WORKING ON MYTH
Working on Myth
Luise Schröder / Hannah Peterson
Deuthsher Kunstverlag 2015
http://luiseschroeder.org/.../LuiseSchroederworks2011...
Prima bisogna saper guardare le 7 fotografie che riproducono in grande formato, immagini poco riconoscibili, ci sono strappi, aggiunte, si leggono sovrapposizioni.
Dal titolo del libro e della mostra appare evidente che Luise Schroder cerca di riflettere sul ruolo della memoria nella formazione del Mito, segue delle tracce, segna un suo percorso.
Per comprendere questo percorso fino in fondo non basta guardare le immagini, è necessario entrare in sintonia con un metodo di lavoro, l'artista infatti mette in scena il suo modo di lavorare con le immagini, la sua idea di montaggio, un processo cognitivo piuttosto che una sua rappresentazione formale.
Le immagini che osserviamo sono il prodotto di un azione precisa, in mostra è un video a rendercelo evidente, un grande tavolo ripreso dall'alto, su questo piano l'artista lentamente mette in scena, libri fotografie, ritagli di giornale. Poi ricopre tutto d'acqua, accende una fiamma ossidrica e usa il fuoco per segnare questa raccolta di reperti, dal presente e dal passato, ma subito usa la sabbia per spegnere le fiamme, ed asciugare le parti bagnate.
Quando i singoli strati di sabbia sono asportati Luise Schroder taglia e separa i frammenti delle pagine rimasti intatti, qualche volta le pagine intere, lo fa con modi da archeologo, con lentezza separa le parti, riorganizza i frammenti facendosi interprete di una realtà soggettiva piuttosto che di una reale oggettività storica. Quello che resta sono i libri profanati, e in chi osserva un senso di devastazione.
I frammenti, sono ciò che resta, l'artista lentamente li seleziona e li sovrappone tra di loro, sono ricordi strappati dall'acqua e dalle fuoco, metaforicamente il fuoco che ha bruciato Dresda nel 1945 e l'acqua delle recenti alluvioni 2002, presente e passato disegnano una mappa della memoria collettiva.
Edifici, facciate, strade, persone, e paesaggi si sovrappongono si fondono tra di loro, ricordano la vecchia e la nuova città, sono spazi profondamente danneggiati, che hanno bisogno di essere fotografati per assumere un significato, per segnare il presente. Luise Schröder embarks on a visual journey that takes her through current and historic, cultural and political layers of the city in a search for traces of the past .
La sua pratica artistica entra in dialogo con il Mito di Dresda tra i bombardamenti del 1945 e le inondazioni che colpiscono nel 2002. Una battaglia continua che modifica il paesaggio, ne disegna i tratti salienti che servono a ricostruire in realtà una memoria collettiva, rappresentata alla perfezione dalla casualità del metodo di lavoro, che non è soggettivo ma casuale così come la forza della storia.
http://luiseschroeder.org/.../LuiseSchroederworks2011...
Prima bisogna saper guardare le 7 fotografie che riproducono in grande formato, immagini poco riconoscibili, ci sono strappi, aggiunte, si leggono sovrapposizioni.
Collage o decollage? Perchè riprodotti? Non sembrano immagini originali questi montaggi quanto piuttosto frammenti di memoria testimoniati da una fotografia.
E' come se il fotgrafo registrasse la memoria altrui.
E' come se il fotgrafo registrasse la memoria altrui.
Dal titolo del libro e della mostra appare evidente che Luise Schroder cerca di riflettere sul ruolo della memoria nella formazione del Mito, segue delle tracce, segna un suo percorso.
Per comprendere questo percorso fino in fondo non basta guardare le immagini, è necessario entrare in sintonia con un metodo di lavoro, l'artista infatti mette in scena il suo modo di lavorare con le immagini, la sua idea di montaggio, un processo cognitivo piuttosto che una sua rappresentazione formale.
Le immagini che osserviamo sono il prodotto di un azione precisa, in mostra è un video a rendercelo evidente, un grande tavolo ripreso dall'alto, su questo piano l'artista lentamente mette in scena, libri fotografie, ritagli di giornale. Poi ricopre tutto d'acqua, accende una fiamma ossidrica e usa il fuoco per segnare questa raccolta di reperti, dal presente e dal passato, ma subito usa la sabbia per spegnere le fiamme, ed asciugare le parti bagnate.
