CITTA' DI STANZE
Room (S)
a cura di Gabriele Mastrigli
Fotografie Stefano Graziani
Humboldt Books 2015
Al Maxxi di Roma un mostra raccoglie e presenta i risultati del workshop internazionale promosso dall’Assessorato alla Trasformazione Urbana del Comune di Roma.
Il progetto prende in considerazione una nuova mappa della città metropolitana, identificata da un quadrato dalle dimensioni di 50 km di lato, che corrisponde al vasto perimetro della vita sociale ed economica della Roma di oggi.
La città e stata divisa simbolicamente da una griglia di 25 quadrati con un lato di 10 km ciascuno, all’interno della quale le Università invitate hanno collocato un piccolo quadrato delle dimensioni di 1 kmq su cui hanno sviluppato una proposta progettuale compiuta.
Un' iniziativa interessante attraverso la quale si confrontano scuole provenienti da diverse parti del mondo, e in cui Roma è metafora della città contemporanea.
Molto difficile parlare della mostra analizzandola nella sua complessità, viaggiando all'interno dei quadrati, scelgo un piccolo libro per farlo, pubblicato dalla Humboldt Books, curato da Gabriele Mastrigli con fotografie di Stefano Graziani per l'Università di Camerino - Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno.
Rooms racconta Roma e la relazione difficile di un quartiere spontaneo la Borghesiana con il paesaggio che la circonda.
Il tema della città spontanea ed autocostruita è un tema molto attuale ed a Roma nel dopoguerra un modello di sviluppo urbano molto praticato.
Se il pritzker 2016 viene assegnato ad un architetto la cui opera più importante è rappresentata da una serie di case, che dopo essere assegnate, possono essere naturalmente completate ed ampliate dagli abitanti. Roma dimostra ancora una volta di essere stata nel suo passato recente una città all'avanguardia.
Al centro della ricerca quindi una Roma che si presenta come un ambiente indifferenziato, in cui i concetti di centro e periferia si identificano in un'idea di casa capace di includere l'intera vita dei suoi cittadini......La città infatti come ci racconta lo stesso Mastrigli appare ad un analisi attenta come una città costruita di sole Case, nel corso della modernità la casa è stata la vera materia prima, economica e urbana, con cui si è costruita la città di Roma: funzione ridotta a dato tecnico e quantitativo e parallelamente, rappresentazione di condizioni sociali e lotte politiche.
A Roma non esiste una cultura dell'abitare esiste invece la tradizione della casa di proprietà, spazio privato per eccellenza dove l'interno rappresenta un luogo di isolamento capace di determinare di per se l'identità del suo abitante.
La casa unifamiliare poi è lo spazio sognato ed agognato, da una borghesia nascente che attraverso lo spazio domestico riconosce e trova la propria posizione nella società.
Mastrigli riesce cosi insieme al suo gruppo di progetto a raccontare questo pezzo di città in modo originale, invitando un fotografo, Stefano Graziani, ad osservare il reale attraverso le immagini, che definiscono i parametri di una crescita indefinita, ed i suoi studenti ad occupare i lotti vuoti del quartiere, con case d'autore modificate in quegli spazi capaci di essere connessione tra interno ed esterno.
La storia, riadattata alle esigenze contingenti, diventa metafora di trasformazione urbana strumento di modificazione di un contesto incontrollabile, da un punto di vista normativo.
L'architettura assume il ruolo di modello, capace di modificare la città dal suo interno, perché lo spazio privato contribuisce a definire le caratteristiche dello spazio pubblico, attraverso la storia dell'architettura prende forma una città pubblica che nasce e si sviluppa dalle aspirazioni dei suoi individui.
Completa la narrazione un unico disegno, una grande assonometria piegata, una carta che ridefinisce l'immagine di un territorio, ne traccia la sua storia ed immagina il suo futuro.
Se la carta illustra per astrazione il reale, attraverso segni convenzionali e misure, la fotografia crea le condizioni per riappropriarci della realtà del luogo.
In questo discorso di senso Roma assume un ruolo fondamentale perché descritta nella sua storia da cartografie molto diverse tra loro, che oltre a rappresentare il suo territorio sono state capaci di raccontare e prefigurare lo spazio del progetto. Questa carta con semplicità e realismo disegna un' altra Roma, una Roma futura, ma anche presente che con estremo realismo ci mostra se stessa cosi come è, e non come vorrebbe essere.
Università di Camerino Scuola di Architettura e Design, Ascoli Piceno
Coordinatore / Coordinator PRIN Re-cycle: Pippo Ciorra
Referente / Project manager : Gabriele Mastrigli
Gruppo di ricerca / Research group: Valentina Ciccotosto, Mauro Forlini, Francesca Giuliani, Caterina Micucci, Saverio Paolucci, Monica Tasso, Alessandro Toti
Laboratorio / Workshop: Sara Antolini, Gianluca Barcaroli, Beatrice Beer, Federica Bruni, Leonardo Carletta, Luca Celani, Giulliano Chiarello, Matteo Citeroni, Riccardo Compagnoni, Melissa Costa, Emilio D’Ascenzo, Arianna Delli Compani, Gianlorenzo Di Filippo, Claudio Di Giandomenico, Giulia Federici, Monica Giannini, Luca Giontarelli, Adriano José Iachini, Okela Kota, Aliyah Mahmood, Simone Malavolta, Valeria Mammone, Donato Massei, Filippo Medori, Chiara Menaguale, Greta Montecchia, Francesco Montesi, Cristina Morettini, Gloria Moriconi, Valentina Moroni, Simone Nepi, Serena Ottavi, Massimo Palestini, Edoardo Paoletti, Marco Pasquali, Arianna Pavia, Mattia Pepe, Ludovica Perna, Monica Petraccini, Emanuele Piattoni, Rocco Piccigallo, Andrea Piccinini, Nicolò Piccioni, Matteo Pieroni, Alessandra Principi, Giada Prosperi, Francesca Putti, Francesco Rossi, Beatrice Roventi, Maria Grazia Salvi, Thuany Santos, Linda Sbrollini, Rosa Maria Serfaustini, Giuseppe Sinatra,Nicolas Spaccesi, Maria Chiara Spinelli,Flavia Tassoni.
Seminari / Seminars: Antonella Perin (SMUR research), LucaGalofaro
Testi / Texts: Gabriele Mastrigli, Alessandro Toti
Fotografie / Photographs: Stefano Graziani
Allestimento / Exhibition design:Gabriele Mastrigli, Mauro Forlini
Progetto grafico / Graphic Design:Teresa Piardi — Maxwell studio