ANNOTAZIONI SULL'ARCHITETTURA EFFIMERA
Per pervenire alla fondazione della nuova lingua bisogna
innanzitutto isolarsi dalla lingua antica, procedere poi alla sostituzione
della creazione con la composizione, con la sintassi, con il procedimento
combinatorio, ordinare le parole secondo una nuova metrica e infine
teatralizare la nuova lingua. L'ultimo atto è una
disseminazione un furto ... Questo significa eccedere le leggi. E questo
eccesso ha un nome scrittura appunto.
Roland Barthes
Lettera -
aldo rossi (1989)
“ Recentemente ho visitato un
bar creato da Ettore Sottsass in uno spazio relativamente piccolo. Ciò che mi ha colpito di più, a parte il suo valore
formale, è stata la sua capacità di trasformare quello spazio in una varietà di luoghi, case e angoli, con anche le finestre, che
moltiplicano la molteplicità. Ettore Sottsass spiega che
questo si ispira a un ipotetico bar dell'amore dove le luci dovrebbero essere
più fioche per facilitare
incontri quasi clandestini. Ettore Sottsass, come in altri lavori e scritti,
ama insistere su questi incontri con espressioni a volte eccentriche, altre
esplicite. Ma c'è, in queste espressioni, quasi
una sorta di timidezza, di difesa di un eros non fatto di incontri clandestini
ma di un eros-liberatore degli schemi, intollerante dell'accademia,
conservatore e progressista. che è ciò che Ettore Sottsass è nella realtà, come persona e come architetto....
...Solo
di recente ho visto le bellissime foto di Ettore; i paesi e i paesaggi che ama,
edifici indiani persi nel tempo, templi, pietre, casa californiane, strani
prefabbricati e cose che pensiamo di aver sempre visto ma che invece emergono
dalla sua architettura-fotografia. anch'io mi riconosco in quasi tutte queste
immagini, perché percepisco, e non so se
Ettore condivide con me questo sentimento, che tutto questo conduce in un certo
senso alla distruzione di un'architettura stabile, alla ricerca di un superiore
livello di ricomposizione. Lui, con il suo eros vitale e io, forse con una
malinconia dissolutoria, pensiamo che alla fine, l'architettura, se viene, sarà quando le innumerevoli differenze si fondono. Nella serie di bellissimi disegni, gli ultimi
del 1987-1989, l'abilità grafica non riesce a
nascondere questo diverso livello di comunicazione. forse le pietre, i colori,
le luci, momenti di un giorno solitario o non abitato, mostra la trama della
nostalgia, di un futuro come ricordo. Ma questa nostalgia, che nessuno può imitare, ricompensa la sua invenzione nel nostro ricordo,
come di un paesaggio in cui abbiamo vissuto”.[1]
Ecco
queste parole di Aldo Rossi sull'architettura di Sottsass, individuano secondo
me con chiarezza il significato di effimero, che non è un linguaggio e nemmeno un
discorso legato al tipo di intervento, ma uno stato mentale che attraversa
molta architettura italiana, non è legato ad un momento preciso
della storia, ma radicato ad una cultura, unisce architetti diversi tra loro.
Per
riflettere sul significato di effimero in architettura metto assieme due
scritture diametralmente opposte quella di Ettore Sottsass appunto e quella
di Costantino Dardi.
Così pensando al loro tipo di scrittura progettuale, al metodo
di lavoro, mi rendo conto che il loro
immaginario si costruiva quotidianamente sulle qualità del reale.
Per il primo
attraverso la lettura continua di frammenti selezionati dal quotidiano, per il
secondo scavando nella memoria dei segni dell'architettura. Entrambi segnati
dall'esperienza del progetto in cui credevano.
Una
scrittura veloce istintiva quella di Sottsass, che utilizza le immagini come
base di ricerca spaziale. Una
scrittura lenta che cerca di collegarsi in modo continuo al mondo, attraverso
la geometria e il paesaggio quella di
Costantino Dardi, due modi diametralmente
opposti di guardare al progetto d’architettura.
I solidi
platonici, la geometria, l’idea di griglia spaziale
affiorano disordinatamente in molti dei loro progetti, all'ironia di Sottsass
si oppone il rigore di Dardi, entrambi però giocano con le forme entrambi
le legano all'evoluzione di un paesaggio intimo che nasce e si sviluppa su una
struttura del pensiero, che non inventa ma re inventa, che non si ostina a
ricercare un linguaggio, ma indaga sempre e comunque lo spazio con la sua
complessità.
Scrive
Costantino Dardi nel testo Per Affinità e differenza : ‘’Si fissa, negli stessi anni,
anche l'idea di un ricorso a tre diversi sistemi linguistici, concorrenti a
pari titolo alla definizione finale della figura architettonica: il sistema
delle forme di natura, segnate dal principio di crescita organica; il sistema
delle immagini tecnologiche, eredi della tradizione ottocentesca, strutturate
per realizzare schermo, levità e trasparenza, diaframmi
anziché involucri ; il sistema delle
forme prime, i solidi platonici caricati della dimensione che la storia e la
cultura loro attribuisce e di cui li carica.’’
Una nuova
scrittura la loro fondata sul prelievo e lo spiazzamento, capace di svelare
sempre nuovi percorsi con semplicità e chiarezza, il loro lavoro
si colloca tra le scuole, attinge a lingue diverse, la loro teoria si
costruisce sempre attraverso il progettare a scale diverse secondo nuove
congruenze estetiche e nuovi possibili esiti linguistici.
‘’Una disciplina d'intervento
progettuale ove la figuratività originaria di materiali preesistenti
ed il disegno emergente di un passato da riciclare costituisco una condizione
operativa diffusa?...’’[2]
[1] Terrazzo magazine 4 Architecture & Design 1989
[2] Tangenziale. Rapporto tra ricerca estetica e nuova
architettura. Costantino Dardi Architettura
in forma di parole Quodlibet studio
Macerata 2009 a cura di Michele Costanzo