SOS BRUTALISM
Oliver Elser, Philip Kurz, Peter Cachola Schmal
SOS BRUTALISM. A GLOBAL SURVEY
Pagg. 716, Park Books, 2017
A rare and interesting tale which began in 2015 when the DAM in Frankfurt and the Wustenrot Foundation decided to undertake an unprecedented piece of collaborative research, taking full advantage of the potential of social networks in order to try and create a collective document featuring images and places. Enough of thematic collections and endless disorganized lists, enough flaunting of architectural oddities – instead, let’s map and show these forgotten buildings. Brutalist architecture has accompanied both modern and postmodernism, finding new interest in the contemporary world and attracting particular attention from the younger generation.
The very different articles range from criticism to individual case histories which indicate just how many of these buildings are part of our collective imagination and which belong to society’s political and cultural history. In actual fact Brutalist architecture is not just a chapter in the history of architecture but a particular way of thinking about it.
Un caso raro ed interessante, che comincia nel 2015 quando il DAM di Francoforte e la Wüstenrot Foundation hanno pensato di mettere a sistema una ricerca collaborativa senza precedenti, che sfrutta al massimo le potenzialità dei social network per provare una scrittura collettiva fatta di immagini e luoghi. Basta alle raccolte tematiche e alle liste infinite senza struttura, allo sfoggiare di stranezze
architettoniche per mappare e mostrare invece, edifici dimenticati. L’architettura Brutalista ha accompagnato moderno e postmoderno, trovando nel contemporaneo un tempo nuovo, ed un’attenzione particolare da parte delle giovani generazioni. Gli scritti di natura molto diversa tra loro spaziano dalla critica alla cronaca di storie particolari, che dimostrano come molti di questi
edifici appartengono al nostro immaginario collettivo, alla storia politica e culturale della società. L’architettura Brutalista, infatti, non è unicamente un capitolo della storia dell’architettura, ma un modo di pensare l’architettura.