FEBRUARY LIST
Haus-Rucker-Co
Architekturutopie Reloaded
Walter Konig 2015
The sense of awakening and buyoncy that characterised the 1960s gave way in the 1970s to horror scenarios of environmental pollution and cataclysms, which seemed to indicate that human survival sooner or later was only going to be possible with respirators and inside secluded reservations. Faith in technology and creativity remained high, however, sustaining hope that even these threats would be overcome.
In 1967 Haus-Rucker-Co set out in Vienna to work on a radically new concept of architecture. The three founders Laurids Ortner, Günter Zamp Kelp and Klaus Pinter were augmented in 1971 by Manfred Ortner and Carol Michaels. They had all just completed their academic degrees in Vienna. The group developed utopian objects for the purpose of expanding awareness and communication. Their interactive “Mind-Expander” as well as pneumatic air-structures caused quite a stir on the international scene at the end of the 1960s. These days the zany world (the Austrian term “Rucker” plays on the connotations of moving something along and being mad) of Haus-Rucker-Co is being taken up, quoted and developed further by such younger contemporaries as Tomás Saraceno, Hussein Chalayan, raumlaborberlin among others.
UGO LA PIETRA
Progetto Disequilibrante
Triennale di Milano 2014
Architetto di formazione, artista, cineasta (e attore), editor,
musicista, fumettista, docente, Ugo La Pietra rimane un osservatore
critico della realtà, che ha sondato, analizzato, criticato, amato,
riprogettato con una profondità rara, disvelando le contraddizioni
insite nella cultura e nella società. In termini teorici la sua completa
attività - così eterogenea e complessa da risultare di difficile
collocazione critica e disciplinare - è da interpretare come una lunga
militanza all’interno della categoria dell’anti-progetto.
La sua attività compie oggi mezzo secolo e ha attraversato momenti
molto significativi della storia contemporanea, come gli anni Sessanta
di una Brera capitale della cultura, gli anni della Contestazione dei
Settanta; l’avvento della comunicazione mediatica di massa e i relativi
effetti sul mondo domestico e psicologico degli Ottanta.
Ma la parte più inesplorata e allo stesso tempo radicale, è data
dalla militanza verso la globalizzazione del mondo, grazie
all’avvicinamento in tempi non sospetti al tessuto artigiano lungo tutto
il paese, considerato dal mainstream come un non valore più
che, come in tempi recenti è stato dimostrato, serbatoio di maestria
artigiana e culturale, e alternativa praticabile dal sistema design.
La Pietra fa della quotidianità e dei comportamenti il proprio campo
d’azione e discussione, utilizzando se stesso, il proprio corpo, gli
amici, la propria casa, la città e il Paese - senza mai tralasciare
ironia e sarcasmo - per narrare il rapporto individuo-ambiente. Dove per
ambiente non si considera mai il fattore strettamente urbano o
ecologico, ma la fenomenologia della realtà, amplificando il significato
non solo del contesto progettuale, ma dell’intero bagaglio emotivo,
antropologico, esistenziale del nostro stare nel mondo.
Attraverso una selezione di oltre 1.000 opere, la mostra è
strutturata secondo un percorso che, dalle origini concettuali del suo
pensiero, si “manifesta” attraverso un racconto - per ricerche e
sperimentazioni, oggetti e ambienti - che dall’individuo si propaga
verso l’osservazione, la riappropriazione, la progettazione dello spazio
e della realtà.
La presenza di opere e documenti, accompagnati da materiali
audiovisivi e sonori, concorre alla messa in scena della cosmologia
progettuale emersa dalla lettura globale della produzione di Ugo La
Pietra.
Imagine Architecture
Lukas Feireiss, Robert Klanten
Gestalten 2014
Contemporary developments in the visual arts are often reflected in urban landscapes. Imagine Architecture explores the ways in which visual culture develops in public spaces and how it shapes those spaces. This book focuses on the fruitful exchange between visual culture and architecture and follows up on the themes introduced in our previous release Beyond Architecture. It compiles experimental projects and creative perspectives from the fields of illustration, painting, collage, sculpture, photography, installation, and design.
