Prima di chiudere questo paragrafo, è tardi ti scrivo di notte, voglio segnalare che in questo tuo libro, sono nascosti tanti libri, film, storie e citazioni, un altro motivo per comprarlo perché porta in tanti luoghi reali e immaginari.
Allora proprio in questo paragrafo ne aggiungo un anche io di libro, è perfetto per commentare la tua riflessione su Twitter, e dopotutto questo è un blog di libri.
Jennifer Egan a vinto il pulittzer con il suo Il tempo è un bastardo ed ora ha completato il suo nuovo romanzo, frutto di un curioso esperimento, nato sui social network. Scatola Nera è infatti stato realizzato su Twitter: l’autrice ha pubblicato, per dieci giorni consecutivi, un tweet al minuto per un’ora al giorno.
Il limite dei 140 caratteri imposto da Twitter per ogni post ha dato al romanzo un ritmo serrato, dinamico, dandogli quasi l’aspetto di una raccolta di aforismi.
Certo non è bello come il primo ma è un ottimo esperimento ti piacerà.
Fascicolo Quattro
Ottimo inizio in questo fascicolo, concordo in pieno, il mondo cambia e noi con lui, senza lamentarci dobbiamo inventare il lavoro il nostro lavoro, qualunque esso sia.
Poi arriva Gran Touristas, lo spieghi bene, ma io ancora non lo capisco, forse sono troppo vecchio, o forse non comprendo Facebook, fino in fondo, ma io l'ho trovato una gran confusione, tanto rumore per nulla, anche come passatempo era noioso per una cosa interessante, cento parole al vento. Ora è facile sostenere che GT non serve a niente, allora mi chiedo perché, è come se tutto quello che hai raccontato fino ad adesso svanisse così in questo passatempo. Una ricerca non può essere fine a se stessa. Che tipo di contenuto viene prodotto? Mi dispiace dirtelo l'esperimento non ha funzionato, non si può pensare ad un dispositivo che non ha uno scopo anche minimo di creare qualcosa di utile.
Ottimo inizio in questo fascicolo, concordo in pieno, il mondo cambia e noi con lui, senza lamentarci dobbiamo inventare il lavoro il nostro lavoro, qualunque esso sia.
Poi arriva Gran Touristas, lo spieghi bene, ma io ancora non lo capisco, forse sono troppo vecchio, o forse non comprendo Facebook, fino in fondo, ma io l'ho trovato una gran confusione, tanto rumore per nulla, anche come passatempo era noioso per una cosa interessante, cento parole al vento. Ora è facile sostenere che GT non serve a niente, allora mi chiedo perché, è come se tutto quello che hai raccontato fino ad adesso svanisse così in questo passatempo. Una ricerca non può essere fine a se stessa. Che tipo di contenuto viene prodotto? Mi dispiace dirtelo l'esperimento non ha funzionato, non si può pensare ad un dispositivo che non ha uno scopo anche minimo di creare qualcosa di utile.
GT non mi è piaciuto, o forse, ripeto, non l'ho capito fino in fondo.
Fascicolo Cinque
No mio caro la musica uno scopo c'è lo ha.
Il post scritum su GT, l'ho letto ma resto della mia idea.
Mi fa pensare al significato di socievolezza digitale, mi fa pensare, a questa linea sottile tra analogico e digitale, tra presenza e assenza, ma specialmente sulla voglia di mettersi in gioco, interagendo, la comunicazione orizzontale è una bella cosa, ma siamo sicuri che sia reale? Penso che forse non siamo mai sicuri che dall'altra parte dello schermo, la comunicazione sia così vera, sicuro che non ci sia anche li una segretaria costretta a recitare una figura non sua ? Forse a volte anche la comunicazione verticale seppure più lenta può essere sincera.
Forse ci hai pensato anche tu.
Abitare Pirata mi sembra invece una bellissima idea, per questo non hai avuto feedback, troppa bella per essere vera.
No mio caro la musica uno scopo c'è lo ha.
Il post scritum su GT, l'ho letto ma resto della mia idea.
Mi fa pensare al significato di socievolezza digitale, mi fa pensare, a questa linea sottile tra analogico e digitale, tra presenza e assenza, ma specialmente sulla voglia di mettersi in gioco, interagendo, la comunicazione orizzontale è una bella cosa, ma siamo sicuri che sia reale? Penso che forse non siamo mai sicuri che dall'altra parte dello schermo, la comunicazione sia così vera, sicuro che non ci sia anche li una segretaria costretta a recitare una figura non sua ? Forse a volte anche la comunicazione verticale seppure più lenta può essere sincera.
Forse ci hai pensato anche tu.
Abitare Pirata mi sembra invece una bellissima idea, per questo non hai avuto feedback, troppa bella per essere vera.
