PRECISIONS

Un analisi attenta sul valore della rilettura di alcune pubblicazioni fondamentali che l'editore Parks Book sta riportando nelle librerie, attraverso lo sguardo

preciso

di Luca Montuori che ringrazio.

Precisions on the Present State of Architecture and City Planning

Reprint of the Original American Edtion, with a New Introduction by Tim Benton, 58 original Lecture sketches by Le Corbusier, and Explanatory Notes

Parks Books 2015

di Luca Montuori

Un insieme di testi teorici importanti e che erano fuori da tutti i cataloghi negli ultimi tempi stanno tornando negli scaffali delle librerie. E’ una scommessa importante che alcuni editori stanno portando avanti, e tra questi la Park Books ha finalmente ristampato una copia dell’edizione americana delle Precisions di Le Corbusier, che in italiano era stato pubblicato nel 1979, in una edizione di grande divulgazione e di poca cura grafica. Precisazioni sullo stato attuale dell'architettura e dell'urbanistica. Con un prologo americano, un corollario brasiliano, seguiti da una temperatura parigina e da una atmosfera moscovita, era un libro che si trovava usato o tra i tavoli dei remainders e che avevamo tra gli scaffali dello studio con il disegno bellissimo di Rio de Janeiro rosso e verde in una copertina dalla cornice viola. C’era qualche tavola a colori riprodotta molto piccola all’interno, ma nell’insieme il testo si proponeva come un insieme di scritti teorici. Un giorno, più di qualche anno fa, a Parigi, entrando alla Fondation Le Corbusier, ho trovato esposti alcuni dei grandi fogli di carta da spolvero con i disegni che Le Corbusier ha realizzato in diretta durante le conferenze tenute nel suo viaggio in Sudamerica: la nuova città del XX secolo, Buenos Aires, Rio, San Paolo. Disegni grandi, con i tratti rapidi del gesso che arrivavano fino ai margini occupando tutto lo spazio disponibile del foglio, segni sintetici, saturi di colori, scritte, appunti, punti esclamativi, disegni spontanei come schizzi su un taccuino ed esuberanti al punto da evocare una lotta quasi fisica con il foglio. Ricordo soprattutto, su una parete isolata il disegno dello skyline di Buenos Aires visto dal mare, con pochi tocchi di giallo, un mare nero che si muove anche di notte e non sta fermo mai, un’intensità ipnotica per chi aveva visto sempre un francobollo nero in fondo a una pagina. La Fondation ha nel suo archivio oltre settanta disegni che fanno parte del ciclo di lezioni, tenuto da Le Corbusier nel 1929 tra Argentina e Brasile durante il suo viaggio in Sud America che toccò anche Montevideo, Mar de la Plata, Asunciòn. In occasione dei cinquanta anni della morte di Le Corbusier (27 agosto 2015), questa nuova edizione viene ampliata per la prima volta con la riproduzione, in grande formato a colori, di cinquantotto disegni che Le Corbusier ha realizzato durante le 10 conferenze a Buenos Aires per supportare il parlato con “argomentazioni visuali”. Parlare e disegnare insieme, argomentare con parole e immagini che scaturiscono dal discorso e ne sono parte integrante, come quando si discute di un progetto intorno a un tavolo, il disegno aiuta a chiarire le parole. Vedendo oggi il testo nella nuova edizione, per chi come me non è uno storico dell’architettura e quindi si è limitato a leggere il libro senza spingersi oltre il testo editato, si chiarisce la complementarietà dei testi e dei disegni, si immagina Le Corbusier dare le spalle al pubblico, disegnare, girarsi, sottolineare, tracciare segni: rendere la conferenza stessa uno spettacolo magnetico, una performance. Nell’introduzione al testo è citata una intervista del 1951 in cui Le Corbusier afferma: “Non preparo mai le mie lezioni (…) l’improvvisazione è una cosa magnifica: facevo disegni, ho utilizzato i gessi, gessi colorati sulla lavagna, dando sempre per scontato che ce ne fosse una. E quando disegni sulla base delle parole, disegni con parole utili, crei qualcosa. E l’intera mia teoria, la mia riflessione sui fenomeni dell’architettura e dell’urbanistica deriva da queste lezioni improvvisate e illustrate”. Le lezioni quindi vengono presentate come un momento di riflessione sul progetto e di creazione in diretta. La cura e l’introduzione a questa nuova edizione sono di Tim Benton, che di Le Corbusier ha realizzato mostre, tenuto corsi e soprattutto ha scritto in diverse occasioni con un approfondimento interessante nel suo libro Le Corbusier conférencier (2008), proprio riguardo le sue tecniche oratorie, le capacità persuasive e la modalità di preparare le conferenze. Il testo aiuta a comprendere la metodicità di Le Corbusier e la sua maniacale preparazione delle lezioni per le quali realizzava una grande quantità di schizzi, disegni, appunti che servivano come linee generali per i grandi disegni che poi avrebbe realizzato in diretta “improvvisando”. Le Corbusier tenne le 10 lezioni tra il 3 ottobre e il 19 ottobre del 1929 a Buenos Aires per poi spostarsi in Brasile (Brazilian corollary). Il libro fu scritto durante il viaggio di ritorno, ordinando le dieci conferenze in dieci capitoli che ne riproducono (con qualche piccola variazione) la sequenza:

