OBVIUS
Beniamino Servino
OBVIUS
LetteraVentidue 2014
Conosco da molto tempo Beniamino Servino, lo considero un amico e guardo da sempre al suo lavoro con estremo interesse. Ho scritto già sul suo lavoro in questo blog in occasione di un libro immaginario che ho provato a recensire, anche se non esiste.
Ho naturalmente presentato il primo volume della sua autobiografia, monografia, diario, Monumental need.
Non è facile definire con chiarezza che tipo di libri scrive Servino, dipende dal momento in cui lo leggete, dipende dallo stato d'animo e del perchè lo leggete. Perchè Servino va letto diluendo la lettura nel tempo, con lentezza.
Oggi di fronte ad Obvius ho cercato un dialogo, che continuerà sul numero 2 di INK (postmedia) e che proseguirà ancora ed ancora su questo blog. Perchè l'amicizia come l'architettura è un passione da vivere con intensità e tempo condiviso.
1
Luca Galofaro: perchè due libri così ravvicinati non pensi sarebbe stato meglio raccogliere tutto in un volume unico?
cosa significa il dittico per te?
Beniamino Servino: sono due tomi di uno stesso volume. Il primo tratta un tema [La necessità monumentale nel paesaggio dell’abbandono] in maniera estesa [e con delle digressioni che però riconducono al tema]; il secondo mette sotto forma di sistema una teoria attraverso la composizione di frammenti.
La distanza temporale tra i due mi è servita per organizzare fisicamente il lavoro di ricucitura dei frammenti.
Le immagini che ho messo nella seconda parte di OBVIUS sono tutte fatte in questo periodo. Tra il primo e il secondo tomo.
2.
LG: in questo libro, c’è molto spazio per un lungo testo manifesto, io lo considero in parallelo ai disegni come una scrittura di un vocabolario di azioni che agiscono sulla realtà che ti circonda.
Sei riuscito con questo testo ipnotico, a rafforzare il senso dei tuoi disegni. Mi dai la definizione di scrittura. Cosa significa scrivere?
Sei riuscito con questo testo ipnotico, a rafforzare il senso dei tuoi disegni. Mi dai la definizione di scrittura. Cosa significa scrivere?
BS: fisso con le parole delle tracce, dei solchi. Definisco dei campi, all’interno dei quali mi muovo poi con il disegno, con il progetto. Facendo attenzione a scavalcare [a mettermi di traverso tra] questi solchi.
Con la scrittura costruisco una trama, una filigrana, che tiene insieme il progetto di architettura.
Qualche volta la scrittura è un a posteriori, altre un a priori.
…
La scrittura è il retro dei disegni.
3.
LG: io e te abbiamo due scritture molto diverse, tu fermi alcuni concetti attraverso delle definizioni nette.
Io invece amo usare la citazione. Lo faccio anche quando scrivo per immagini.
Nelle mie annotazioni per immagini amo utilizzare l' architettura che esiste, famosa, riconoscibile cerco una citazione del reale, non sono interessato a disegnare nuove architetture ma ad usarne di esistenti, un modo per entrare a contatto con l’immaginario del lettore e con me stesso prima del progetto. Ecco così mi piace usare le citazioni. L'idea è quella di non mettere in risalto le similarità tra le immagini, ma le possibili connessioni tra diverse linee di ricerca, un lavoro sul processo di costruzione di nuovi significati. Naturalmente le singole immagini non hanno nessun valore artistico di per sé, ma agiscono sulla creazione di uno strumento interpretativo della realtà.
Perché tu rifiuti le citazioni?
Io invece amo usare la citazione. Lo faccio anche quando scrivo per immagini.
