UNO SGUARDO IN MOVIMENTO

 

Fernell Franco
Cali Clair-Obscur
Texts by Oscar Munoz, Maria Wills

Co-publication
Fondation Cartier pour l'art contemporain / Toluca 2016

Non conoscevo il lavoro di Fernell Franco, ero andato alla Fondation Cartier per visitare la mostra di Daido Moriama. (1)
La mostra del fotografo Colombiano, prima retrospettiva Europea, scomparso nel 2006, è stata qualcosa di sorprendente.
Le sue immagini, raccontano la Colombia ed in particolare la città di Cali che nel 1970 conosce un momento culturalmente molto intenso. Ma anche un contesto culturale che vive del rapporto di una serie di artisti,

The Cali Goup, che si confrontano continuamente con i cambiamenti sociali della città. I luoghi raccontanti dalle fotografie di Franco e di Oscar Munoz, i disegni di Ever Astudillo le parole dello scrittore Andrès Caicedo così come il lavoro dei registri Luis Ospina e Carlos Mayolo.

Lo sguardo di Franco è uno sguardo intenso che utilizza il medium della fotografia modificandolo e manipolandolo di continuo.
Non sono tanto i soggetti ad attrarre chi guarda ma la loro componente materica, che evidenzia la cura del fotografo nella scelta del tipo di stampa e della carta sulla quale la stampa è effettuata. In un mondo dove le immagini digitalizzate e stampate in grande formato creano una distanza fisica evidentecon l'osservatore, in questa mostra ci sembra di imparare a guardare per la prima volta. Una sensazione difficile da spiegare, ci provo.

Fin dalle prime stampe in mostra mi sono trovato a cercare la distanza giusta per capire cosa stavo guardando ma specialmente per prendere il posto del fotografo e chiedermi cosa voleva mostrare e ho capito che Franco non cercava di rappresentare qualcosa di statico un tempo fermo, cercava di selezionare pochi elementi che raccontassero un movimento impercettibile, il sorriso di una prostituta mentre si fa la doccia in un cortile, oppure il giocatore di biliardo che guarda il gioco e anticipa con lo sguardo il movimento che verrà. Ma è anche la semplice vibrazione della vernice su un muro in rovina, che nel momento esatto in cui loguardiamo cessa di essereoggetto, prende vita, una vita diversa dalla realtà oggettiva.

Le diverse serie prodotte da Franco hanno origine dal suo amore per il cinema italiano e quello messicanoe dalla capacità di esplorare con lo sguardo le città dell'America Latina in piena trasformazione. Il montaggio attuato secondo modalità diverse il suo strumento di lavoro principale. Poi arriva la purezza oggettiva dell'atto del fotografare. Il lavoro in camera oscura è rafforzato dalla sua capacità di non considerare nessun lavoro concluso, le immagini sono manipolate di continuo e rivitalizzate attraverso applicazione di colore, utilizzato per evidenziarne solo alcune parti. Alle Stampe tradizionali si accostano stampe manipolate o decostruite attraverso collage e montaggi in sequenza. Colore, frammenti, disegni arricchiscono un lavoro che trasforma il medium della fotografia in una forma di pittura attraverso luci ed ombre.

Franco in un intervista dichiara

  "In Cali the intensity of the sunlight makes one understand the importance and the truth of shadow in acts as simple as crossing the street to get out of the sun. Here you are always adjusting your eyes to the contrast, whether from light to darkness or from darkness to light."

Ferrell Franco sceglie sempre la sequenza, e la stampa, multipla dello stesso scatto con trattamentileggermente diversi uno dall'altro. Bianco e nero oppure colore desaturato applicato sulla stampa un secondo tempo. Lavora in camera oscura modificando al luce dello scatto, la manipolazione analogica e non digitale è cercata come potrebbe fare un pittore, la luce è lo strumento attraverso il quale dipingere lo spazio, la luce tipica della città Colombiana diventa lo strumento attraverso il quale disegnare spazi. Attraverso la fotografia e le tecniche di manipolazione delle immagini Franco da vita a documenti che riproducono la sua memoria, l'immagine fotografata è solo il punto di partenza per cominciare un lavoro di narrazione.