Quando i singoli strati di sabbia sono asportati Luise Schroder taglia e separa i frammenti delle pagine rimasti intatti, qualche volta le pagine intere, lo fa con modi da archeologo, con lentezza separa le parti, riorganizza i frammenti facendosi interprete di una realtà soggettiva piuttosto che di una reale oggettività storica. Quello che resta sono i libri profanati, e in chi osserva un senso di devastazione.
I frammenti, sono ciò che resta, l'artista lentamente li seleziona e li sovrappone tra di loro, sono ricordi strappati dall'acqua e dalle fuoco, metaforicamente il fuoco che ha bruciato Dresda nel 1945 e l'acqua delle recenti alluvioni 2002, presente e passato disegnano una mappa della memoria collettiva.
Edifici, facciate, strade, persone, e paesaggi si sovrappongono si fondono tra di loro, ricordano la vecchia e la nuova città, sono spazi profondamente danneggiati, che hanno bisogno di essere fotografati per assumere un significato, per segnare il presente. Luise Schröder embarks on a visual journey that takes her through current and historic, cultural and political layers of the city in a search for traces of the past .
La sua pratica artistica entra in dialogo con il Mito di Dresda tra i bombardamenti del 1945 e le inondazioni che colpiscono nel 2002. Una battaglia continua che modifica il paesaggio, ne disegna i tratti salienti che servono a ricostruire in realtà una memoria collettiva, rappresentata alla perfezione dalla casualità del metodo di lavoro, che non è soggettivo ma casuale così come la forza della storia.
I frammenti ricomposti, non sono quelli propri dell'artista, ma quelli che appartengono di diritto alla storia, sono i libri e le immagini, raccolte e disposti con ordine prima della loro parziale distruzione. Le sette fotografie e il video assumono uguale importanza nella costruzione di significato.
Il video mette in scena l'azione lenta e precisa dell'artista che ricostruisce in forma simbolica degli eventi specifici. Le immagini sono costruite con la stessa precisione, l'artista agisce sulla materia che ha preso forma dalla distruzione e cerca al suo interno uno dei significati possibili, la ricostruzione delle immagini, è incompleta i tempi della narrazione per forza di cose si confondo e fondono assieme. Le immagini poi non sono riportate in mostra, nel loro formato originale, la loro forza iconica e la materialità si perde, ma riacquista forza nella riproduzione ad una scala diversa, come se attraverso il grande formato l'immagine sia capace di catalizzare la nostra attenzione su una nuova e diversa forma di rappresentazione.
Nelle immagini non è importante la tecnica ma l'immagine. L'immagine frutto del montaggio dilata lo spazio della rappresentazione ne costruisce i nuovi confini. L'artista tedesca è capace di reiventare il collage e il suo uso si trasforma da medium di rappresentazione a modello di narrazione della memoria collettiva, il medium è l'artista che riscrive la storia attraverso una grammatica della forma.
Il video mette in scena l'azione lenta e precisa dell'artista che ricostruisce in forma simbolica degli eventi specifici. Le immagini sono costruite con la stessa precisione, l'artista agisce sulla materia che ha preso forma dalla distruzione e cerca al suo interno uno dei significati possibili, la ricostruzione delle immagini, è incompleta i tempi della narrazione per forza di cose si confondo e fondono assieme. Le immagini poi non sono riportate in mostra, nel loro formato originale, la loro forza iconica e la materialità si perde, ma riacquista forza nella riproduzione ad una scala diversa, come se attraverso il grande formato l'immagine sia capace di catalizzare la nostra attenzione su una nuova e diversa forma di rappresentazione.
Nelle immagini non è importante la tecnica ma l'immagine. L'immagine frutto del montaggio dilata lo spazio della rappresentazione ne costruisce i nuovi confini. L'artista tedesca è capace di reiventare il collage e il suo uso si trasforma da medium di rappresentazione a modello di narrazione della memoria collettiva, il medium è l'artista che riscrive la storia attraverso una grammatica della forma.