1. To Free Oneself Entirely of Academic Thinking.

2. Techniques Are The Very Basis Of The Poetry.

3. Architecture in Everything, City Planning in Everything.

4. A Dwelling at Human Scale.

5. The Undertaking of Forniture.

6. The Plan of the Modern House.

7. A Man=A Dwelling; Dwellings=A City: The Plan of a Contemporary City of Three Millions Inhabitants

8. A House-A Palace: The Search for Architectural Unity.

9. The Voisin Plan for Paris: can Buenos Aires Become One of the Great Cities of the World?

10. The World City and Some Perhaps Untimely Considerations.

E a seguire: Brazilian Corollary. In appendice: The temperature of Paris e The Atmosphere of Moscow.

Nei testi, che riproducono il ritmo incalzante del parlato, si individua un percorso che rilegge e analizza i progetti sviluppati nel decennio precedente arrivando a un momento di svolta delle teorie e del metodo progettuale (il più evidente tra tutti il passaggio dai progetti brasiliani al piano di Algeri). Si ritrovano qui gran parte degli aforismi corbusieriani, del suo modo di concepire l’architettura, il problema della scala umana, la tecnica, il rapporto tra architettura e città. Tra tutti un esempio: “Le tecniche sono a fondamento del lirismo: aprono un novo ciclo dell’architettura”, in cui fa derivare tutta la sua attenzione progettuale da problemi tecnici, sociali ed economici; il problema della strada, del consumo di suolo, del miglior isolamento termico degli edifici, dell’igiene, dell’illuminazione e della ventilazione, del progetto a misura d’uomo, delle nuove esigenze degli abitanti della città. Un testo molto attuale e utile sulla necessità del superamento di alcune ideologie che affliggono la progettazione contemporanea. La lezione inizia così: “Inizio, signore e signori, col tracciare la linea che può separare, nei nostri processi percettivi, il campo delle cose materiali, degli eventi quotidiani, delle tendenze ragionevoli, dall’altro campo più particolarmente riservato alle reazioni d’ordine spirituale. Sotto la linea quello che c’è, al di sopra di essa ciò che si prova” l’obiettivo finale è di utilizzare una terminologia tecnica, legata ai dati obiettivi del progetto, per causare una reazione lirica: forma e tecnica si uniscono nel progetto, una banalità spesso dimenticata. 

Oltre il piacere della rilettura dei testi e la impressionante sequenza delle tavole a colori, la nuova edizione di Precisions apre un nuovo percorso di interpretazione sul modo di comunicare l’architettura che si offre oggi a una riflessione molto attuale. E’ questo il nodo, che va ben oltre il dato filologico, che questa edizione permette di affrontare e la riflessione che ci offre grazie a una nuova serie di interpretazioni, note, disegni e schizzi inediti, riscoperta di appunti che non sempre furono trasformati in tavole per il pubblico. Nuovi elementi che permettono nuove chiavi di lettura, analisi e riflessioni metodologiche che rivelano le strategie, il progetto divulgativo, la capacità e le modalità di comunicare il pensiero. Non quindi un momento creativo con disegni improvvisati e discorsi a braccio, come lo stesso Le Corbusier voleva far pensare il suo modo di parlare in pubblico, ma elementi di un progetto integrale di cui oggi possiamo interpretare una nuova parte.