La Nave di Teseo
JJ Abrams, Doug Dorst
Rizzoli 2014
JJ Abrams, Doug Dorst
Rizzoli 2014
It’s intended to be a celebration of
the analog, of the physical object. In this moment of e-mails, and
texting, and everything moving into the cloud, in an intangible way,
it’s intentionally tangible. We wanted to include things you can
actually hold in your hand: postcards, Xeroxes, legal-pad pages, pages
from the school newspaper, a map on a napkin. (JJ Abrams)
Piccola
storia della fotografia
di Walter
Benjamin
Skira 2014
Questo Saggio compare per la prima volta nel 1931 sulla rivista “Die literarische
Welt”, dove viene pubblicata in tre articoli successivi. Si tratta di un testo
in qualche modo pionieristico, uno dei primi tentativi di tirare le fila di una
disciplina che proprio in quegli anni si andava affermando su più fronti –
esposizioni, editoria, grafica – e in modo sempre più massiccio e accessibile
al vasto pubblico.
Benjamin individua le tematiche e le ricerche che muovono la fotografia dai primi dagherrotipi fino agli autori a lui contemporanei, intrecciando il suo racconto con un dibattito di natura teorica sui legami tra arte e fotografia, ancora oggi di grande attualità. Questa edizione – la prima illustrata in Italia – ripropone alcune delle immagini scelte da Benjamin nel 1931.
Benjamin individua le tematiche e le ricerche che muovono la fotografia dai primi dagherrotipi fino agli autori a lui contemporanei, intrecciando il suo racconto con un dibattito di natura teorica sui legami tra arte e fotografia, ancora oggi di grande attualità. Questa edizione – la prima illustrata in Italia – ripropone alcune delle immagini scelte da Benjamin nel 1931.
Raimondo Guidacci
Una ragazza che suonava
Libria 2014
Questo libro è la storia autobiografica di un architetto che parla di
architettura in modo semplice citando Loos, Siza, Barragan, Ungers, ma
anche di musica, di Chopin e Mozart. Parla soprattutto di gente comune
che in vario modo ha contribuito alla sua formazione universitaria e
professionale e di tutti coloro che sono entrati nella storia dei
progetti e ne hanno determinato la buona riuscita. Figure spesso
ignorate ma che consentono alle idee di prendere forma, di diventare
realtà costruita. Di diventare musica costruita. Un racconto spontaneo
ed immediato che incrocia lati personali e legati a ricordi perduranti
con riflessioni intense, condivisibili e di grande sincerità, come
un'architettura che si disvela pian piano e fa conoscere le proprie
tracce materiche.
Architettura in Uniforme
Jean-Louis Cohen
CCA 2012 - MAXXI 2014
La mostra Architettura in Uniforme, è una mostra da leggere con attenzione, il vero contenuto è quello che ricostruiamo con la nostra memoria prima, ed attraverso una serie di riflessioni che arriveranno solo dopo ripercorrendo la storia recente.
Perchè la seconda guerra mondiale è solo la metafora della nostra contemporaneità, dove la guerra è una costante.
Gli approfondimenti sono necessari per capire le origini di un mestiere come quello dell'architetto che molto spesso ci porta a credere in qualcosa di sbagliato, ma anche a trasformarlo in un occasione di progetto.
Perchè la seconda guerra mondiale è solo la metafora della nostra contemporaneità, dove la guerra è una costante.
Gli approfondimenti sono necessari per capire le origini di un mestiere come quello dell'architetto che molto spesso ci porta a credere in qualcosa di sbagliato, ma anche a trasformarlo in un occasione di progetto.
The Inevitable Specificity of Cities
Edited by ETH Studio Base
Lars Muller Publisher 2015
What is a city? What determines its specificity? What shapes its quality? The evolution of the contemporary city does not follow a linear movement. It is shaped by transformation processes that are directed toward often distant and conflicting goals. Even though cities are inscribed into global processes and networks, they develop their own specific ways of dealing with these conditions. They tend to produce and reproduce their own specificity, their own patterns and character traits. Using the categories of territory, power, and difference—also lending the book its structure—the texts analyze different case studies of cities and urbanized territories, ranging from the Canary Islands to Hong Kong and Nairobi, unfolding the distinctiveness of their physical and social existences.
Marco Citron
URBANISM 1.01
Danilo Montari Editore 2014
URBANISM 1.01
Danilo Montari Editore 2014
A journey along the urban landscape of ex-soviet countries, the very symbol of a boring landscape because it is so repetitive and so vast. The thin line between reality and fiction that runs through the photographs, through that imagination both open and eagerly sought, which takes us – suddenly – several decades into the past.
