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ART ON DISPLAY

March 25, 2020 by luca galofaro in Architecture 2019, Design 2019

Art on Display. Formas de expor 1949-69

Penelope Curtis, Dirk van den Heuvel

Calouste Gulbenkian Museum, Lisbona 2019

Pubblicato in precedenza su PLATFORM

In occasione del cinquantesimo aniversario del Calouste Gulbenkian Museum una mostra celebra l’arte dell’esporre. Lo fa attraverso un’idea curatoriale molto forte e ben descritta nel libro che l’accompagna.

I curatori hanno selezionato cinque progettisti  per ciascuno di loro hanno scelto dei casi esemplari, ricostruiti all’interno del museo in scala 1:1. La mostra in questo modo ricrea alcune degli allestimenti più importanti di quelli anni, che possono essere considerati paradigmatici di un modo di mostrare l’arte. Si comincia con Lina Bo Bardi e le sue lastre di vetro fissate a dei blocchi di cemento al Museo d’arte di San Paolo (MASP),   le opere sono così sospese nello spazio. Si prosegue con Franco Albini e Franca Helg al Palazzo Bianco a Milano,  Carlo Scarpa nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia, in questo modo possiamo ad anni di distanza ammirare la loro capacità di far dialogare l’arte con dei dispositivi autonomi, pensati come delle pure macchine per la visione. Dalla grande tradizione italiana arriviamo poi agli allestimenti immersivi, progettati da Aldo van Eyck  allo Stedelijk Museum e al padiglione realizzato per la Sonsbeek exibition e agli Smithsons alla Tate Gallery, che ridefiniscono le regole dell’esporre.

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La mostra vuole contestualizzare questi allestimenti creando un interferenza con il museo portoghese, cerando il dialogo tra i progetti storicizzati, gli spazi e la collezione del museo. E’ proprio in questo passaggio lento tra la memoria e il contemporaneo che l’idea, molto forte e ben strutturata nel libro, perché raccontata attraverso documenti dell’epoca ma anche attraverso un discorso critico raffinato ed attento, appare invece un pò debole negli spazi del museo. Ogni allestimento infatti proprio per la presenza delle opere d’arte perde il suo valore paradigmatico e assume un ruolo secondario rispetto alle opere in mostra. Gli allestimenti riproposti e riprodotti per l’occasione mancano della freschezza della localizzazione originale, alcuni dettagli sono cambiati e anche se le riproduzioni riescono più dei disegni e delle fotografie a farci capire le intenzioni dei progettisti, si ha la percezione netta che la ricostruzione non è sufficientemente accurata.

L’intento pedagogico è chiaro e il libro è una traccia perfetta per capire il significato della parola esporre, e sono sicuro che nel tempo diventerà un documento importante.

March 25, 2020 /luca galofaro
Architecture 2019, Design 2019
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UN DIZIONARIO DI DESIGN

March 16, 2020 by luca galofaro in Design 2019

Ugo La Pietra

Argomenti per un dizionario del design

A cura di Carlo Vinti

Quodilibet 2019

(Recensione pubblicata su Platform )

Esistono dei personaggi nel mondo del design che è limitante definire solo progettisti. Profeti forse è la parola giusta.

Ugo la pietra è uno di questi.  Il design è per lui uno strumento attraverso il quale leggere la realtà che ci circonda, non è un caso infatti che la città è sempre al centro dei suoi discorsi e dei suoi scritti sul design. Gli scritti questa volta sono riuniti a formare un dizionario che attraverso trenta voci fa dialogare temi diversi. L’arredo domestico, la città, l’artigianato, la moda e la tecnologia costruiscono la struttura portante di questa raccolta curata da Carlo Vinti.

 I testi raccolti coprono un arco temporale che va dal 1972 ad oggi, ed è proprio il trattare gli stessi temi in tempi diversi che fa di questo volume un oggetto prezioso, in cui leggere le allusioni ad un attitudine progettuale sperimentale e di ricerca.

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Le riflessioni di La Pietra nascono dall’urgenza di abitare il mondo, accettando e trasformando tutte le sue incongruenze, e guardando sempre alla seconda possibilità che un oggetto o uno spazio ci offrono.

La Pietra non è interessato alla forma delle cose, ma alla loro sostanza e alle possibilità progettuali che tutte le cose ci offrono se guardate con attenzione. La forma per Ugo la Pietra è un limite tra il saper fare e disfare ma soprattutto l’occasione per dire qualcosa d’altro, il luogo della divagazione.

Divagare appunto è un’ attitudine di progetto a cui non bisognerebbe mai rinunciare.

Questo limite sottile divide, ma inevitabilmente anche unisce, il mondo del disegno industriale da quello delle arti applicate ha a che fare con il “pensare" e con il “fare", laddove nel primo caso si pensa affinché si faccia, mentre nel secondo il fare, soprattutto il “fare bene", è anche pensare….


