FRAMMENTI DI MEMORIA
Sébastien Lapaque
Teoria della cartolina
Archinto 2015
In piena era digitale sembra quasi anacronistico decidere di scrivere un libro, anzi compilare una vera e propria teoria della cartolina.
Sèbastien Lapaque lo fa con un testo carico di significati diversi, e nel farlo si avvale di una scrittura fluida, componendo un piccolo romanzo tra storia ed immaginazione, la sua teoria finisce per essere una piccola autobiografia, un passaggio continuo tra momenti diversi, paesaggi e poeti, ossessioni, vacanze, luoghi sognati e reali.
Aveva scritto la parola teoria
immaginando un trattato classico, una serie di domande e di risposte dall'aspetto molto pratico.
quando scrivere cartoline?
Dove scrivere cartoline?
A chi?
Come?
Perché?
Il protagonista, forse lo stesso Lapaque, invece di rispondere a ognuna di quelle domande, era sprofondato in qualcosa di molto eccentrico, si era smarrito nelle sue letture e nei suoi sogni.
Una cartolina è tecnicamente una stampa su supporto semirigido destinata ad uso postale, per una corrispondenza non riservata.
La narrazione è tutta racchiusa all'interno di questa semplice traccia una linea che attraversa tempi e luoghi, reali o immaginati, una linea che si dipana attraverso momenti autobiografici e storie realmente vissute o semplicemente immaginate attraverso quelle poche parole, destinate a tutti scritte con attenzione sul retro di un immagine.
Se non fossi stato trascinato in alcuni conflitti di questo triste secolo, credo mi sarei limitato a scrivere solo qualche cartolina. Sono queste parole di Guy Debord ad aprire il libro, e queste parole nascondono il vero significato del libro. Trascorriamo il nostro tempo a scrivere o meglio a cercare di fermare il mondo attraverso le parole, a capirlo, e cerchiamo queste parole ognuno per descrivere il suo di mondo naturalmente. Siamo quasi ingabbiati alla ricerca dei significati, e poi solo nel momento in cui scriviamo una cartolina, siamo liberi davvero, in quel preciso istante si fonde la scrittura privata con quella pubblica, quello che veramente diciamo che tutti possono leggere e quello che solo il destinatario può comprendere, una scrittura preziosa.
Allora mi direte voi con i social network é la stessa forma, mettere un idea una sensazione su un altra superficie in modo che tutti possano leggerla.
No mi dispiace è una cosa diversa, perché la cartolina lega tra di loro tempi diversi, non sapremo mai quanti la leggeranno, di un post su FB sappiamo il numero di lettori, non ci sono limiti di caratteri come su Twitter, il limite lo da lo spazio bianco e dipende da noi, la nostra calligrafia, la nostra capacità di gestirlo questo spazio.
Scriverla a mano per tessere di nuovo i legami usurati tra il mondo e le parole.
E poi c'è l'immagine che è qualcosa di preciso, racconta luoghi, viaggi, e nel momento che noi la scegliamo, lo facciamo per la persona che la riceverà ma anche per noi per la nostra memoria.
Il passato lo interessava solo se durava a lungo e se poteva coniugarsi al presente. Una teoria non è nostalgia è qualcosa di più preciso è un dialogo con il nostro immaginario. È senza dubbio la rivincita delle relazioni concrete.
I due lati, l'immagine e lo spazio bianco (l'assenza di immagine) sono la raffigurazione e la semplificazione del nostro mondo sempre diviso tra ciò che realmente è, e il significato che ognuno di noi gli attribuisce. Possiamo lasciarlo quello spazio vuoto come una richiesta d'aiuto, o possiamo riempirlo, essere profondi oppure semplicemente distratti, possiamo annullarla la linea di separazione oppure no.
Sul retro non si distinguevano solo i tratti marcati e quelli sottili di una bella scrittura, si riconosceva il tremolio di una mano, l'emozione sulla punta delle dita, la paura, i godimenti, la speranza, la follia-vivi,vitali. E c'era il francobollo, il francobollo incollato con la saliva, custode del respiro del mittente.
Simile a un bacio.
Dunque la cartolina era, ed ancora è un insieme di parole e realtà vissute, sguardi incrociati sulla nostra memoria e memoria del mondo, tesori da collezionisti ma anche la bellezza di conservare così come faccio io quelle trascurate dai collezionisti stessi.
Vi confesso che io le raccolgo senza uno scopo preciso le cartoline, la domenica mattina in tante città le ho scelte nei mercati, a volte sono le storie che evocano, altre i luoghi, altre ancora le immagini stesse ad aprire un passaggio tra presente e passato, altre ancora nascondono le possibilità di un futuro che non sarà mai (sono queste su cui intervengo riscrivendone la storia attraverso i miei montaggi ne troverete molte sul mio altro blog www.the-imagelist.com)
Insomma ognuno di voi se non continuando ad usarle dovrebbe acquistarne di vecchie cartoline, nei mercatini in tutte le città del mondo sono la cosa che costa di meno (50 cent. se ne comprate una sola) e che racchiude più significati.
Sono semplicemente frammenti della memoria.
Sono semplicemente frammenti della memoria.
Usatele come ponti tra spazi e tempi diversi trasformatele per evocarla questa memoria.