Fascicolo Sei
In questo capitolo il libro raggiunge il suo apice, perché la scrittura di Stefano è avvolgente, e chiara, la riflessione è sempre aperta, non c'è una sola risposta al tema principale dei saggi raccolti ma una descrizione della nuova realtà così come, diretta e vissuta, ognuno estragga le sue di risposte, dopotutto il nuovo mondo é un esperienza dove tutto cambia velocemente, sono le storie che devono essere capite e seguite.
Poi ad un certo punto, dopo aver descritto vecchi e nuovi media, il crowd-funding, dopo aver attraversato i paesaggi del limite, Mirti descrive perfettamente la linea che segna il cambiamento, un luogo sfocato che non è reale, in quanto frutto della nostra interpretazione, e non è virtuale perché l'interpretazione lo rende vivo e capace di dare forma al nostro pensiero.
In questo capitolo il libro raggiunge il suo apice, perché la scrittura di Stefano è avvolgente, e chiara, la riflessione è sempre aperta, non c'è una sola risposta al tema principale dei saggi raccolti ma una descrizione della nuova realtà così come, diretta e vissuta, ognuno estragga le sue di risposte, dopotutto il nuovo mondo é un esperienza dove tutto cambia velocemente, sono le storie che devono essere capite e seguite.
Poi ad un certo punto, dopo aver descritto vecchi e nuovi media, il crowd-funding, dopo aver attraversato i paesaggi del limite, Mirti descrive perfettamente la linea che segna il cambiamento, un luogo sfocato che non è reale, in quanto frutto della nostra interpretazione, e non è virtuale perché l'interpretazione lo rende vivo e capace di dare forma al nostro pensiero.
Questo limite é il
progetto.
Quindi se noi percepiamo il paesaggio fisico come una funzione seconda di una serie di occhiali interpretativi che di volta in volta utilizziamo per guardare il mondo intorno a noi, è interessante ragionare sulla natura stessa di questi occhiali.
In questo preciso istante una nuova redifinizione è in atto. Nuovi luoghi, nuovi significati, nuove forme di paesaggio che dai mondi digitali scivolano nella realtà fattuale dentro la quale viviamo. Siete in grado di vederli? Ne avete coscienza? Questi nuovi luoghi sono la nuova realtà.
Ecco, Mirti traccia un confine ci accompagna aiutandoci a trovarlo e una volta raggiunto assieme ci lascia in compagnia di una serie di guide, che ci aiuteranno in qualche modo ad attraversarlo, nelle ultime righe del capitolo ce ne suggerisce tre io ho scelto la mia, ne ho anche parlato di recente in un altro post /www.the-booklist.com//2013/11/flappers-hiroos.html era sempre lui ad avermeli presentati i fratelli Collyer. Provate a cercarle anche voi queste storie (io l'ho fatto) trovate i libri, mettete insieme i pezzi, stabilite voi i nessi di senso e di significato. Perché queste attitudini stravaganti e marginali sono diventate la trama principale della cultura contemporanea ai tempi della rete /www.the-booklist.com//2013/09/i-racconti-del-palazzo-enciclopedico.html.
Quindi se noi percepiamo il paesaggio fisico come una funzione seconda di una serie di occhiali interpretativi che di volta in volta utilizziamo per guardare il mondo intorno a noi, è interessante ragionare sulla natura stessa di questi occhiali.
In questo preciso istante una nuova redifinizione è in atto. Nuovi luoghi, nuovi significati, nuove forme di paesaggio che dai mondi digitali scivolano nella realtà fattuale dentro la quale viviamo. Siete in grado di vederli? Ne avete coscienza? Questi nuovi luoghi sono la nuova realtà.
Ecco, Mirti traccia un confine ci accompagna aiutandoci a trovarlo e una volta raggiunto assieme ci lascia in compagnia di una serie di guide, che ci aiuteranno in qualche modo ad attraversarlo, nelle ultime righe del capitolo ce ne suggerisce tre io ho scelto la mia, ne ho anche parlato di recente in un altro post /www.the-booklist.com//2013/11/flappers-hiroos.html era sempre lui ad avermeli presentati i fratelli Collyer. Provate a cercarle anche voi queste storie (io l'ho fatto) trovate i libri, mettete insieme i pezzi, stabilite voi i nessi di senso e di significato. Perché queste attitudini stravaganti e marginali sono diventate la trama principale della cultura contemporanea ai tempi della rete /www.the-booklist.com//2013/09/i-racconti-del-palazzo-enciclopedico.html.