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March 16, 2020 /luca galofaro
Design 2019
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MOLTO DIFFICILE DA DIRE

January 21, 2020 by luca galofaro in Architecture 2019, Design 2019

Molto facile da capire

Di luca galofaro


Molto difficile da dire è un libro che gli studenti di architettura dovrebbero leggere prima di cominciare il loro percorso di studi.
Per poi rileggerlo all’inizio di ogni anno accademico.
Ci sono tante inesattezze, visioni parziali dell’architettura e del design è vero ma è racchiuso al suo interno un immenso tesoro. Sottsass ci insegna a guardare il mondo e in un certo modo ci insegna a ripensarne alcuni dettagli, anche insignificanti è vero, ma fondamentali.
La semplice spiegazione a questa forma di educazione pagina dopo pagina, è nascosta dietro la capacità di viaggiare guardandosi attorno con curiosità. L’architettura secondo Sottsass è un viaggio dentro la memoria dei popoli e dentro se stessi.
Se Scritto di Notte era un libro che Sottsass aveva messo insieme per se stesso, per ripercorrere la sua vita. Questa raccolta di scritti inediti è invece un viaggio discontinuo alla ricerca di significati più profondi. E dato che è stato qualcun altro a mettere assieme i testi è un libro per gli altri.
Non sono altro se non un turista alla ricerca dei linguaggi, del linguaggio della pietà, un turista che forse non riesce mai ad arrivare al fondo delle immagini, alle loro vere, nascoste perdute origini.
Sono le immagini che un architetto deve cercare, ogni immagine infatti nasconde il disegno di qualcosa di utile e fondamentale. Immagini che incontriamo, immagini che cerchiamo di costruire ogni giorno.

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Sono anni, anni, molti anni che andiamo girando con la Nanda a cercare parole, immagini, memorie che ci lascino sulle mani le tracce della pietà, le tracce dell’amore, del rispetto, della cura, della difesa della persona: difesa dalla solitudine, della paura, della disfatta, dal disfacimento, difesa dagli spazi vuoti e difesa dal corridoio angusti, difesa della moltiplicazione difesa dalla monotonia, difesa dai silenzio difesa dalle urli, e pietà per l’oblio, pietà per le memorie, pietà per quelli che sudano e pietà per quelli che generano pietà se c’è troppo buio, e pietà se c’è troppa luce, pietà per la concentrazione perduta e pietà per la fissazione. Pietà per la vita.

Il volume, edito da Adelphi, mette insieme infanzia, giovinezza, viaggi, amori e incontri incredibili. Se vi aspettate una raccolta di saggi di architettura tradizionale, testi che chiarificano determinati argomenti, questo non è il libro per voi.
La scrittura di Sottsass non segue un percorso lineare, la divagazione, l’anacronismo, l’esagerazione segnano ogni pagina.
Ogni testo è un movimento lento, la parte migliore di questo movimento è il perdersi e qui ci perdiamo di continuo. Non dovete leggere il libro tutto in una volta, perché facendo così perdete qualcosa.
Se avete viaggiato negli Stati Uniti sapete che in ogni stanza di albergo, in ogni motel trovate un solo unico libro, la Bibbia. Ecco se nel mondo esistessero hotel per architetti questo sarebbe il libro da mettere in ogni stanza. Per leggere distrattamente nelle notti insonni le parole di Ettore, queste parole poi continueranno a risuonare nella vostra testa ogni giorno, perché il disegnare mondi non è una questione di stili, e forme, non è ingegneria e complessità, non è consenso o dissenso è solamente qualcosa dentro di noi
Tutto quello che facevamo si saliva nell’atto di farlo, né la voglia di farlo, e tutto quello che veniva fatto, alla fine, stava dentro all’unica sfera straordinario della vita.
Impossibile non seguire questi diari immensi fatti di poesia e realtà.

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Codignola, mette assieme questi scritti in ordine cronologico, quasi a dare un senso compiuto al fiume di parole che inevitabilmente confonde i tempi e i luoghi.
La scrittura di Sottsass è a volte divertente, altre distratta e difficile da comprendere, attraversa tutte i campi del vivere, è la prova evidente che ha scriverlo è stato qualcuno che non invecchierà mai davvero.
Per Sottsass il design è semplicemente magia assomiglia a una specie di rito, di preghiera che mette insieme le paure e gli inconsci umani.
“A me il design interessa quando è la tecnica di perfezionare strumenti per uomini grezzi, inermi, ineducati e sprovveduti”. Fare design è una forma di educazione allo stare al mondo.
Sottsass non ha realmente voluto progettare una altra realtà, ma ha tentato di costruire le condizioni per costruire una società diversa, e questo libro lo dimostra più di tutte le cose a cui dato vita.



January 21, 2020 /luca galofaro
Architecture 2019, Design 2019