EPICS IN THE EVERYDAYPHOTOGRAPHY ARCHITECTURE AND THE PROBLEM OF REALISM
Jesús Vassallo
EPICS IN THE EVERYDAYPHOTOGRAPHY ARCHITECTURE AND THE PROBLEM OF REALISM
Park books - 2020
There is a thin thread that binds architecture to photography as well as the fact that both disciplines investigate the forms of reality. And this thread often links photographers, their work on the image, to architects who, when they build their architecture, have in their memory the photographs taken by photographers, their gaze on the world.Jesus Vassallo investigates this faint boundary between disciplines and to do so, he studies couples of architects and photographers who during their careers have shared an Imaginary, a mental space of experimentation that sometimes seems to define an enlarged field of action where the real is a field of comparison.These dialectical couples use the image as a ground for comparison, on the one hand the photographers who use their technique to reinvent places and spaces, on the other hand the architects who use images to build their projects. In this book Jesús Vassallo explores a particular condition over a long period of time from the post-war period to the present day. The reality observed is always that of the city and the architecture of everyday life, an often anonymous architecture that builds urban places and that in the hands of architects reinvents itself through language. It is a book on the history of the image but also a book on the history of architecture, realism emerges from the intersection between these two natures.Page after page we ask ourselves if Vassallo is interested in reality or its representation, if he considers these dialectical couples a single thought or if he is interested in architecture as a form of narration and photography as a tool to achieve it.But it doesn't matter because this journey is first of all a journey about abstraction and about how reality is always born from something we have to discover by looking through the eyes of others, in order to be able to modify it. The Smithsons discover the city of London through the eyes of Nigel Henderson. Venturi and Dennis Scott Brown can learn from Las Vegas by studying it through the instrument that Ed Ruscha uses to narrate Los Angeles, the photographs taken by a moving camera.Herzog & de Meuron reinvent their architecture through Thomas Ruff's way of looking at it, which for an instant gives the photographic medium the materiality of architecture itself. Or we can follow Caruso St John and Thomas Demand in their mutual mirroring of each other, in an immaterial world that then, as if by magic, becomes real, only to return to being a simple representation of a state of mind.As it already happened when conceptual art discovered photography, we find ourselves at a turning point, a new beginning, where architecture appears not as a form but as a shadow of the collective imagination. A really important book.
Esiste un sottile filo che lega l’architettura alla fotografia oltre al fatto che entrambe le discipline indagano le forme del reale. E questo filo spesso lega i fotografi, il loro lavoro sull’immagine agli architetti che quando costruiscono le loro architetture hanno nella loro memoria impressi gli scatti dei fotografi, il loro sguardo sul mondo.Jesus Vassallo indaga questo confine labile tra le discipline e per farlo, studia coppie di architetti e fotografi che nel corso della loro carriera hanno condiviso un’Immaginario, uno spazio mentale di sperimentazione che sembra a volte definire un campo d’azione allargato dove il reale è un terreno di confronto.Queste coppie dialettiche usano l’immagine come terreno di confronto, da una parte i fotografi che sfruttano la loro tecnica per reinventare luoghi e spazi, dall’altro gli architetti che usano le immagini per costruire i loro progetti. In questo libro Jesús Vassallo esplora una condizione particolare nel corso di un tempo lungo che va dal dopoguerra fino ai giorni nostri. La realtà osservata è sempre quella della città e dell’architettura del quotidiano, un’ architettura spesso anonima, che costruisce i luoghi urbani e che in mano agli architetti si reinventa attraverso il linguaggio. E’ un libro di storia dell’immagine ma anche un libro di storia dell’architettura, il realismo emerge dall’intersezione tra queste due nature.Pagina dopo pagina ci chiediamo se Vassallo è interessato al reale o alla sua rappresentazione, se considera queste coppie dialettiche un’unico pensiero oppure se sia interessato all’architettura come forma di narrazione e alla fotografia come strumento per raggiungerla.Ma non importa perché questo viaggio è prima di tutto un viaggio sull’astrazione e su come la realtà nasce sempre da qualcosa che dobbiamo scoprire guardando attraverso gli occhi degli altri, per poi poterla modificare. Gli Smithsons scoprono la città di Londra attraverso lo sguardo di Nigel Henderson. Venturi e Dennis Scott Brown possono imparare da Las Vegas studiandola attraverso lo strumento che Ed Ruscha usa per raccontare Los Angeles, le fotografie scattate da una macchina in movimento.Herzog & de Meuron reinventano la loro architettura attraverso il modo di guardarla di Thomas Ruff, che per un istante è in grado di dare al medium fotografico la materialità propria dell’architettura stessa. Oppure possiamo seguire Caruso St John e Thomas Demand il loro specchiarsi reciproco, in un mondo immateriale che poi come per magia diventa reale, per poi tornare ad essere semplice rappresentazione di uno stato mentale.Come è già successo quando l’arte concettuale ha scoperto la fotografia, ci troviamo ad un punto di svolta, un nuovo inizio, in cui l’architettura appare non come forma ma come ombra dell’immaginario collettivo. Un libro davvero importante.