HOME FUTURES


 

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Home Futures,

The Design Museum 2018

Stiamo vivendo in un mondo immaginato nel passato oppure l’idea di casa che è radicata dentro la nostra memoria ha avuto il sopravvento? Home ’s Future è un’esplorazione della casa oggi attraverso lo sguardo sul futuro di chi lo immaginava molti anni fa.

E’ evidente che la tecnologia ha cambiato il nostro modo di percepire l’abitare, relegando l’estetica ad un ruolo secondario rispetto alla realtà oggettiva dello spazio costruito.

La fortunata serie tv Black Mirror in un certo senso interpreta questo rapporto tra estetica e tecnologia con uno sguardo più attento ai comportamenti piuttosto che allo spazio e agli oggetti che lo compongono, la tecnologia modifica l’uso e la costruzione dello  spazio. Nel 1968 Il sistema degli oggetti di Baudrillard racconta di una casa in piena trasformazione. Un mondo in cui gli oggetti, anche grazie ai progressi compiuti dalla tecnologia, si liberano dai rigidi vincoli imposti dalla tradizione e perdono la loro valenza di simbolo famigliare e sociale. Non evidenziano più ciò che è nella loro sostanza e nella loro forma il legame con delle relazioni umane concrete, ma solamente quel rapporto sistemico collocato su un piano astratto che stabiliscono con tutti gli altri oggetti-segni. Ciò consente loro di essere “personalizzati” e di essere consumati non tanto su un piano materiale, quanto su un piano puramente comunicativo.

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Home future racconta tutto questo ed attraverso la lente dell’immaginazione ci invita ad un ulteriore salto in avanti, molte delle idee contenute in questo libro ci mettono di fronte alla capacità dei progettisti di scrivere infatti un iper testo parallelo alla realtà capace di costruire un immaginario ancora oggi   fortemente caratterizzante e ricco di spunti di riflessioni.

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L’ Italia ha in questa idea di futuro un ruolo importante e per certi aspetti doppio. Da una parte la ricerca degli architetti Radicali che hanno profetizzato la sparizione dell’architettura e le ultime ricerche dello studio Dogma sulla storia dell’abitare minimo.

Dall’altra i progetti dei designer che hanno costruito il nostro presente  come la Mini Cucina di  Joe Colombo del 1963,  ancora in produzione oggi. I Micro Ambienti in movimento di Ettore Sottsass del 1972  e i mobili frutto dell’autoproduzione pianificata da Enzo  Mari.

Un  libro che ha la capacità di mettere a sistema design ed architettura, attraverso un viaggio tra passato e presente e una scrittura per immagini intensa e ricca di spunti di riflessione per il futuro che ancora deve arrivare.

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