“We might say that it is difficult to know wheter Marco Citron is recording some of the planning conceits of the Soviet era, or inventing them” from the text by Gerry Badger
“We might say that it is difficult to know wheter Marco Citron is recording some of the planning conceits of the Soviet era, or inventing them” from the text by Gerry Badger
Supernapoli
Architettura per un'altra città
Cherubino Gambardella
LetteraVentidue 2015
Supernapoli è una città utopica. Si sovrappone immaginariamente a
Napoli ma non prova a ricucirne antiche ferite. Si occupa di
riqualificare, idealmente, la città sovrapponendo nuovi frammenti
edificati, proponendo tagli e demolizioni, ideando la riforestazione di
parti degradate come la città ad Oriente e quella ad Occidente con
l’antica acciaieria dismessa di Bagnoli. Costruisce, verso la “terra dei
fuochi”, dei nuovi suoli bonificati per architettura ed energia.
Supernapoli, ideata da Cherubino Gambardella, viene mostrata
attraverso due quadrerie. Queste sintetizzano, in una visione d’autore,
un progetto più ampio documentato nel volume (Supernapoli - Architettura
per un’altra città) che accompagna la mostra, frutto di una proficua
collaborazione tra l’ideatore e un gruppo di studenti e docenti della
Seconda Università di Napoli.
Yves Klein-Claude Parent
Éditions Dilecta 2013
Artist Yves Klein (1928-1962) and architect Claude Parent (born 1923) first worked together in 1969, on Klein's Air Architecture project; subsequent collaborations included the "Pneumatic Rocket" and the Fontaines de Varsovie project. Parent and his office produced professional architectural designs for Klein's concepts, clarifying their utopian aspirations with exquisite delicacy. Shortly after Klein's death at the age of 34, his widow, Rotraut Klein-Moquay, and his mother, Marie Raymond, asked Parent to create an architectural design for an Yves Klein Memorial, to be built on a small plot of land above Saint-Paul de Vence in southeastern France. This handsome volume chronicles Klein and Parent's relationship, with reproductions of drawings, paintings and sculptures, plus archival materials and photographs.
Vilém Flusser
Per una filosofia della fotografia
Bruno Mondadori 2006
C'è ancora spazio per la libertà dell'uomo in un mondo in cui l'immagine si fa sempre più simbolo vuoto, in cui la tecnologia e le macchine si impossessano sempre di più del nostro quotidiano e i nostri pensieri e i nostri desideri sembrano robotizzarsi ogni giorno che passa? Muovendo da questa fondamentale domanda, Flusser si avventura nell'analisi di una disciplina imprendibile, dai contorni sfumati, in cui il confine tra tecnica e arte, tra riproduzione ed espressione, risulta per definizione ambiguo. Ridotta al mero statuto di duplicazione della realtà, svuotata del suo senso primario di "ricostruzione del mondo", la fotografia è per Flusser l'emblema della pericolosa deriva che oggi rischia di travolgere gli esseri umani: quello di essere schiavi di una tecnica priva di fondamento. Ecco il perché di una filosofia della fotografia: solo attraverso un suo ripensamento l'uomo potrà scongiurare la minaccia di asservimento alle macchine e ridare spazio a quella libertà e a quel senso che nell'era postindustriale sembra avere smarrito.
Roberto Collovà
Piccole figure che passano
22 Publishing 2014
Un piccolo libro fatto di racconti che Roberto Collovà scrive tra il
1994 e il 2012. I racconti documentano la bellezza, l'entusisamo e le
difficoltà del lavoro di architetto muovendosi con leggerezza, agilità
ed eleganza tra aneddoti che tratteggiano il rapporto tra architetto e
clienti, privati e pubblici, spesso anche parenti.
L'autore mette in luce le difficoltà con raffinata ironia e la
consapevolezza che imprevisti e difficoltà rendono il mestiere di
architetto interessante e conivoilgente.
Apparentemente ogni scritto è un mondo a sé, può essere letto
indipendentemente dagli altri e questo è senza dubbio un'elemento
attrattivo che invoglia alla lettura e che porta il lettore a vedere uno
scorcio di quello che è un paesaggio più vasto.
Infatti più si procede nella lettura, si nota che l'insieme di questi
scritti origina un racconto di vita e della passione che la ha animata e
che la anima tutt'ora, la passione per il progetto.
A cura di Michele Cammarata e Gaetano Licata