DUE MOSTRE A ROMA

Prototypology - An Index of Process and Mutation
Gagosian Gallery Roma
14 gennaio- 5 Marzo

Basta leggere le parole del sottotitolo dellamostra per capire che al centro del discorso non è l'opera d'arte ma il processo creativo, che prende forma dalle annotazioni che ogni artista raccoglie durante la fase di ricerca, dall'ideazione alla realizzazione finale di un opera.
Le annotazioni, sono il punto di partenza, l'inizio del viaggio della fase ideativa e realizzativa di un'opera. La forma emergenel momento esatto in cui gli artisti cominciano a tenere assieme frammenti diversi, disegni, fotografie, prototipi, segni e forme.

Rachel Witerehad

La mostra include nuovo lavori e materiali di archivio di artisti quali Michael Heizer, Takashi Murakami, Albert Oehlen e Robert Therrien, solo,per citarne alcuni. Dan Graham, Claes Oldenburg, Tatiana Trouvè e Rachel Whiteread sono presenti con studi di scultura che rivelano istanti del processo creativo altrimenti nascosti, gesti monumentali, quotidiani e mistici sono visibili nella selezione di schizzi preparatori e progetti.

Tatiana Trouvè

La diversità delle forme e delle modalità di montaggio delle idee ha una sola caratteristica comune, il tempo, necessario alla loro realizzazione. Guardare questa mostra significa muoversi tra opere diversissime tra loro cercando la forma, che si suppone sia li, davanti a noi. Non basta cercarla per poterla scovare è necessario ripercorrere il sentiero più volte, per decifrare i segni veloci che la costruiscono lentamente.

Dan Graham

Dovremmo cambiare la logica sottesa al nostro sguardo storico e non valutare queste opere con il metro della ricerca del reale (inteso come corporeità dell'opera) ma con una logica che trasmette il processo di costruzione del pensiero dell'artista, l'annotazione veloce, frammentata ed incompiuta rimanda ad un altra annotazione e poi ancora alla promessa dell'opera, ma si carica in questo formarsi di un valore superiore all'opera stessa, perché é capace di mostrare l'anima dell'artista la sua idea primaria, l'inizio del procedere. Non un lavoro compiuto ma le possibilità  racchiuse in un processo di genesi che avviene nello spazio dello studio dell'artista.

Piero Pizzi Cannella

Queste opere tutte assieme, nella loro diversità hanno la capacità di costruire un luogo comune, lo spazio dell'attesa che racchiude le loro vite.

Non il museo, ma l'atelier che protegge gli sguardi ancora incompiuti.

Piero Pizzi Cannella
Interno via degli Ausoni
a cura di Marcello Smarrelli

FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE
Roma // fino al 5 marzo 2016

Il racconto frammentario della costruzione di un opera, è rappresentato in un'altra mostra a Roma al Pastificio Cerere . Qui Piero Pizzi Cannella descrive e disegna gli spazi di questo luogo dell'arte Romano, li disegna attraverso frammenti e sensazioni, segni di un'autobiografia dell'immaginazione. Esiste un tempo per arrivare alla rappresentazione dello spazio in cui si lavoro, ritrarre un luogo infatti non è facile.

Pizzi Cannella attraverso la sua memoria cerca di raccontare prima di tutto un luogo, per poi restringere il campo ad un unico sguardo verso il suo atelier e il proprio mondo interiore.

Piero Pizzi Cannella

Piero Pizzi Cannella

Impossibile riuscire a separare ilreale dalla sua interpretazione, seguendo queste tracce di tempi diversi, che lentamente attraverso una sequenza lenta, trovano forma compiuta

in un' immagine che le racchiude tutte.

Una sorta di archivio della memoria che dà  luogo ai ricordi e identifica i ricordi come luoghi. Nell’architettura emozionale del Pastificio Cerere ricreata da Pizzi Cannella emergono le immagini di una passata, eppure viva, fucina culturale.

Piero Pizzi Cannella