Anche il rapporto con altri due artisti che hanno condiviso momenti di ricerca sugli stessi temi ma con linguaggi diversi, Munoz e Astudillo (it is curious to note, nevertheless, how all of them, each in his own style, reveal the ways in which photography and drawing interprenetrated and influenced each other) è parte della trasfigurazione delle singole immagini, uno scambio di pensiero che produce un evoluzione della pratica del fotografare.

Le immagini per Franco non sono mai complete, ad una stampa ne accosta un'altra praticamente identica su cui interviene, poi un'altra ancora tagliata in parte ed altre volte stampata in formato diverso, un andare avanti edindietro frugando lo spazio che circonda i personaggi e gli oggetti come se il suo soggetto fosse nascosto e quello che vediamo, qualcosa che ci trae in inganno e ci distrae dal vero soggetto fotografato, lo stesso Franco sembra cercarlo di continuo.

Una riflessione che indaga il limite tra pubblico e privato, tra oggettivo e soggettivo, tra ciò che guardiamo e quello che invece vediamo realmente attraverso la nostra memoria. Ma andiamo con ordine ho,scelto pochi scatti per descrivere le sensazioni che ho provato,e che continuo a provare guardando queste fotografie. Ogni fotografia rappresenta una serie presentata alla mostra.

Billares

The billiard halls were beautiful places with which I was very familiar with. They started to disappear in the early 1970s in the wake of the urban renewal of Cali..... The billiard halls were the only thing left of a way of life, of an urban culture that disappeared with them
In questa fotografia lo sguardo dell'autore non è  statico si muove di continuo per cercare relazioni tra oggetti spazio e gli uomini che animano questo spazio.
La stessa immagine è presentata più volte, con tagli diversi, la stessa foto quindi è un immagine in movimento, alla fotografia in bianco e nero ne è accostata un'altra identica in cui il colore si appropria solo del biliardo, ad un'altra stampa manca un pezzo,  al centro del fotogramma quindi appare un'altra scena che nella prima foto era marginale.

Demoliciones

The city i loved as a teenager on my bicycle rides and during my incessant search for theaters and films began to disappear or to deteriorate around 1970
La trasformazione della città raccontata attraverso dettagli di edifici decadenti, abbandonati, in attesa. Muri, intonaci scrostati, fotografati da vicino diventano superfici tridimensionali, prendono vita.

Prostitutas

After working for four years in an advertaising agency, I began to put togheter the prostitutes series, my first indipendent creation....my intention was to do something more than a narrative of silent images. I was always hoping to do something with the possibilities of the simultaneous quality of cinema.

Farrell Franco ha lavorato come fotografo di moda, le immagini sono costruite la realtà dei suoi soggetti è costruita sulla finzione. Le fotografie delle prostitute evidenziano la necessità di guardare il reale per quello che è, nessuna finzione. Due tipi discatti, soggetti in posa su un letto, Franco scruta le anime cerca di raccontarci le storie dietro questa realtá.
Nelle foto di gruppo invece cerca di rubare sguardi e sorrisi una quotidianitá fatta di gesti e spazi che li ospitano.

Interiores

It was important to modernize the city and adapt it to the changes that had taken places, but everything was done as it always done: without taking memory into account and the kind of design demanded by this climate and this landscape. 

Spazi in attesa luoghi che raccolgono la memoria di chi guarda, stanze ritratte dall'alto, punto di vista inusuale.

(1) 

fotografo giapponese, che ama le strade delle città che rappresenta attraverso un montaggio serrato di particolari insignificanti, ma che una volta montati uno accanto all'altro delineano con perfezione i diversi quartieri delle città che il fotografo attraversa di continuo ed in tempi diversi.