THE CITY AS A PROJECT






THE CITY AS A PROJECT
Edited by Pier Vittorio Aureli
Ruby Press 2014 


Essay by
Fernando Donis
Hamed Khosravi
Amir Djalali
Maria Shéhèrazade Giudici
Christopher C. M. Lee
Francesco Marullo
Bernardina Borra
Platon Issaias
Michiel Riedijk



The city a a Project was conceived not just as a collection of individual theses but as a collective research group….



(Pier Vittorio Aureli)  


La parola progetto è una parola dimenticata, tutti parlano di architettura, ognuno da la sua definizione ma sono pochi quelli che mettono il progetto al centro della propria ricerca. Città è invece una termine abusato tra gli architetti, il più delle volte risultato di una riduzione del significato di pianificazione, utile per dare spazio al paradigma del momento. Molti architetti hanno celebrato l'ingovernabilità della condizione urbana, capace di escludere l'architettura da ogni tipo di pianificazione consapevole, altri invece hanno preferito subordinarla all'architettura. 
Pier Vittorio Aureli cerca di rimettere assieme queste due parole, lo fa a suo modo utilizzando il progetto come unico strumento di ricerca e la città come campo di sperimentazione, dividendosi tra professione ed insegnamento. Con questo libro completa il ciclo di dottorato di ricerca da lui diretto presso l’università di Delft, analizzando modelli teorici di città e progetti che sono parte irrinunciabile della nostra storia, per farlo si avvale di una serie di saggi che sono il frutto di un lavoro di riduzione di singole tesi, di un gruppo di giovani architetti molto interessanti, molti di loro li conosco personalmente li ho visti lavorare come educatori, ho guardato con attenzione ai loro progetti, tutti insieme danno corpo ad un libro intenso e stimolante, unico nel suo genere, perché capace di reinventare la storia, trasformandola in un testo da interpretare in modi sempre diversi. Per parlare di questo libro ho cercato una forma diversa, quella della recensione collettiva. In questo breve post mi soffermerò sul saggio introduttivo di Aureli seguendo gli appunti presi durante la lettura, non vuole essere una critica ne un'esaltazione di un metodo, ma una valutazione sulle reali possibilità della teoria. Un blog non é una rivista, la forma dei testi raccolti non ha la pretesa di costruire una critica attraverso saggi. Un blog raccoglie riflessioni veloci, che servono per creare le condizioni per la costruzione di altri progetti. Per questo ho  pensato di chiamare degli amici con cui mi capita di discutere temi analoghi. Ho affidato ad ognuno di loro uno dei nove saggi, ho chiesto le loro annotazioni, non una vera e propria recensione naturalmente, non si può recensire un saggio, ma si possono usare questi interventi per trasformare il libro in un progetto di discussione, un tentativo di creare un confronto sulla città. Oggi purtroppo mancano i luoghi, le occasioni e forse la voglia di farlo. Ne sono una dimostrazione i tanti eventi che ci circondano, mostre, conferenze, riviste, i discorsi che cominciano e si dissolvono sui social, che oramai rappresentano unicamente la possibilità di raccogliere punti, come in un supermercato, per ottenere un attestato di partecipazione. Ho cercato naturalmente di assegnare ogni autore ad un osservatore che secondo me aveva delle affinità col tema trattato nel saggio. Non so cosa verrà fuori ma penso che la cosa interessante sia proprio questo riflettere sul progetto con strumenti e tempi diversi. 
The book attemps a sort of Historical survey of the idea of the project – and, more specifically, the architectural project – for the city. Far from being comprehensive, this survey aims to define a possible direction for architectural research that is neither strictly scholarly or academic, noe journalistic analysis of the latest trends in the contemporary city…the book attemps, in each chapter, to show the strategic role played by architectural for in shaping ideas of the city. 

 Note sul saggio introduttivo di Pier Vittorio Aureli: 
Means to an End The Rise and the fall of the Architectural project of the City. 


Una cosa evidente in questo libro è che la ricerca e il progetto si formano attraverso un confronto, ma anche attraverso una pratica continua, una collaborazione  tra progettisti educatori ed un editore (RUBY PRESS) che ha fatto del progettare i libri uno dei contenuti essenziali del proprio lavoro. 
Nella sua introduzione Aureli ci guida ad un rilettura della storia dal punto di vista della scrittura della città come forma politica, del progetto che diventa strumento di controllo del sistema urbano. Dalla storia Aureli estrapola quelli che secondo lui sono i passaggi fondamentali che danno significato ad un discorso teorico. 
I passaggi sono legati ad un determinato periodo storico e agli architetti che ne hanno segnato il passaggio. 






