LA FORMA DEL TEMPO

L’ARTE DECORATIVA
LE CORBUSIER
a cura di Domitilla Dardi
Quodlibet 2015

Quodlibet è stata sempre attenta a cercare testi da tradurre che seppur scritti in epoche passate, una volta tradotti in Italiano ci inpressionano per la loro incredibile attualità. Se cercando tra le pagine di questo volume pensate di trovare articoli leggeri che in un certo senso rispecchiano un tema secondario rispetto a quello dell’architettura e dello studio delle città come siamo abituati a pensare quando leggiamo Le Corbusier teorico vi sbagliate. E’ proprio l’attualità dei temi trattati a dare a questo libro una nuova collocazione nella storia dell’architettura perché anticipa la nascita del design e la sua importanza in relazione all’abitare e al vivere la città.
Una sintesi estrema di democrazia dell’oggetto e razionalizzazione del progetto. 

L’arte decorativa raccoglie gli articoli che l’architetto svizzero aveva in precedenza pubblicato sulla rivista da lui fondata L’Esprit Nouveau.

Questa raccolta è anche un momento di sperimentazione grafico e un piccolo trattato sugli oggetti che ci circondano, che ancora non si chiamavano design,  un’ ennesima intuizione di Le Corbusier che da subito capisce che la qualità del progetto nasce dal dialogo costante tra scale diverse, gli oggetti e l’architettura sono indispensabili uno all’altra, assieme ci aiutano a dare forma alle nostre città. 

In una sorta d’ atlante della memoria, il libro mette assieme oggetti diversissimi tra loro, cerca di trovare un dialogo tra passato e presente e da questo dialogo tenta di costruire l’immagine del futuro.  Ci sono tempi e oggetti, spazi e luoghi, decorazioni e funzioni necessarie, insomma un incredibile scrittura inventiva dai toni a volte polemici che servono all’architetto per sperimentare un linguaggio con cui a breve riscriverà la storia dell’architettura.
Questa versione fedele all’ultima uscita nel 1959 è introdotta da un saggio di Domitilla Dardi capace di guidarci ad una lettura storicamente corretta ma allo stesso tempo capace di lasciare una libertà di interpretazione da parte del lettore, il libro è lo spartiacque tra la formazione e l’inizio di un attività più matura del maestro svizzero.

Potete leggerloin due modi diversi, il primo consequenziale, seguendo capitolo dopo capitolo, la costruzione lenta di un pensiero, ed un altro più libero, esattamente trattandolo come un atlante di figure e testi e quindi attraverso letture incrociate, ed associazioni personali, che vi daranno modo di costruire una vostra idea sulla nascita del design e sulle sue possibilità. Sarà più facile passare da un’intepretazione funzionalista, ad un'altra puramente figurativa, entrambe necessarie a costruire il proprio tempo attraverso la lettura del passato.
Il potere della memoria può emergere in modo improvviso e del tutto involontario e, pertanto, inquietare la visione di un determinato oggetto.

Nel leggere questo libro è importante non dimenticare che L’Esprit Nouveau non è stata solo una rivista ma anche un padiglione costruito all’Expò del 1925 che in un certo senso è il modello architettonico del libro stesso, il padiglione conteneva quadri, mobili, sculture e un piano per la modernizzazione di Parigi.  Il libro esce tempo dopo è vero, ma raccoglie i testi scritti in quel periodo, che rappresentano una prima riflessione teorica su ciò che l’architetto svizzero andava a progettare, un primo confronto tra scritture diverse che ritroveremo negli anni all’interno di tutta l’opera di Le Corbusier.

Scrive Domitilla Dardi nell’introduzione

rileggendo le pagine dell’Arte Decorativa, duplice è il suo impegno da un lato dichiarare la fine degli stili storicistici; dall’altro raccontare la già nata presenza dell’oggetto industriale creato dalla macchina, l’unico in grado di imporsi per la sua concreta utilità, per la sua forma del tempo. Ed è proprio la forma del tempo ad assumere un valore in questo libro, il tempo che modifica le esigenze e che definisce nuove pratiche di intervento legate non solo all’uso ma anche alla produzione e standardizzazione degli oggetti. I testi si susseguono in un ordine tale che prepara il lettore al cambiamento, anche se il libro si apre con una sorta di manifesto che riporta tutti assieme in sequenza gli argomenti trattati. Nella rivista i testi non erano firmati, nella trasformazione in libro invece Le Corbusier cerca con grande attenzione di renderli più omogenei attraverso l’introduzione. Man mano che si va avanti appare sempre più chiaro il fine ultimo preparare il lettore ai cambiamenti radicale della nuova società.

“ci sono delle conseguenze della crisi che divide la nuova società meccanizzata dalla società che la precede, e ve ne saranno ancora. La cultura si è mossa e la decorazione gerarchica è crollata. Le dorature oramai scompaiono e fra non molto scomparirà anche il tugurio. Si direbbe che stiamo lavorando per raggiungere una scala umana semplice e sobria”

E’ per questa nuova umanità che l’architetto svizzero si sente di dover mettere a punto nuovi spazi da abitare. E con questa scrittura prepara il terreno per la sua architettura e il suo pensiero che verrà.

Publicato sul numero di giugno della rivista Arte e Critica