SPACE SETTLEMENTS

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Space Settlements

Fred Scharmen

Columbia Books on Architecture and the City 2019

 

Nel 1975, in un momento in cui le proposte degli architetti più radicali  prefiguravano un futuro fatto di megastrutture abitate,  veri e propri  edifici città. Stewart Brand l’editore del Whole earth Catalog e un gruppo di scienziati della Nasa supportavano un progetto pensato dal fisico Gerard O’Neill, che aveva messo assieme un gruppo di progettazione formato da ingegneri architetti e illustratori per realizzare uno studio su una struttura,  abitata da  milioni di persone, pronta a viaggiare nello spazio. Fred Scharmen nel suo Space Settlements documenta questo progetto, racconta l’idea di creare delle colonie umane nello spazio e riporta l’attenzione su una sperimentazione oggi di grande attualità.

L’autore confronta la visionarietà  delle immagini create dagli artisti Rick Guidice and Don Davis,  con le proposte di  Jeff Bezos il miliardario americano fondatore della Blue Origin, una compagnia specializzata in viaggi nello spazio con il proposito di rendere possibile la colonizzazione dello spazio.  Le immagini delle colonie umane nello spazio proposte da O’Neill mostrano un paesaggio bucolico, ancora molto legato ad un ambiente terrestre se non fosse per le curvature degli spazi che le ospitano, superfici sferiche e toridali infatti permettono la rotazione capace  di riprodurre la gravità artificiale sui bordi delle strutture stesse.

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Le immagini delle colonie proposte oggi sono sicuramente  meno poetiche ma apparentemente più efficienti e realizzabili. Cosa significa colonizzare lo spazio e abitare nuovi pianeti, ma sopratutto quali sono le ricadute di queste sperimentazioni sull’abitare la terra?  Scharmen prova a raccontarci attraverso l’analisi di questi progetti, alcuni dei significati dell’architettura spaziale, lo fa considerando le visioni di O’Neill come un passaggio necessario per definire la nuova frontiera, che nonostante le dichiarazioni di Elon Musk è legata allo sfruttamento delle risorse minerarie extraterrestri e non solo.

Questo libro ci dimostra come oggi le visioni siano limitate rispetto al passato, ma ci consente di sognare liberando la nostra immaginazione, per tornare a pensare all’architettura nello spazio.


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