Vitruvio, Brunelleschi, Alberti, Serlio, Patte, Hausman, Le Corbusier. Non c’è alcun dubbio, e sono d’accordo con Aureli, che ogni ricerca sulla città non possa far a meno di considerare l’architettura e alcuni architetti, come parte integrante di qualsiasi forma urbana. L’architettura è una disciplina che occupandosi del disegno di edifici influenza in modi diversi la crescita della città. 
Un edificio, il suo utilizzo, la sua forma, entra a far parte del sistema di vita della città. 
Aureli si concentra sulla teoria e sulle strategie progettuali piuttosto che sulla costruzione stessa degli edifici, sul rapporto che si instaura tra il pensiero e la pratica, e nel farlo ripercorre la storia e i libri che definiscono queste teorie, creando un percorso evolutivo dell’idea di progetto che parte da Vitruvio e arriva a Le Corbusier. La teoria è considerata sempre e comunque in relazione al progetto, un' architettura quindi che non è unicamente una pratica ma un' idea di ricerca. 

The project is the sine qua non of the production of architecture: it gives form and reproduces a shared and thus collective knowledge that is irreducible to what is realized in the form of buildings and design objects. 

Il progetto, come ho detto più volte, è il vero protagonista di questo libro, l’architettura diventa invece un dispositivo attraverso il quale il progetto stesso acquista un valore. Ecco alcuni estratti che con chiarezza definiscono la linea evolutiva del discorso.

 Con Vitruvio architecture was no longer just the art of building, which has always being practiced by an authorless community, but the product of clearly recognizable authors...Vitruvius's will to systematization had the potential to define the role of architecture as an organizational device in the rise of a new urban reality.




L'architettura non deve più essere vista come l'arte di costruire una razionalizzazione teorica di un processo, ma uno strumento attraverso il quale generare lo spazio della città (Brunelleschi) Brunelleschi infatti può e deve essere considerato il primo vero architetto moderno per lui the building is no longer a singular and finite artifact, but a system that can expand ad infinitum......Brunelleschi invention of perspective allowed him to abstract the building logic in the form of a three-dimensional grid. Leon Battista Alberti famous comparison, in The first book of De Re Aedificatoria, between the form of the city and the form of a building is more than a brillant metaphor... The grid ideally extends the logic of the single building into the continuous order of the city strutture... 





Aureli mette insieme una visione evolutiva del progetto che prende forma attraverso scritture diverse, libri, disegni, architetture, cerca i punti di passaggio, rifiuta le ripetizioni, cerca di togliere per riuscire ad individuare un percorso utile al suo progetto teorico. Patte, Cerdà, Haussmann ognuno segna un punto di passaggio, un' interruzione capace di trasformare il modello precedente in una struttura completamente nuova. Lentamente in parallelo alle diverse teorie, le strategie politiche dietro i progetti diventano sempre più chiare ed evidenti, è in questa lenta evoluzione dei segni che prende forma la città contemporanea, dove la forma urbana e gli investimenti economici guidano i processi di trasformazione. 





Fino all'inizio dell'epoca moderna quando Le Corbusier con la sua Dom-ino house crea un modello di sviluppo che si basa sulla proprietà privata which is, for capital, the best way to control workers, directly on The construction process of The house itself ... 
e quindi sugli individui.
Con questo libro Aureli e il suo gruppo di ricerca gettano le basi per trasformare il progetto urbano in un testo da leggere ed analizzare, un interpretazione della storia, utile per creare dei modelli di lavoro che definiscono con chiarezza come il progetto, sia l'unica possibilità per il futuro delle nostre città. The city as a project is thus not only the possibility of radical change for the city, but also the possibility of maintaining the project as pure potential, as a way to keep the future of the city open-ended... ...The city begins as a human reflection of a superhuman order that trascends the dichotomous relationship between the individual and the collective. If, in the western tradition, political will manifests itself in the idea of conflict, on a more global level, the political quality of the city lies in its irreducible collective dimension. 

Tutti i saggi  rappresentano quindi un tentativo, riuscito secondo me, di creare modelli, utili al progetto della città di domani, non perché contengano verità imprescindibili, ma perché capaci di contenere interpretazioni originali, della storia. 
Fernando Donis, Hamed Khosravi, Amir Djalali, Maria Shéhèrazade Giudici, Christopher C. M. Lee, Francesco Marullo, Bernardina Borra, Platon Issaias, Michiel Riedijk. Si specchieranno nella parole e nelle brevi note (che arriveranno in un tempo più o meno lungo) di Fabiano Micocci, Alberto Iacovoni, Gabriele Mastrigli, Luigi Manzione, Matteo Costanzo, Manuel Orazi, Gianfranco Bombaci, Davide Sacconi. 
Ecco a me piace pensare a questo  libro come un punto di partenza e non un punto di arrivo, uno strumento per continuare a pensare la città come progetto in continuo divenire.