Fascicolo Sette
Grande è la confusione sotto il cielo, per questo dopo esserci persi abbiamo bisogno di ritrovare la strada, abbiamo seguito tante tracce non tutte portano da qualche parte, ecco in rete bisogna accettare di perdersi, dobbiamo tornare indietro e ricominciare, nel farlo però ci portiamo sempre dietro qualcosa ma non tutto, dobbiamo saper selezionare, dobbiamo avere il coraggio di chiudere gli occhi, di essere scortesi, non è un caso che su Facebook ci sia solo il MI PIACE, una strada a senso unico. Ogni tanto mi capita come nella vita reale di perdere le staffe, mi sembra giusto ed opportuno, poi qualcuno si offenda pure è necessario, io chiedrò scusa.
Non prendiamoci seriamente, giochiamo, io lo vedo come un bar speciale (come per è stato per tanti anni il Bar Brunori) un luogo altro in cui rilassarsi, riuscendo a parlare di tante cose, prendere la saggezza del gestore e trasformarla in sapere, schierarsi, sapere che anche qui Roma e Lazio, non sono due sqaudre di calcio, sono una scusa per condividere sensazioni, il calcio non è solo uno sport ma la metafora della vita, ed in rete ancor di più.
Mi piace che questo è un libro con scadenza, che avverti che se si leggerà dopo l'Aprile del 2014, potrebbe assumere altri significati, nel mondo nuovo il tempo cambia più velocemente! e non c'è ne accorgiamo. Con i libri comunque è sempre così è il tempo a dargli significato.
Grande è la confusione sotto il cielo, per questo dopo esserci persi abbiamo bisogno di ritrovare la strada, abbiamo seguito tante tracce non tutte portano da qualche parte, ecco in rete bisogna accettare di perdersi, dobbiamo tornare indietro e ricominciare, nel farlo però ci portiamo sempre dietro qualcosa ma non tutto, dobbiamo saper selezionare, dobbiamo avere il coraggio di chiudere gli occhi, di essere scortesi, non è un caso che su Facebook ci sia solo il MI PIACE, una strada a senso unico. Ogni tanto mi capita come nella vita reale di perdere le staffe, mi sembra giusto ed opportuno, poi qualcuno si offenda pure è necessario, io chiedrò scusa.
Non prendiamoci seriamente, giochiamo, io lo vedo come un bar speciale (come per è stato per tanti anni il Bar Brunori) un luogo altro in cui rilassarsi, riuscendo a parlare di tante cose, prendere la saggezza del gestore e trasformarla in sapere, schierarsi, sapere che anche qui Roma e Lazio, non sono due sqaudre di calcio, sono una scusa per condividere sensazioni, il calcio non è solo uno sport ma la metafora della vita, ed in rete ancor di più.
Mi piace che questo è un libro con scadenza, che avverti che se si leggerà dopo l'Aprile del 2014, potrebbe assumere altri significati, nel mondo nuovo il tempo cambia più velocemente! e non c'è ne accorgiamo. Con i libri comunque è sempre così è il tempo a dargli significato.
Nota a margine:
Il pericolo può essere che un giorno qualcuno tenti di
fare una rivista di architettura su FB, seguendo senza un filo logico
alcune delle cose che suggerisci, e il rischio è che questo qualcuno si
convinca da solo, contando i mi piace, che quello che sta facendo abbia
un contenuto di qualche utilità, ecco forse quest'illusione può creare
molti danni in chi distrattamente lo segue (tu descrivi il nuovo mondo
come un mondo senza scuola) e il rischio che in architettura la comunità
sostituisca la scuola, i danni poi si accumulano nel tempo. (E' successo con il sesso, youporn ha ucciso l'imaginazione, succederà con la cultura). E al tempo
lungo dell'approfondimento si sostituirà il gossip, lo schieramento, il
fatto che oggi va di moda il bianco, e che alla fine oramai non esistono
più le mezze stagioni, in rete si scelgono le cose da seguire, si
raggiunge il limite grazie alla comunità e alla condivisione, ma poi
dopo si resta soli ed ognuno come tu suggerisci molto bene deve
approfondire per proprio conto, deve capire, non basta l'intuizione.
Quindi vi prego è vero siamo in un mondo nuovo, ma contate fino a dieci e non credete a tutto quello che leggete velocemente la mattina al bagno mentre siete seduti sulla tazza del vostro gabinetto. Fate come Stefano il mondo nuovo dovete costruirlo voi giorno per giorno senza superficialità.
Grazie Stefano è un libro interessante.
Quindi vi prego è vero siamo in un mondo nuovo, ma contate fino a dieci e non credete a tutto quello che leggete velocemente la mattina al bagno mentre siete seduti sulla tazza del vostro gabinetto. Fate come Stefano il mondo nuovo dovete costruirlo voi giorno per giorno senza superficialità.
Grazie Stefano è un libro interessante.