Nelle mie annotazioni per immagini amo utilizzare l' architettura che esiste, famosa, riconoscibile cerco una citazione del reale, non sono interessato a disegnare nuove architetture ma ad usarne di esistenti, un modo per entrare a contatto con l’immaginario del lettore e con me stesso prima del progetto. Ecco così mi piace usare le citazioni. L'idea è quella di non mettere in risalto le similarità tra le immagini, ma le possibili connessioni tra diverse linee di ricerca, un lavoro sul processo di costruzione di nuovi significati. Naturalmente le singole immagini non hanno nessun valore artistico di per sé, ma agiscono sulla creazione di uno strumento interpretativo della realtà.
Perché tu rifiuti le citazioni?
BS: La citazione rappresenta lo sforzo di portarsi dietro le cose senza toccarle.
…
Non possiedo [non uso] le cose se non riesco a adattarle a me. A trasfigurarle.
4.
LG: ti consideri un visionario? Io preferisco considerarti come un iperrealista.
BS: Nell’accezione comune il visionario è un pre-visionario. Io semplicemente mi figuro il presente con i miei strumenti. Descrivo il presente con il mio vocabolario.
Non sono un visionario [un pre-visionario]. Sono un raccontatore di storie.
5.
LG: perché non mostri mai le tue architetture in questi libri, lo hai
fatto solo in Elementare/Superficiale. Album di architetture 2007-1985 –
edito da Skira. La tua architettura costruita rafforza le idee
racchiuse in questi due volumi, é la realizzazione evidente di un
progetto che è alla base delle tue scritture. Mi sarebbe piaciuto vedere
anche solo due progetti, uno di interni ed uno di un edificio, alla
fine come terza parte del volume Obvius… per completare il tuo
immaginario di segni. Perché lo hai evitato?
Si capisce che è una scelta precisa.
BS: Ho ritenuto che mostrare delle realizzazioni potesse fuorviare.
Si capisce che è una scelta precisa.
BS: Ho ritenuto che mostrare delle realizzazioni potesse fuorviare.
[Mi piacerebbe però fare un libro
solo di cose costruite.]
6.
LG: Non si può certo dire che il testo si legga tutto d’un fiato, per la sua densità è come se tu avessi cercato di rallentare il tempo della lettura.
Esiste e si tocca con mano un’ipnotica visione del mondo, che racchiude una visione della realtà molto complessa, tu non cerchi di analizzare il reale ma proponi di continuo dispositivi per modificarlo. Le parole restano, l’esatto opposto della scrittura per immagini che attraverso il montaggio ha una lettura molto più veloce e leggera.
Esiste e si tocca con mano un’ipnotica visione del mondo, che racchiude una visione della realtà molto complessa, tu non cerchi di analizzare il reale ma proponi di continuo dispositivi per modificarlo. Le parole restano, l’esatto opposto della scrittura per immagini che attraverso il montaggio ha una lettura molto più veloce e leggera.
BS: Le tessere del testo tendono a comporre un quadro unitario, ma hanno una loro autonomia. Come episodi compiuti di un racconto a episodi. Questo permette anche una lettura a tratti. Con riprese. E tempi diluiti.
…
L’intervento sul reale [sull’ambiente esistente, città o paesaggio] avviene per sovrapposizioni. Livelli che si appoggiano su quelli esistenti e si dispongono a riceverne altri.
Integrazione/Trasformazione invece di Sostituzione/Ripristino.
7.
LG: Sarai nei prossimi giorni alla Biennale di Venezia con una selezione dei tuoi disegni, mi puoi dire secondo te che significato ha questa presenza?
BS: Il tema del padiglione Italia è quello degli Innesti. I miei disegni, con i tuoi e quelli di Carmelo Baglivo e Cherubino Gambardella, faranno parte di una sezione autonoma al suo [del padiglione] interno. Il curatore ha ritenuto che parallelamente a quanto fisicamente costruito e documentato nel resto del padiglione anche la ricerca teorica [che nel nostro caso è parallela e intrecciata alla pratica della costruzione] fosse necessaria a mostrare una condizione e una direzione.